Meditazione della Scrittura

"Per causa tua siamo ogni giorno messi a morte, considerati come pecore da macello." (Salmo 44:22)

Riflettevo da tempo su questi versi. Nella Parola di Dio, specie nell’Antico Testamento, possiamo leggere dei numerosi nemici del popolo d’Israele e della bontà dell’Eterno verso i suoi. Ad un certo punto ho pensato che, all’epoca, gli israeliti combattevano per la loro sopravvivenza perché il piano del nemico delle nostre anime era quello di distruggere ciò che Dio aveva creato. L’Eterno si era acquistato un popolo perché aveva un piano di salvezza e, come allora, anche oggi non è cambiato nulla. In varie parti del mondo, i nostri fratelli missionari rischiano la vita per portare il Vangelo ad ogni creatura. Nei secoli scorsi, molti fratelli in Cristo hanno versato il proprio sangue immolandosi per la Giusta Causa.

Ripeto, penso e credo che l’unica, reale e giusta causa per cui un cristiano debba combattere è l’avanzamento del Regno di Dio in questo mondo di tenebre.

In Romani 8, al versetto 36 troviamo lo stesso verso del Salmo 44, ma con una traduzione leggermente diversa:

“Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello.”

Se nel Salmo, il verso 22 recita “Per causa tua siamo ogni giorno messi a morte”, in Romani troviamo scritto “Per amore di te siamo messi a morte tutto il giorno”. È interessante quest’ultima traduzione perché differisce da quella del Salmo in un aspetto importante. Cercherò di riassumere brevemente il contesto del Salmo 44. Il testo è dei figli di Core, della tribù di Levi. Nei versi vengono rievocate le grandi vittorie del popolo per mano del Signore, e la disperazione per il Suo mancato intervento nei confronti di un nemico che li opprimeva senza posa. I figli di Core supplicavano il Signore affinché nella Sua bontà li salvasse, infatti troviamo scritto nei versi successivi che non si erano rivolti a dèi stranieri. La loro fede era nell’Eterno e “per causa Sua” erano messi a morte e considerati pecore da macello. A causa della fede che professarono e che non abbandonarono, il nemico si scagliò su di loro cercando di fiaccarli.

Il verso in Romani 8:36 recita “Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno”. Questa traduzione è interessante, ci troviamo nel Nuovo Testamento e se leggete il verso 35, quindi quello precedente, troverete quanto segue: “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” Dunque possiamo ben dire che anche se fossimo messi a morte, ciò non avrà mai il potere di separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, il quale ha dato Sé stesso per tutti noi. Se nel Salmo 44 quella fede professata dai figli di Core testimoniava dell’amore che avevano per l’Eterno e della consapevolezza che Lui sarebbe intervenuto in loro soccorso quando avrebbe deciso di non respingerli più a causa del loro peccato, in Romani 8:35-36 possiamo leggere della certezza di questa fede di coloro che amano il Signore. I figli di Core non imputavano a Dio alcuna colpa, infatti il loro era un grido d’aiuto verso l’unico Salvatore che sarebbe stato in grado di soccorrerli. Furono molte le vittorie degli israeliti, furono molte le sconfitte a causa del loro peccato e posso dire che anche le nostre sono battaglie intense, a volte, e numerose contro un nemico invisibile che si usa delle persone che ci circondano non solo per umiliarci e avvilirci ma anche per distoglierci dalla retta strada con falsi insegnamenti.

L’amore di Cristo è eterno, immutabile e fedele. Cosa possiamo dire del nostro verso di Lui? Come Israele nell’Antico Testamento anche i nostri cuori sono mutevoli. Noi cambiamo ma Dio è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Affidiamoci a Lui, anche se ci sembra di vivere circostanze avverse o strane, il Signore ci guiderà con la Sua Parola e la Sua grande fedeltà fino alla meta celeste.

A Dio sia la gloria!

V.D.S.

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