Stradina nella vallata verdeggiante

Allora ho detto: "Ecco, io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro." (Salmo 40:7)

Le parole di Davide ispirate dallo Spirito Santo si riferivano anche all’avvento di Cristo Gesù.

E pensare che proprio Gesù andò nella sinagoga di Nazareth a leggere davanti a tutti un passo tratto dal Libro del profeta Isaia. Quel passo profetizzava di Lui, ripieno di Spirito Santo mandato dal Padre per evangelizzare i poveri, annunciare la liberazione dei prigionieri, per dare la vista ai ciechi e per ridare la libertà agli oppressi. Dunque Gesù era venuto per compiere quattro importanti azioni:

Evangelizzare i poveri: in altre parole, annunciare la buona notizia della salvezza a coloro che erano considerati gli “ultimi” della società del tempo, a coloro che avevano uno spirito contrito a causa del peccato e a quelli che subivano le ingiustizie da parte dei superbi e dei figli d’ira. Perché l’evangelo è anche questo, dare speranza ai perseguitati in questo mondo di tenebre.

Annunciare la liberazione dei prigionieri: Gesù era l’unico ed è tuttora il solo che può liberare dalla prigionia del peccato. Anche noi non ce ne rendevamo conto ma eravamo prigionieri e schiavi, avevamo delle catene intorno al nostro cuore e sembrava non esserci via d’uscita. Il Signore, in virtù di Cristo, ha deciso nel suo infinito amore di liberarci. Unica ed essenziale condizione: il ravvedimento sincero.

Per dare la vista ai ciechi: Esiste un cieco che non voglia recuperare la vista? Mi sono fatta questa domanda più volte e umanamente parlando, la risposta è sempre stata “no”. Tuttavia se consideriamo la nostra anima, molte persone preferiscono restare nel buio della loro ribellione, accecati dal loro ego e convinti nella loro superbia.  Ci sono ciechi che negano di esserlo e che sentono di non aver necessità di recuperare la vista spirituale. Gesù è morto per una umanità accecata e malvagia. In ciò risiede la grandezza del suo gesto.

Per ridare la libertà agli oppressi: Spesso l’oppressione viene dal sentirsi in colpa. Oppure ci si sente oppressi perché affrontiamo diversi problemi che sembrano non avere soluzione. Una cosa è certa: l’anima oppressa necessita di una liberazione. Gesù è venuto per liberare gli oppressi, per dare una speranza ai cuori affranti. Il nemico delle anime nostre gioca spesso con i nostri stati d’animo. Il Signore lo sa, lo vede e aspetta che andiamo a Lui per trovare riposo e aiuto al momento opportuno.

Se quel giorno i membri della sinagoga avessero aperto il cuore, che gioia avrebbe provato il Signore? Eppure quelle persone gli opposero un aperto rifiuto! Gesù sapeva quali sarebbero state le reazioni e nonostante questo andò lì, tra i suoi, per rinnovare il suo amore verso di loro. Mi ripeterò, ma è giusto sottolineare questo sentimento non corrisposto di un innamorato che non perderà mai la speranza, sino alla fine, di essere finalmente accettato. Tutta la Parola di Dio annuncia dell’amore e del sacrificio prestabilito di Cristo. Sin dalla Genesi, passando per i profeti e giungendo all’Apocalisse, è scritto che Colui per cui ogni cosa è stata creata è altresì il compitore per eccellenza della volontà del Padre e alla fine della storia dell’umanità, Egli giudicherà per mettere una volta per tutte la parola FINE a questa storia che noi, esseri umani, abbiamo fatto di tutto per distorcere e distruggere. Sono parole dure ma bisogna ammettere che più ci guardiamo intorno e più tutto ci sembra confuso. Per questo la nostra speranza deve essere riposta il Colui che ci ha amati per primo e che ha cura di noi, in ogni aspetto della nostra vita.

Ecco, io vengo presto e con me avrò la mia ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. (Apocalisse 22: 12)

Io vengo presto…” Spesso mi sono ritrovata a riflettere su cosa significhi “presto” per il Signore. Poi un giorno lessi in uno scritto che molto probabilmente gli eventi che noi ancora non abbiamo vissuto, davanti a Dio potrebbero essersi già verificati. Questo pensiero l’ho sempre avuto ma non avevo ancora trovato qualcuno con cui condividerlo. Ad ogni modo, se leggiamo che il Signore “viene presto” e in relazione alla nostra epoca osserviamo che tutto sta convergendo profeticamente verso l’adempimento di questa promessa, presumo che non resti molto tempo ancora. È chiaro che la Chiesa sta per essere portata in cielo.

Voglio concludere con le parole di un cantico:

Voglio sempre ricordar, il consiglio del Signor:

Vai avanti e non temer! Ti vedrò, ti vedrò lassù nel ciel!

Che Dio ci benedica!

V.D.S.

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