croce di tavole

“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20)

Tutto ciò che esiste è guidato e regolato da un’intelligenza sublime e buona, che a volte è immediatamente e chiaramente riconoscibile, altre volte la si può solo intuire con stupore e riverenza.

La pianta che orienta le sue foglie verso il sole; il neonato che cerca istintivamente il seno materno; tutti gli ecosistemi della terra che rivelano connessioni profonde, talvolta incredibili, tra gli esseri viventi che li compongono; il meraviglioso equilibrio dei sistemi infinitamente piccoli (cellulari, atomici, subatomici) e quello dei sistemi infinitamente grandi (planetari, galattici, intergalattici).

Ogni cosa naturale è intelligente, esiste e si muove per realizzare gli scopi legati alla conservazione della propria e altrui vita. La natura nel suo insieme è intelligente in modo altissimo, troppo alto per poterlo comprendere appieno. A volte, ciò che ai nostri occhi appare disordinato, insensato o crudele, è in realtà ordinato, sensato e buono ad un livello superiore che non riusciamo a comprendere, non ancora. Tutto è sensato e buono, perfino il dolore, perfino la morte.

Tutto ciò che accade su questa terra è ombra delle cose che un giorno vedremo chiaramente, come scrive Paolo in 1Corinzi 13:12. Il cerbiatto che muore per nutrire il leone, il leone che muore per nutrire l’erba dei campi, che a sua volta nutre altri animali: tutto questo è simbolo del fatto che le cose piccole muoiono per far vivere quelle più grandi, e vivere in esse una vita dagli orizzonti più ampi, in connessione con gli altri. Anche noi siamo chiamati a far parte di qualcosa di più grande.

Dio ci ha dato l’esempio in Gesù Cristo, che è morto a Se stesso per vivere in noi. Ha rinunciato alle cose grandissime che già aveva per permettere la nascita di qualcosa di ancora più grande.

Questa è la logica dell’amore: morire a se stessi, seppellire il proprio egocentrismo e la propria solitudine, per entrare in una vita più grande, dove siamo una cosa sola con gli altri. In questa logica ecco che la sofferenza e la morte sono anch’esse sensate e buone.

Se invece ci rifiutiamo di riconoscere questa intelligenza, se ci ostiniamo a credere solo in ciò che comprendiamo appieno, ci condanniamo al dolore impotente di vivere una vita insensata, dove l’unico guadagno è il piacere che si può ricavare dal godimento dei sensi, piacere comunque guastato dalla prospettiva dell’inevitabile fine.

Non temiamo quindi di far morire ciò che non ci fa crescere nell’amore, non temiamo la sofferenza passeggera di una privazione, non temiamo la morte della carne. Abbiamo fede, perché aver fede significa stare nella logica benevola di questa vita, e del suo e nostro Creatore.

Sorry, this website uses features that your browser doesn’t support. Upgrade to a newer version of Firefox, Chrome, Safari, or Edge and you’ll be all set.

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito stesso.
Proseguendo nella navigazione accetti l’uso dei cookie; altrimenti è possibile abbandonare il sito.