Paolo evangelizza ad Atene

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Premessa:

Credo che per potere affrontare in maniera costruttiva l'argomento "evangelizzazione" sia necessario avere chiaro cosa la Bibbia intenda con il termine Evangelo. Dico questo perché sempre più spesso si assiste a sermoni che pretendendo di evangelizzare ma in realtà "insegnano una dottrina diversa e non si attengono alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo" spesso perché hanno stimato "la pietà esser fonte di guadagno" (1 Timoteo 3:6-5).

Credo che chiunque sappia bene che l'etimologia di questo termine, derivato dal greco "εὐαγγἐλιον", traduce il concetto di "buona notizia" ma in pochi si interrogano sul fatto che una buona notizia ha valore solo se si contrappone ad una notizia che buona non è, quella che io chiamo la "cattiva notizia". Come le due facce di una stessa moneta non possono essere separate, allo stesso modo io credo che il messaggio evangelico debba essere annunciato nella sua interezza e cioè contrapponendo la dura realtà della "condanna" che incombe sull'umanità al rimedio a questa tragedia che Dio ha provveduto gratuitamente e che consistente nella "salvezza" per grazia mediante la fede in Cristo Gesù il Signore.

Personalmente credo che se l'attività evangelistica non riesce a trasmettere in chi ascolta la percezione del grave rischio che incombe su chi permane nella condizione di "uomo naturale", separato da Dio, difficilmente potrà suscitare compunzione di cuore, ravvedimento e desiderio di "afferrare" la salvezza per grazia per mezzo dell'opera salvifica di Cristo Gesù il Signore. Infatti, sono del parere che più si comprende quanto si è perduti senza Cristo, più si potrà desiderare di beneficiare della Sua grazia.

Spero di chiarire il concetto con un breve esempio:

Se mi recassi in un ristorante che si trova in vetta ad un grattacielo e dicessi a tutti gli astanti: "Non temete, siate allegri e gioite perché per scendere fino a piano terra il costruttore ha realizzato delle sicure scale antincendio!". Certamente tutti mi guarderebbero con sufficienza e continuerebbero a mangiare pensando: "Questo individuo è folle! A che mi servono le scale se posso prendere comodamente l'ascensore?". Il messaggio annunziato sarebbe quindi del tutto infruttuoso, perché considerato dai più come superfluo. Ma se io invece dicessi: "ATTENZIONE, ATTENZIONE, al piano sottostante c'è un incendio e l'unica via di fuga sicura sono le scale! Correte, affrettatevi perché il tempo è ormai breve!" ecco che allora il messaggio sarebbe considerato "una ottima notizia" da quelli che percepissero quel pericolo come incombente, poiché consentirebbe loro di avere salva la vita.
L'indottrinamento cattolico-romano di questi ultimi 2000 anni ha purtroppo radicato la falsa convinzione, in quanti si accontentano di una qualche forma di religiosità, che tutto sommato è sufficiente osservare dei precetti ed essere "brave persone" per avere il gradimento da parte di Dio.

Questo è quello che credo essere il più grande ostacolo alla evangelizzazione; se Dio non interviene direttamente difficilmente si riuscirà a convincere di peccato tali individui.

Premesso tutto ciò, le considerazioni necessarie da fare sul tema “evangelizzazione” sono:

1) Credo vi sia differenza tra "l'evangelizzare" ed "il parlare di Dio", sono due attività importanti ma profondamente diverse e che tuttavia necessitano di una base comune: "Ritraggasi dall'iniquità chiunque nomina il nome del Signore" (2 Timoteo 2:19). Non è possibile pretendere di disporsi al "servizio attivo" se non si possiede una buona testimonianza, principalmente "da quelli di fuori" (gli inconvertiti), si risulterebbe poco credibili se non addirittura di scandalo (2 Corinzi 6:3). In ogni circostanza siamo chiamati a spandere il "buon odore di Cristo" (2 Corinzi 2:15), solo allora saremo credibili. Parlare di Dio e delle proprie esperienze con il Signore è una attività molto buona che ogni "figlio di Dio", che ha sperimentato la "nuova nascita", può esercitare ma per assolvere al ministero evangelistico (nel senso biblico del termine) credo ci voglia qualcosa di più, credo si debba ricevere un mandato specifico da parte dello Spirito Santo poiché la "sapienza di Parola" deve essere accompagnata dalla dimostrazione della Potenza di Dio (1 Tessalonicesi 1:5). La vera essenza dell’Evangelo, del resto, è: "potenza di Dio per la salvezza d'ogni credente" (Romani 1:16). L’obiettivo dell’evangelizzazione non è "vincere" una discussione senza fine sulle questioni della fede e delle religioni, ma riuscire a trasmettere il fulcro del messaggio della salvezza solo in Gesù Cristo. Credo inoltre che tutti quelli che si dispongono al servizio di Dio nel campo dell'evangelizzazione debbano avere nel cuore un santo timore di Cristo il Signore ed essere sempre pronti "a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni" (1 Pietro 3:15).

Quanto detto è scoraggiante? Assolutamente no, non deve esserlo! Tutti siamo chiamati a predicare "l'evangelo ad ogni creatura", nelle forme e con le parole che il Signore metterà nel nostro cuore e nelle nostre labbra, ma se riconosciamo che vi è qualche carenza nella nostra vita allora prima mettiamoci in ordine nei confronti della Parola di Dio; lo Spirito Santo farà il resto.

È importante nella vita cristiana evangelizzare? Assolutamente sì, anche la testimonianza manifestata da una vita profondamente trasformata è una forma di evangelizzazione efficace. Tutti siamo chiamati ad evangelizzare, in una forma o in un'altra, deve essere per noi una necessità ed un desiderio! Paolo arriva a dire: "guai a me, se non evangelizzo!" (1 Corinzi 9:16)

2) Sulla base delle considerazioni precedenti credo che un'attività di evangelizzazione efficace non possa prescindere dal trasmettere queste verità scritturali:
a) che "il cuore dell'uomo è ingannevole più d'ogni altra cosa e insanabilmente malvagio" (Geremia 17:9) "fin dalla sua fanciullezza" (Genesi 8:21) e che questa condizione è comune a tutti gli esseri umani perché: "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23) infatti "non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai" (Ecclesiaste 7:20);
b) nessuno può pretendere di essere salvato per mezzo della propria giustizia perché: "Non c'è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10) ma Egli è disponibile a salvarci "non per opere giuste da noi compiute, ma per la Sua misericordia" (Tito 3:5);
c) il peccato separa da Dio e l'ostinato rifiuto al ravvedimento ed alla fede in Cristo Gesù rende soggetti all'ira ed al giusto giudizio di Dio (Romani 2:5)
d) Gesù Cristo è l'unico rimedio alla tragedia umana "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16) "Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui". (Giovanni 3:36). Mi piace sempre porre evidenza sull'inciso "RIMANE SU DI LUI" perché mostra la condanna non come qualcosa che interviene a posteriori ma come una realtà consolidata che incombe sull'umanità inconvertita;
e) per ottenere il perdono dai peccati e la vita eterna è necessario: essere compunti di peccato e ravvedersi; "nascere di nuovo" esprimendo la volontà di servire il Signore in ubbidienza alla Sua volontà (manifestata inizialmente con il Battesimo per immersione); esercitare la fede personale in Gesù Cristo il Signore conseguendo consacrazione e santificazione, senza la quale nessuno vedrà Dio (Ebrei 12:14) "Ma ora, essendo stati affrancati dal peccato e fatti servi a Dio, voi avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna" (Romani 6:22)

3) Alla domanda: "fin dove l'effettivo successo di un azione di evangelizzazione può dipendere da noi" rispondo che, a mio avviso, l'attività di evangelizzazione è potenzialmente efficace se rispecchia i presupposti di cui sopra, quella è la nostra parte, poi è lo Spirito Santo che compie l'opera Sua. "Del resto quel che si richiede dagli amministratori, è che ciascuno sia trovato fedele" (1 Corinzi 4:2)

4) Quando sono stato evangelizzato ciò che ha demolito le mie convinzioni, come un terremoto in un castello di carte, è stato proprio quel "RIMANE" di Giovanni 3:36. Nessuno mi aveva mai detto prima che senza Cristo ero per natura nemico di Dio e che la Sua ira già pendeva come una spada di Damocle sulla mia vita. Non ero affatto una brava persona come credevo, avevo bisogno di Cristo e della Sua misericordia.

Concludo dicendo che non sono d'accordo con il pensiero, che si va diffondendo in maniera sempre più pervicace, secondo il quale è necessario sviluppare "moderne" forme di evangelizzazione "che siano più adatte alle esigenze odierne e riescano a interessare un uditorio più vasto anche mediante esperienze d'intrattenimento fino ad oggi non esplorate". Chi conosce la Parola di Dio sa bene che in nessuna parte della Bibbia è scritto che procurare intrattenimento o divertimento faccia parte del "Grande Mandato" che Gesù affidò ai Suoi. Se questo fosse stato uno degli aspetti del servizio cristiano, perché Cristo non ne ha parlato? Avrebbe potuto comandare ai Suoi: "Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo convertendo i peccatori con ogni attività di intrattenimento". Non troviamo parole del genere, non sembrano proprio accostabili al pensiero del Signore. Per le mie conoscenze della Scrittura non risulta che organizzatori di concerti siano annoverati nella lista dei martiri! Intrattenere e divertire le persone è invece in stridente contrasto con gli insegnamenti e la vita stessa del Cristo e dei Suoi apostoli. Quale era l’identità e la posizione della chiesa del Nuovo Testamento rispetto al mondo? "Voi siete il sale della terra", non lo "zuccherino"! Il Signore ha forse introdotto "ad arte" degli elementi piacevoli ed accattivanti nei Suoi insegnamenti? Sarebbe stato sicuramente più popolare, ma non era questo che Egli desiderava e insegnava! Quando "molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui", Gesù non disse a Pietro: "Corrigli dietro e rassicurali che domani avremo un tipo di culto diverso, qualcosa di breve e attraente, un sermoncino di poche parole per poi passare una bella serata tutti insieme con della ottima musica rock cristiana. Vedrai che sicuramente apprezzeranno! Sbrigati Pietro, dobbiamo raccogliere persone in qualsiasi modo possibile". No! Gesù ha mostrato compassione per i peccatori, sospirato e pianto per loro, ma non ha mai pensato di intrattenerli. Invano si potrebbero scandagliare le epistole del Nuovo Testamento per trovare una seppur piccola traccia del "vangelo dell’intrattenimento". Il messaggio è, piuttosto: "… uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro …" e qualsiasi cosa che si avvicina al divertimento o all’intrattenimento è palesemente fuori da questo messaggio.
La chiesa del Signore è tale perché ripone assoluta fiducia nella potenza della pura predicazione dell'Evangelo, quella genuina che sussiste da 2000 anni e che si concluderà solo con il Suo ritorno, e non usa alcun altro "mezzo di conquista". Dopo che Pietro e Giovanni furono imprigionati a causa della loro predicazione, la Chiesa dispersa si mise in preghiera, non aveva certamente tempo per organizzare momenti di ricreazione, e dispersi dalla persecuzione andarono ovunque predicando l’Evangelo. Per la potenza di quella semplice predicazione, unta dallo Spirito Santo, misero sottosopra il mondo: questa è la sola differenza rispetto alla chiesa di oggi!
In ultimo è di tutta evidenza che l'uso di queste tecniche evangelistiche producano un clamoroso fallimento poiché non si concretizza l’effetto desiderato. Vediamo un po’ dove sono tutte quelle persone "travagliate ed aggravate" che hanno trovato riposo alle anime loro attraverso un bel concerto! Facciamo alzare tutti quei posseduti, tossicodipendenti o alcolisti che hanno trovato liberazione dalle catene della loro schiavitù grazie a certi teatrini di piazza o concerti da stadio! Sicuramente ad un appello chissà quanti si presenterebbero per recitare la "preghierina per la salvezza del peccatore" così in uso in queste realtà, ma poi? Quanti di questi "ucciderebbero" il vecchio uomo per consentire la "nascita del nuovo"? Non ci saranno mai tali persone: il vangelo del divertimento non produrrà mai dei veri convertiti! Il vero bisogno per la chiesa di oggi è quello di sperimentare un’autentica spiritualità, unita alla sana dottrina biblica, tale da infiammare ogni credente di uno zelo celeste. Signore! netta la Tua chiesa da ogni forma di corruzione e ciarpame che il diavolo ha imposto su di essa, e riportaci ai metodi degli apostoli!

P.S. Spero di non avere urtato la suscettibilità di qualcuno. Nell'eventualità chiedo umilmente perdono, non era questo il mio intento.

Dio ci benedica insieme.

Giovanni

 

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