Sono andato a salutare un amico: un vecchio albero al bordo delle saline.
Tanti anni fa fa non c’erano recinzioni e gli passavo accanto e mi riposavo vicino a lui.
In uno dei miei lunghi pomeriggi fatti di mare conchiglie e sogni, una volta lo disegnai senza fretta e lui sembrò soddisfatto del risultato.
In quei lunghi inverni quando era freddo e sui monti gelava, sentivo dalla mia casa il continuo viavai dei camion carichi di sale.
Ora ne hanno fatto un’oasi naturale e le saline non funzionano più.
Adesso ci riposiamo: io ho i capelli bianchi, sono in pensione, passeggio senza più la fretta di trovare il grande amore; lui sembra sonnecchiare in questa oasi tra turisti, gabbiani ed uccelli dalle piume colorate. Però non pare invecchiato: è sempre verde, identico, sembra avere una vita senza fine, lo riconoscerei tra mille; chissà se lui ha riconosciuto me.
Mentre partivo e dalla macchina lo salutavo, anche lui mi ha salutato, in modo simile a come fanno i pini del mediterraneo nella brezza della sera, dicendomi calmissimo a voce bassa: “Non essere triste amico, va bene così… lascia fare… saremo di nuovo insieme in questa oasi senza tempo, io lo so… fidati... va bene così… ciao..”