I MEDIA STESSI SONO CONDIZIONATI ANCOR PRIMA DI NASCERE
Seguite questo semplice ragionamento:
1) Un media qualsiasi (ad esempio un giornale) per poter sussistere ha bisogno di un sostegno finanziario regolare;
2) La caduta del “cartaceo” e l’esorbitante costo delle trasmissioni televisive ha provocato negli anni un’aumento progressivo ed inarrestabile della concentrazione della proprietà dei media nelle mani di pochi “attori forti” e una dipendenza economica sempre più importante dai proventi derivati dalla pubblicità;
3) Non si pensa mai che per pubblicità non si intende solo una semplice fabbrica che deve vendere il suo prodotto, ma anche dei servizi di vario genere come quelli bancari o politici che il più delle volte non appaiono direttamente negli spot. Quest’ultimi sono però di gran lunga i più potenti, perché hanno la reale capacità di spostare l’ago della bilancia nelle scelte editoriali del media. Ad esempio, se un media che invece di mettere in evidenza la floridezza e la stabilità di un certo istituto bancario ne criticasse la cattiva condotta sulla costruzione e l’assegnazione di certe case popolari, quasi certamente non riceverebbe più da questi i sostegni economici necessari;
4) Prendiamo la TV ed i politici: l’apparizione ad esempio di un politico ad una certa ora di maggiore “audience” in un certo programma televisivo, non è mai casuale; Una complessa macchina organizzativa ti dà si i mezzi ed i soldi per fare la tua trasmissione, ma a quell’ora di quel giorno, devi lasciare spazio al politico di turno senza fare storie; anzi, devi mettere le cose in maniera tale che sia tu a fargli una intervista “casuale”, con domande come da copione sapientemente preparate da chi studia gli indici d’ascolto, solo per fargli fare bella figura. Chi non si adegua viene oscurato e confinato in vari modi.
5) Risulta evidente dunque che un media a livello nazionale è fortemente condizionato sul nascere nella scelta di cosa potrà dire o non dire.
Cari amici questo è solo un dato di fatto molto semplice, un punto di partenza che non dobbiamo dimenticare: la “verità assoluta” nei media non esiste. Se davvero la cercate, ve la dovete cercare da soli, ricordatelo.
I credenti poi non confondano mai il concetto di “Verità” di Cristo, con quella del mondo; le parole sono simili ma i contenuti e le finalità non c’entrano niente l’uno con l’altro.
(Continua… la seconda parte uscirà l'11 maggio)
R.R.