Cielo e tramonto

Com’è difficile la nostra condizione umana! Creati per essere spiriti liberi accanto a Dio e agli angeli, siamo adesso prigionieri di un corpo di morte (1) nella speranza di un ritorno a quella libertà.

Il corpo che ci ospita e che fedelmente ubbidisce alla nostra volontà segue tuttavia le leggi terrene, mentre lo spirito nostro, attratto dallo Spirito di Dio di cui sente solo il rumore (2), vorrebbe seguire le leggi del cielo.

È inevitabile il conflitto tra due creature di opposte tendenze che formano incredibilmente una unica creatura: l’uomo.

In Genesi all’uomo viene data la signoria su ogni animale (3); Adamo ebbe la libertà di chiamarli col nome che volle. (4) 

Il nostro corpo seguirebbe le leggi e gli istinti degli animali della terra se non fosse domato, governato, guidato e persino ridotto in schiavitù (5) dall’intelletto illuminato da Dio.

Abbiamo dunque due realtà dentro di noi, due leggi: quella dello Spirito e quella della carne. L’apostolo Paolo ha dedicato la sua vita al tentativo di spiegarci come funzionano; le sue lettere sono piene di insegnamenti a questo proposito.

A quel che capisco, inevitabilmente il nostro corpo seguirà la legge della carne essendo carne; allo stesso modo il nostro spirito seguirà inevitabilmente le leggi dello Spirito essendo spirito. Nasce una lotta e la lotta porterà un vinto ed un vincitore.

L’uomo che “nasce di nuovo” in Gesù, attraverso il battesimo della presa di coscienza e della consapevolezza, viene come rivestito da Cristo stesso e la sua mente si apre alle rivelazioni di uno Spirito-Dio-Padre che lo innalza già adesso mentre vive sulla terra.

Questa cosa è meravigliosa ma anche pazzesca. Noi chi siamo il corpo o lo spirito? Analizzare la risposta in modo razionale significa non avere lo Spirito di Dio e non “essere” spirito. Ma chi è davvero “rinato” non ha più bisogno di rispondere. Non gli interessa più essere capito dagli altri nel mondo e nemmeno capirsi da se stesso; a lui se mai al contrario interessa capire gli altri ed aiutarli dove può; infatti sa che a se stesso c’è Chi ci pensa.

Dunque, in questo conflitto tra spirito e carne noi siamo ciò che vogliamo essere: o l’uno o l’altro.

Essere carne significa seguire le cose del mondo e gli istinti primari che lo caratterizzano: mangiare, sesso, violenza e sottomettere.

Essere nello Spirito di Dio significa essere attratti da Lui e distaccarsi progressivamente dalle passioni umane. 

Il problema è che Gesù ci fa si rinascere come Nicodemo, ma non ci toglie subito dalla terra.

La nostra vita, dunque, diventerebbe inferno se non ci fosse una consacrazione anche nel fisico.

Le due realtà non possono fronteggiarsi allo stesso livello. Questo è accaduto all’inizio della nostra conversione e può accadere talvolta in qualche prova particolare, ma quando noi siamo diventati “persone nuove” abbiamo abbandonato le opere ed i legami della carne. Le abbiamo abbandonate pure se (e qui sta l’assurdo) il nostro corpo ancora vi sarebbe sottoposto.

La progressiva educazione spirituale nella meditazione delle cose di Dio “educa” per così dire le tendenze del corpo e nella pace lo fa essere sottoposto alla legge dello Spirito.

Noi abbiamo sempre due realtà allora, ma avremo alla fine una sola realtà. Solo una sarà sempre più preponderante: la realtà dei figli di Dio. Il corpo dovrà seguire. Gli si dovrà insegnare che la sua “realtà” non è per sempre, ma momentanea, transitoria. Come tale dovrà dare la precedenza all’altra realtà che adesso si presenta con gli abiti della fede, che si chiama speranza dell’eternità.

Certo “insegnare” al corpo a non avere fame è impossibile perché se ciò avvenisse moriremmo per mancanza di cibo; però possiamo insegnargli a non eccedere nel suo istinto. La stessa cosa vale per ogni altro istinto legato alla carne.

Sarebbe interessante approfondire ora come può la realtà della nostra fede insegnare l’ubbidienza al nostro corpo. Con la durezza delle privazioni imposte? L’ascetismo della mortificazione? Voi che dite?  Magari c’è un’altra strada…. Più avanti ne parleremo. Intanto vale la pena toccare subito un tasto dolente: come facciamo presto ad accomodarci nella realtà che più ci conviene.

R.R.

(Continua... la seconda parte uscirà 27 maggio) 


(1) Romani 7:24

(2) Giovanni 3:8

(3) Genesi 1:26

(4) Genesi 2:19-20

(5) 1 Corinzi 9:27

 

 

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