Il bagliore splendente della risurrezione

“Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato...”  (Romani 5:12)

Il peccato – la disobbedienza alla legge di Dio – deve essere punito, e questo è un principio derivato direttamente dal carattere santo e perfettamente giusto di Dio. Dio dichiarò per la prima volta questo principio dopo aver creato l'umanità e averla posta nel giardino in Eden. “ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Genesi 2:17).

D’altronde, che la conseguenza della violazione di un comando sia una punizione, è il concetto basilare di un qualunque sistema di giurisdizionale. Se non ci fossero conseguenze per la violazione di un comando allora il comando sarebbe totalmente privo di significato! Lo sappiamo per esperienza. Ad esempio, cosa succede quando un’autorità statale non ha le forze necessarie per far rispettare le leggi emanate sul territorio? O più semplicemente, cosa accade quando un bambino non obbedisce al genitore e alla sua disobbedienza non segue alcun provvedimento disciplinare? Si impara velocemente che leggi e avvertimenti sono privi di significato.

Storicamente Adamo ed Eva furono i primi a sperimentare le conseguenze del peccato e a vedere la corruzione che ciò comportò nella creazione perfetta di Dio. Ora, se abbiamo problemi con il motivo per cui Dio permette il dolore, abbiamo dei problemi a credere che Dio possa avere una ragione sufficientemente buona per i suoi decreti. 

L’apostolo Paolo nel NT riafferma e indica gli effetti del peccato e come comprenderlo alla luce dell’opera di Cristo: “perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio” (Romani 8:20-22)

Tutta la creazione è stata maledetta e ciò includeva anche l'esperienza del dolore e della sofferenza.  

Inizialmente la terra era stata donata all'uomo da Dio per essere fonte di conforto e di gioia, ma in conseguenza dell’introduzione del peccato nella creazione è diventata sua nemica e fonte di fatica, stanchezza e dolore. Il dolore ci ricorda costantemente che ora viviamo in un regno afflitto dal peccato. Prima del peccato era "tutto molto buono" (Genesi 1:31) e senz’altro non esisteva nessuna forma di dolore, né per l’uomo né per gli animali.

Molte volte soffriamo, con diverse motivazioni e con diversi tipi di intensità e spesso senza capirne minimamente il senso; La storia di Giobbe, uno dei “campioni della fede” veterotestamentari, ad esempio, ad un momento della sua vita soffrì atrocemente e non ne capì mai il motivo, ma Dio ebbe misericordia di lui e pose fine alle sue sofferenze. Giobbe confidò totalmente in Dio e anche noi, medesimamente, dinanzi alle sofferenze dovremmo confidare ancor più fortemente in Dio ricordando che benché possa sfuggirci la motivazione “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno." (Romani 8:28)

In altre parole, il dolore e la sofferenza non sono senza un senso, seppur noi non ne possiamo comprendere il significato.

Gesù è stata l'unica persona innocente, senza peccato, che sia mai vissuta su questa Terra (1 Giovanni 3:5). Eppure, ha sofferto un terribile dolore, al patibolo, sulla Croce. Lui, l’unico vero giusto per gli ingiusti, per ricondurci a Dio. (1 Pietro 3:18)

Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5:6-8) 

Allora ringraziato sia Dio in eterno perché ha avuto un'ottima ragione per decretare e permettere a Suo Figlio di soffrire, provare dolore e morire, per mostrare il suo perfetto amore per noi!

Cristo Gesù ha sofferto per pagare il nostro debito insanabile in modo che confidando nell’Opera Sua potessimo ricevere il perdono da Dio e ricongiungerci a Lui. (Romani 5:11)

Per tramite della realtà e della verità della risurrezione il credente di ogni epoca può essere sicuro che il sacrificio di Cristo è stato pienamente sufficiente per il perdono dei peccati. “Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.” (1 Corinzi 15:21)

Null’altro occorre aggiungere, ma solo confidare con tutte le nostre forze in Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore.

Dinnanzi al dolore e alla sofferenza non ci resta che confidare nelle meravigliose promesse di Dio e ricordarci di guardare avanti, alla risurrezione, quando il dolore non sarà più un problema per nessuno degli appartenenti al popolo di Dio.

“Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo.” (Romani 8:18)

“Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua.” (Romani 6:5)

“Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile” (1 Corinzi 15:42)

Quando Gesù ritornerà sulla Terra la maledizione del peccato sarà totalmente abbattuta e tutta la creazione rigenerata. Poi, tutti i credenti in Dio di ogni epoca alla fine di questa realtà spazio-temporale, nella Nuova Gerusalemme, vivranno in un paradiso migliore di quello che Adamo all’inizio dei tempi perse in Eden.

Abbiamo la sicura promessa di Dio che nei nuovi Cieli e nuova Terra non ci sarà più né dolore né sofferenza.

“Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.”  (Apocalisse 21:4-6)

Confidiamo e speriamo in Lui, in Lui solo e prepariamoci al Ritorno del Signore Gesù.

A Dio siano onore, lode e gloria in eterno! 

Gianni Cellitti

 

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