primi fiori spuntano dalla neve

“Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta” (Giovanni 2:22)

Non tutto quello che ci dice il Signore si capisce subito. Alle volte è necessario un periodo di tempo affinché la nostra coscienza possa appoggiarsi alla conoscenza che deriva dalla sperimentazione pratica. E’ come un seme che viene messo sotto la neve: te lo dimentichi come se non esistesse, poi arrivata la stagione giusta vedi che non è morto ma che improvvisamente e sorprendentemente cresce rigoglioso. 

Vi sono insegnamenti più profondi di altri che non possiamo arrivare subito a fare nostri. Non si tratta di poca intelligenza ma di una normale limitatezza umana. La nostra mente sulla terra si può estendere solo in due direzioni: il passato ed il futuro. Una specie di allungamento temporale, ma non di più. Lo Spirito di Dio invece ci predispone ad un altro tipo di apertura: quella in tutte le direzioni, una dilatazione che è allo stesso tempo conoscenza immediata; e questa  dilatazione dimensionale di conoscenza la possiede Dio e noi siamo predisposti a viverla. (1)

Poco più avanti del versetto che abbiamo preso in considerazione c’è l’episodio di Nicodemo (Giovanni 3:1-20), dove si parla di una “nuova nascita”. Anche qui non è facile a capirsi ed anche noi come Nicodemo, spesso rimuginiamo sul significato più profondo.

E’ necessaria una unzione spirituale particolare affinché le nostre orecchie possano capire bene (2) affinché la nostra mente possa davvero aprirsi (Luca 24:45). Ci sono dei tempi di maturazione perché l’uomo possa rendersi conto delle cose di Dio: la neve che copriva il seme non l’ha fatto gelare, al contrario l’ha mantenuto protetto fino alla primavera: la protezione di Dio, come la neve pura,  ci mantiene “in temperatura” tramite la fede, fino a che quello che deve comparire comparirà.  “che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi” (1Pietro 1:5)

E’ come se Dio vivesse in un luogo di una intensità troppo elevata, incomprensibilmente “pluridimensionale”, e pericolosamente complessa per la fragilità con cui come siamo fatti noi adesso. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. (Isaia 55:9)

Se fossimo subito a contatto con tutta la "sostanza di Dio" senza prima essere trasformati, saremmo distrutti come in una fornace atomica. Allora due sono le cose: o Dio scende a noi in maniera rapportata alla nostra inadeguatezza, o ci rapisce trasformandoci in modo che alla Sua presenza non moriamo.

Ed è questo che Dio fa/ha fatto/farà (ho usato il verbo al passato al presente ed al futuro tutto insieme perché nell’eternità non credo che la misurazione del tempo sia lineare come avviene ora sulla terra: davanti all’Eterno probabilmente è tutto un presente in continua vita).  

Egli è disceso/discende. Dio-Padre in Dio-Cristo è sceso fino a noi per aprirci una strada (Isaia 40:3; Giovanni 14:6);

Dio-Cristo in carne ed ossa ha parlato il nostro linguaggio e ci ha spiegato la Scrittura aprendola con gli insegnamenti, che poi con Dio-Spirito abbiamo potuto aprirci a nostra volta per accoglierli e capirli e farne parte allo stesso tempo.

Egli ci ha rapito/ci rapisce. Dopo Enoc (Genesi 5:24), dopo Elia (2 Re 2:11), Gesù stesso, una volta risorto, ascese al cielo. Egli è come se ci avesse indicato e preparato la strada. Presto manderà i Suoi angeli a rapire anche noi. In pratica Dio realizza/ha realizzato/ realizzerà entrambe le cose: la Sua discesa verso di noi, in noi, e la nostra ascesa verso di Lui in Lui dopo una meravigliosa trasformazione del nostro corpo terreno in spirituale.

Che importa se è difficile da spiegare e da capire?  Se è difficile razionalizzarlo allora non lo faremo, però lo sperimenteremo, perché questo tipo di conoscenza ARRIVA  a noi, non è merito della  nostra bravura. E’ Lui che arriva a noi e ci porta con Lui: la prima parte è quella neve protettiva che chiamiamo fede, che ci predispone, ci prepara, ad uscire alla luce. Presto lo sperimenteremo.

Chiediamo allora con fede questa nuova nascita; non solo chiamiamola, ma viviamola al più presto perché la nostra primavera non è lontana.

Dobbiamo acquisire un nuovo modo di pensare, affinché i pensieri di Dio possano arrivare a noi. Chiediamolo a Dio-Padre per i meriti del Signore nostro Gesù. Poi aspettiamo i tempi che Lui ha stabilito. Egli è vicino. 

R.R. (prima pubblicazione 2015)


(1) "Siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo." (Efesini 3:18)

(2) "Poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!» che vuol dire: «Apriti!» 35 E gli si aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse la lingua e parlava bene" (Marco 7:34)

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