Saper amare

Per gli psicologi non è una novità che la capacità di amare sia in relazione diretta con l’amore che abbiamo ricevuto durante la nostra crescita: quanto più abbiamo sperimentato nell’infanzia la sicurezza di un abbraccio affettuoso, il conforto di uno sguardo dolce, il sostegno di una mano pronta a stringere quella nostra più piccola, tanto più si svilupperà un senso di sé saldo e sicuro sul quale evolverà la propria disponibilità verso l’altro.   Noi impariamo l’amore da chi ci ha amato.

A volte scopriamo da adulti di non aver mai imparato ad amare, quando per esempio proviamo emozioni negative o disagio nelle relazioni di amore o amicizia: ci ritroviamo cioè a fare i conti con la nostra immaturità affettiva che, se siamo persone responsabili e intelligenti, ci conviene affrontare e risolvere. Parlo di quella sensazione di instabilità emotiva, di quei comportamenti infantili, difese, atteggiamenti di ripicca, gelosie, invidie, di quelle cose che ci impediscono di amare perché costituiscono ostacoli sia alla nostra maturità che alla vicinanza con l’altro.

Saper amare infatti implica una maturità che passa attraverso l’accettazione di sé, il riconoscimento dei propri bisogni, la tolleranza delle frustrazioni (accettare serenamente che non sempre e/o non tutti i nostri desideri e bisogni possono essere soddisfatti), l’equilibrio tra parte emotiva e parte razionale, la fiducia nelle proprie capacità. Questa è la premessa, questi i requisiti necessari per poter creare con gli altri dei rapporti umani sani, completi, nella condivisione paritaria e nel rispetto.

Le persone che restano immature dal punto di vista affettivo sono quelle che non riescono a provare empatia (1), compassione, tolleranza; sono quelle che provano invidia, sentendosi male a causa del benessere di un altro, o gelosia volendo possedere totalmente, come fosse una cosa, l’altro amato. Sono anche le stesse che a priori si aspettano l’amore dagli altri, vogliono essere amate più che amare, e quando amano lo fanno in modo soffocante e possessivo perché il loro scopo non è semplicemente donare amore ma tenere vicino a sé l’amato.

L’amore maturo si esprime gratuitamente e porta naturalmente con sé la comprensione, l’altruismo, l’ascolto, l’accoglienza, fino ad arrivare al perdono. Ma, come già detto sopra, bisogna avere o aver costruito dentro se stessi una disposizione affettiva positiva che, quando non la si ha, si guadagna con la conoscenza di sé e con la ricostruzione di un’equilibrata autostima.

Gabriella Ciampi


(1) Empatia: capacità di mettersi nei panni dell’altro, di vedere le cose come le vede l’altro e non secondo la nostra interpretazione.

Correlazioni cristiane:

L’AMORE NON RICAMBIATO - L'UOMO RIESCE AD AMARE DAVVERO? COM'E' L'AMORE DI DIO? (R.R.) 

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