Signore, il mio cuore è un cavallo selvaggio
che galoppa sfrenato nella brughiera.
Esso freme ad ogni salto di vento
e ricolma i capaci polmoni dell'aria che aspira.
A tratti si ferma, dilata le nari...
è l'aria marina che accende i suoi desideri!
Il suo sguardo tradisce i suoi sensi:
antichi pensieri e torbidi sogni futuri...
La mia mente Signore, è un puledro indomato
che mal tollera il morso della Tua correzione.
Esso sfugge al galoppo il rimbrotto,
orgoglioso si cela al governo,
preferisce al calor della stalla il libero inverno
Catturalo prego, deh! rendilo domo...
e mite e pentito ai tuoi piè conducilo prono!
Benedetti i legami che mi portano a Casa!
Queste briglie tenaci con le quali mi tienti;
questa soma pesante che m'imponi sul dorso;
gli speroni pungenti che mi straziano i reni:
la mia bocca ferita dagli insulti del morso;
il vincastro che m'indica il giusto spedire;
e la brusca feroce con cui netti il mio umore!
La tua mano Signore, stasera, carezza il mio cuore.
Col suo tocco gentil, mi consola del giusto patire,
le ferite che prima mi hai inferte, ora sento guarire.
e la voce della Colomba mi fa rigioire.
Hai costretto un puledro ribelle a un recinto d'amore,
la mia mente ch'è stata aggiogata ti vuole obbedire!
I miei lombi che ora hai domati Ti san sopportare,
la mia carne sfrenata e selvaggia ti vuol sottostare...
Quei nitriti ribelli e arroganti mutasti in un canto,
che magnifica ed esalta la gloria del Nome Tuo Santo!
Felice Mastantuoni