Pregare

“Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole.” (Matteo 6:7)

È interessante vedere come Gesù giudica questo tipo di preghiera mettendola in relazione addirittura a quella dei pagani. Se la preghiera dell’ipocrita (tipica dei Farisei) era esibizionismo, spettacolo per mettersi in mostra danti alla gente, la preghiera del pagano è ripetizione meccanica, strumento matematico per esercitare pressione sulla divinità, ma priva di cuore.

Non c’è cosa più fastidiosa che sentir pregare un “impiegato professionista della preghiera”! Li riconosci subito quando entrano magari in visita in una delle nostre chiese evangeliche: giacca e cravatta, hanno una voce ben impostata forte e decisa che sopravanza quella più timida di molti altri credenti; i loro “amen” e “lode e gloria” spiccano in momenti perfetti del culto. Quando pregano sempre a voce alta recitano uno standard ben sperimentato fatto di introduzione, lodi classiche che vanno sempre bene in ogni circostanza, buone parole per la comunità, per il pastore e grandi benedizioni per tutti. Praticamente non dicono niente, ma tutti dicono di loro: “ma che bravo! Come prega bene!” Queste persone a volte assomigliano ai politicanti logorroici.

Poi c’è quello prolisso per natura, che quando prega la prende alla lontana ci mette dentro spiegazioni, testimonianze, fatti personali, insegnamenti, citazioni, ecc... Alla fine non si sa bene il motivo per cui ha pregato, ma tutti dicono “Amen!”

Poi c’è quello che non riesce mai a tacere e sull’onda di altri non può esimersi dal parlare pure lui. Parole ripetitive che magari altri hanno appena detto, tanto per ridirle, che stancano probabilmente anche il Signore.

Tutto questo non è solo fastidioso ma è definito nella Bibbia “sacrificio degli stolti”:

“Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio e avvicìnati per ascoltare, anziché per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure che fanno male. Non essere precipitoso nel parlare e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio; perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; le tue parole siano dunque poche;” (Ecclesiaste 5:1-2)

Gesù quando viveva, parlava, insegnava, e nel “Padre nostro” (1) che ci ha trasmesso è un perfetto esempio di equilibrio e sobrietà. Non dice mai troppo né troppo poco. Chiediamo a Lui questo equilibrio di controllo saggezza e sapienza, affinché Gli sia gradito il nostro vivere ed il nostro pregare.

R.R. (prima pubblicazione 2015) 


(1) Per chi vuole approfondire c'è un nostro dossier: ISTRUZIONI DI GESU’ AI DISCEPOLI PER LA PREGHIERA - IL "PADRE NOSTRO"

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