Sentiero di strada sterrata

Conosciamo dai vangeli che tanti furono i discepoli di Gesù, uomini e donne di ogni grado sociale, tutti con la stessa possibilità di conoscere il Suo messaggio, ma non tutti con la stessa volontà di lasciarsi guidare da quel Maestro che stava offrendo loro la vera salvezza. Per la parola discepolo, in greco “matetes”, il significato risiede nel verbo che descrive l'azione “matetiao”: imparare, essere istruito. Questa era la figura di quei primi che ascoltarono l'invito del Signore e noi oggi siamo come loro.

Nel Nuovo Testamento troviamo anche i discepoli di Giovanni Battista, oltre a quelli di Gesù poiché il Battista era colui che era stato inviato prima del Signore, per annunciare la Sua opera.

Discepolo, quindi, non può essere detto per chiunque voglia scegliere una propria strada da seguire, ma è colui che fa parte dell'opera di Dio. Infatti Giovanni Battista era stato posto lì da Dio per preparare la strada al Messia che sarebbe venuto dopo di lui. Per cui la direzione di quell'operato conduceva sempre a Dio.

Chi oggi accetta il Signore, sceglie di essere discepolo: sapere che abbiamo bisogno di essere istruiti.

Nel Salmo 32:8 è scritto: “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare.” E sebbene queste parole le troviamo nell'Antico Testamento, sappiamo anche che Gesù è venuto per confermarle, infatti in Matteo 5:17 leggiamo “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.”

Ad ogni buon discepolo che abbia in cuore di essere “adatto al regno di Dio”, spetta prima l'ascolto e poi la pratica. Infatti, il Signore dice: “affinché conosciate per esperienza la perfetta volontà di Dio(Romani 12:2)

Questo elimina quel pensiero di molti che credono che arrivati a Cristo non si possa più cadere. Non c'è esperienza che non implichi qualche errore. Ma sta scritto anche: “nessuno che mette mano all'aratro e poi torna indietro è adatto per il regno di Dio” (Luca 9:57-62). Quindi chi desidera seguire Cristo, si rialza dalle sue cadute ammettendo di aver sbagliato e chiede perdono a Dio prima di ricominciare a camminare per l'opera Sua.

In tutto il Nuovo Testamento sono molti i personaggi descritti che possiamo trovare come esempi di Fede, che sono descrizione di quelle caratteristiche che noi tutti possiamo acquisire affinché possiamo essere chiamati come “i suoi”. Ma troviamo anche figure contrapposte ad essi. E allora noi possiamo esaminarci. In chi ci riconosciamo?

Come figure contrapposte troviamo Maria (Il discepolo che capisce il tempo dell'ascolto) e Marta (che rappresenta la realtà di tanti fratelli indaffarati dietro a cose vane); i discepoli stessi chiamati da Gesù (che lasciarono tutto e subito per seguirlo) e il ricco (che anteponeva tutto ciò che aveva all'unica vera ricchezza che è Dio); Zaccheo (che scelse di dare metà di ciò che aveva e anche quattro volte di più per restituire i soldi rubati ed essere perdonato da Dio) e Anania e Saffira (che scelsero di seguire Gesù ma nel condividere ciò che avevano lasciarono qualcosa per se stessi, sebbene nessuno gli avesse chiesto oltre le loro possibilità. Così per salvare la loro immagine di seguaci mentirono allo Spirito Santo); Pietro (che rinnegò Gesù tre volte, per paura, ma ebbe il cuore distrutto e si pentì) e Giuda (che tradì il Signore perché il suo cuore non fu mai convertito dall'essere ladro). Vediamo anche l'esempio delle Vergini avvedute (che tenevano sempre dell'olio con loro) e quelle stolte (che solo davanti al fatto compiuto si diedero a cercarlo, perché non credettero mai davvero alla promessa che lo Sposo sarebbe arrivato presto).

Tutti questi personaggi, ma anche altri, riflettono alcune delle diverse caratteristiche che distinguono il buono e il cattivo discepolo. Il buon discepolo riconosce “il tempo accettevole” (2 Corinzi 6:2) ed anche il tempo in cui è stato visitato da Dio, ascoltando, credendo e mettendo in pratica la Parola del Signore.

Se per il credente la vera battaglia sta nel non seguire il mondo, ma rinnovarsi attraverso l'istruzione dalla Parola di Dio affinché sia idoneo per il Suo Regno, che ne sarà per tutti coloro che non hanno voluto fermarsi nel tempo dell'ascolto e credere?

Il rischio per chi non riconosce quel tempo è che la Parola di Dio “passi oltre”, come fu per il popolo ebraico nel tempo della prima Venuta del Messia (Luca 19:44). Infatti, il Signore istruì allo stesso modo anche i settantadue che mandò di città in città a portare la buona notizia (Luca 10).

A noi che possiamo essere “buoni discepoli” il Signore dice: Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. (Matteo 24:42)

Ludovica Ferrari

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