Sole coi suoi raggi nel cielo

Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.  Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore.  Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo».  Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Romani 12: 17-21)

Che cosa vuol dire “fare il bene”? Beh, esistono diverse interpretazioni riguardo questo concetto. Sì, è un concetto che l’essere umano ha elaborato in mille modi senza mai trovare la giusta interpretazione.

Comportarsi bene, potrebbe voler dire per la maggior parte delle persone semplicemente essere ligi al dovere, sia nel lavoro che in famiglia, rispettare le leggi emanate dallo stato del proprio Paese, non arrecare danno al prossimo e magari dare pure l’elemosina, quando si presenta l’occasione. Una sorta di minestrone tra leggi stabilite dall’essere umano e precetti religiosi fatti passare come princìpi universali.

Ne ho conosciute di persone che credevano di vivere nel giusto ma che in realtà non avevano mai conosciuto il fondamento della giustizia!

Mi chiedo cosa ne sarebbe stato di noi senza i precetti che il Signore ci ha lasciato. Sin dall’antichità il bisogno spirituale dell’essere umano è sempre stato manifesto. Basti pensare ai popoli pagani di cui leggiamo nella Parola di Dio e che abbiamo anche studiato a scuola. L’uomo ha in sé un desiderio di adorazione del divino che non è frutto della sua mente, ma che deriva dall’impronta che il Signore ha lasciato quando creò Adamo ed Eva. Un’impronta spirituale di amore e di lode lasciata nel cuore dell’uomo, affinché chiunque la riconosca possa tornare al cospetto del suo Unico e Sommo Creatore.

Ma torniamo al passo inziale di Romani 12:

Impegnarsi a fare il bene davanti a tutti gli uomini non è così difficile come sembra. Chi ha conosciuto il Signore e imita il comportamento di Gesù, sforzandosi di fare la volontà di Dio, sa nel suo cuore che ogni opera buona compiuta qui sulla Terra avrà a suo tempo la ricompensa nei cieli. Non sto dicendo che il cristiano si sforza di fare il bene per ottenere qualcosa in cambio, ma una delle conseguenze dell’amore di Cristo è proprio il voler compiere opere a Lui gradite, che onorino il Padre celeste. Il motore che ci spinge a cercare di fare il bene è l’amore di Dio. È anche scritto nella Sua Parola che ogni cosa che facciamo la dobbiamo fare in vista di Lui. Ricordiamoci che un giorno lo vedremo faccia a faccia e dovremo rendere conto di ogni nostra azione, sia in male che in bene. E questo vale per tutti, anche per la Chiesa di Cristo. Dunque chi è nato di nuovo e ha conosciuto il Signore, conosce il vero significato di compiere il bene in questo mondo. La prospettiva umana di fare il bene è dunque falsata, perché è offuscata dalla visione terrena e carnale della vita.

Se dunque siamo incoraggiati a fare il bene, sappiamo che quando riceviamo il male non dobbiamo cedere al nostro istinto umano di comportarci allo stesso modo. So che le mie parole possono risultare superficiali, ma vi assicuro che per arrivare ad affermare ciò ci è voluto molto tempo e tante riflessioni.

Quando l’uomo commette il male nella società, non sa che lo sta facendo in primis a sé stesso. Ogni tipo di azione malvagia danneggia inevitabilmente la nostra anima oltre che il nostro prossimo. E se dico questo, intendo che anche una sola parola oziosa pronunciata contro un nostro fratello di sangue o conoscente, produce sentimenti negativi che a loro volta ci offuscano la mente. Ma non sempre questo tipo di comportamento è considerato condannabile dal punto di vista umano. Tuttavia siamo chiamati a porgere l’altra guancia esattamente come ha fatto Cristo Gesù durante la sua vita terrena.

Magari chi sta leggendo adesso penserà al suo datore di lavoro dallo sguardo arcigno, oppure ad un vicino di casa che si prende troppe libertà e ci infastidisce deliberatamente. Qualcuno avrà subìto un’ingiustizia tale da pregiudicare la sua posizione in questa società. Ci saranno persone la cui dignità è stata lesa, qualcun altro ci avrà fatto passare per ciò che non siamo, ecc. Prendiamo tutte queste amarezze e portiamole davanti al trono di grazia, perché Colui che ci ha creati sa che il nostro cuore è appesantito dalla sofferenza.

Sappiamo infatti che se coloro i quali ci hanno fatto torti gravi non si ravvedono, resteranno sotto “l’ira di Dio che farà la vendetta dei suoi figli”. So che per molti può sembrare un parlare duro, ma se ci pensiamo bene, prima di sperimentare il dono di Dio anche noi eravamo figli d’ira, condannati senza appello se non avessimo accettato Gesù nel nostro cuore. Perdoniamo affinché il Signore ci perdoni a sua volta, preghiamo per quelli che ci perseguitano, diamo ciò che è nelle nostre possibilità se il nostro nemico un giorno busserà alla nostra porta in cerca di soccorso. Il male si vince con il bene e anche se agli occhi degli altri possiamo sembrare deboli e succubi di qualcuno, agli occhi del Padre stiamo adempiendo esattamente ciò per cui siamo stati chiamati. La nostra vita è breve, non sappiamo se domani ci saremo né cosa accadrà tra un giorno, un mese o un anno. Tutte le cose negative che vogliono tenerci legati devono essere sciolte. Chiediamo al Signore la forza di perdonare, di pregare per gli altri e di attendere il momento in cui lo vedremo come Egli è, comparendo per grazia irreprensibili e di nulla mancanti.

A Dio tutto l’onore e la gloria!

V.D.S.

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