Counseling

DOMANDA:

“Ultimamente mi sono imbattuto nell’uso di una tecnica psicologica, il “Counseling biblico”, all'interno della chiesa. Questa tecnica mi ha un po' lasciato perplesso e vorrei approfondirla alla luce della Scrittura. Ora conosco tale tecnica psicologica ma la sponsorizzazione come metodo che risolve i problemi delle genti (preoccupazioni, ansie, ecc..) con una ammantatura di biblicità mi ha lasciato perplesso, in quanto non il Signore e il Suo Spirito è al centro ma bensì i vari pastori che la propongono e la tecnica stessa, confinando a proprio uso e consumo della potenza misericordiosa della Parola di Dio. Tu cosa ne pensi?”

RISPOSTA:

Per prima cosa cerchiamo di approfondire di cosa si tratta nello specifico questa tecnica psicologico-terapeutica denominata “counseling biblico”:

“Il Counseling Biblico è un modello di ministero personale basato su una pratica psicologico-terapeutica che integrando i principi cristiani con alcuni concetti tipici della psicologia contemporanea mira ad aiutare le persone a risolvere i loro problemi e le loro difficoltà emotive, spirituali e relazionali per affrontare al meglio le sfide della vita e incentivare la crescita personale. Le figure coinvolte in questa pratica sono: il “cliente” che richiede una consulenza e il “counselor”, ovvero il consigliere che si pone quale figura atta a mediare tra la natura dei problemi del cliente e la corretta interpretazione e applicazione dei principi biblici in grado di risolverli per migliorare la vita del cliente. L'obiettivo finale del Counseling Biblico consisterebbe in ultimo nell’aiutare i cristiani ad identificare tutti quei comportamenti, all’origine dei loro problemi, che non sono coerenti con gli insegnamenti biblici, in modo che possano diventare più accettanti della volontà di Dio.”[1]

Ora che ne abbiamo appreso i tratti caratteristici cerchiamo di delinearne gli aspetti positivi e soprattutto i probabili aspetti problematici.

A primo impatto, infatti, il “counseling biblico” potrebbe sembrare una pratica del tutto positiva, che c’è di meglio di aiutare il prossimo tramite l’applicazione dei principi biblici? Beh, forse in questo caso le cose non stanno proprio del tutto così… certo, non nego che in alcuni casi potrebbe risultare una pratica utile e che possa anche portare a dei risultati concreti, ma ritengo che l’approccio di interpretazione delle Scritture usato dal “counseling biblico” presenti più problemi che benefici; e difatti nella tua domanda iniziale hai già ben delineato in gran parte le possibili gravi problematiche di approccio così potenzialmente strumentale all’interpretazione della Parola di Dio.

Ora, è vero che è molto giusto cercare di applicare nella propria vita ciò che la Bibbia dice di fare, ed è molto nobile cercare di aiutare disinteressatamente un fratello o una sorella in Cristo nel farlo. Ma in questo caso il counseling biblico, anche solo da un semplice punto di vista economico, non credo si adatti in nulla al modello di un reale aiuto disinteressato verso il prossimo e tant’è che la promozione di corsi di “counseling biblico” non si distinguono di molto da altri tipi di corsi ad orientamento psicologico.

Inoltre, il tentativo di risolvere i propri problemi emotivi, spirituali e relazionali attraverso l’uso meccanico di determinati principi biblici mi sembra essere del tutto un approccio strumentale e fittizio rispetto al reale e complessivo messaggio della Scrittura. Delle volte applicare gli insegnamenti della Bibbia nella nostra vita può portare a dei problemi, non risolverli! Il mondo in cui viviamo non è amico della Parola di Dio e non dovremmo pertanto aspettarci che l’automatica applicazione di concetti biblici (vai poi a vedere quali e secondo quale tipo di interpretazione) nella nostra vita possa magicamente migliorare o risolvere tutti i nostri problemi.

La Bibbia non è un manuale pratico per “life coach”[2] e anzi, prelevare forzatamente dal proprio contesto spirituale, culturale e storico alcuni versi della Bibbia per farli diventare “ubiquitari principi biblici sempre utili” da usare all’evenienza non mi sembra essere un approccio saggio.

Ma ulteriori problematiche di questa pratica possono essere dovute al fatto che:

  • Il counseling biblico si basa spesso su una visione distorta della natura umana, che nega il libero arbitrio e la responsabilità personale, e attribuisce tutti i problemi a cause spirituali o peccaminose. Il counseling biblico si fida di fonti umane fallibili, come i libri di psicologia o i manuali di counseling, anziché del complessivo messaggio di salvezza della sola Parola di Dio, che è infallibile e sufficiente per ogni bisogno.
  • Il counseling biblico si propone di cambiare il comportamento o le emozioni delle persone, invece di trasformare realmente il loro cuore e la loro mente mediante la grazia e lo Spirito Santo. Insomma, tale pratica solo apparentemente sembrerebbe incentivare una corretta relazione tra Dio e il credente.
  • Nel counseling biblico c’è sempre il rischio di una lettura selettiva o distorta delle Scritture, che può portare a una visione parziale o errata della volontà di Dio e della natura umana.
  • Il counseling biblico espone sempre al pericolo di una dipendenza eccessiva dal consigliere, che può ridurre la responsabilità personale e la libertà di coscienza del cliente e incrementare la possibilità di una manipolazione o un abuso da parte del consigliere, che può sfruttare fragilità e vulnerabilità per imporre le proprie convinzioni o interessi.
  • Il Counseling biblico ha un approccio tipicamente direttivo: nelle comunità cristiane, la relazione d’aiuto tende ad essere fortemente direttiva, normativa, autorevole, con un carattere di assoluzione, avvertimento, approvazione o disapprovazione. Questo può portare a una mancanza di crescita e consapevolezza delle proprie risorse cognitive, emotive e comportamentali.[3]

Anche un noto consulente cristiano Larry Crabb, che ha ricercato un approccio più profondo alla cura spirituale, dopo aver avuto una crisi della fede, sia spirituale che professionale non riuscì più a capire come il cristianesimo e il counseling potessero essere realmente compatibili. Gli insegnamenti biblici applicati meccanicamente sembravano estranei ai problemi del mondo reale dei suoi pazienti e l’integrazione con le pratiche psicologiche creava molti più problemi di quanti ne risolvesse. Inoltre, Larry Crabb si convinse che il counseling biblico non fosse abbastanza biblico.[4]

Per concludere, il Counseling biblico sembra essere una tecnica psico-terapeutica ricca di problematiche nella pratica e solo astrattamente attinente al complessivo messaggio della Bibbia nella teoria. Ciò non significa che non possano esserci sicuramente “counselor” con buone intenzioni e anche delle persone che ne abbiano poi tratto un qualche giovamento per la propria vita, ma in ultimo credo personalmente che, alla luce dei rischi elencati, la pratica del counseling biblico, così vicina com’è alle pratiche del “Vangelo della prosperità”[5], sia da evitare o comunque da maneggiare con massima vigilanza. I rischi di uno sviamento da una corretta relazione personale con Dio infatti sono sempre presenti.

Un saluto fraterno. 

G.C.


[1] Tratto da: https://www.coramdeo.it/wp-content/uploads/2018/08/Counseling-Biblico-Mod1.pdf.; Consulenza cristiana: Cos'è il counseling cristiano? https://simboloreiki.com/it/che-cos%C3%A8-il-counseling-cristiano/.; Cos'è il Counseling Cristiano? - Spiegato. https://bing.com/search?q=cos%27%c3%a8+il+counseling+biblico.

[2] Un "life coach" è una figura professionale che supporta le persone nel loro percorso individuale di miglioramento e crescita personale, sia emotiva-psicologica che professionale. In altre parole, un life coach aiuta le persone a individuare il percorso di uscita da un problema di un certo rilievo o da una fase di stallo esistenziale.

[3] Tratto da un elaborazione di Bing IA

[4] https://clcitaly.com/post/larry-crabb-counselor-cristiano-che-continuava-ad-analizzare

[5] Il "Vangelo della Prosperità", noto anche come "Vangelo della Salute e Ricchezza", è una interpretazione del Vangelo di Gesù che sostiene che Dio ricompensa un aumento di fede con un aumento di salute e/o ricchezza. Questa dottrina sostiene che la salute fisica e il benessere economico sono diritti divini automatici per tutti i cristiani che credono nella Bibbia, e possono essere generati dalla fede come parte del pacchetto della salvezza. Secondo questa dottrina la fede è una forza spirituale auto-generata che conduce alla prosperità e di conseguenza la fede, la preghiera e le donazioni alla chiesa sono i mezzi per ottenere le benedizioni materiali e spirituali di Dio. In altre parole, per questa dottrina Dio si appresta a diventare di fatto un mero erogatore di beni secondo il volere degli uomini. Il Vangelo della prosperità è criticato da molti cristiani che lo considerano una distorsione del vero messaggio evangelico e una manipolazione a scopo di lucro verso i credenti. (Fonte: https://www.coramdeo.it/articoli/quello-dovresti-sapere-sul-vangelo-della-prosperita/ e https://it.aleteia.org/2018/08/07/vangelo-prosperita-economica-gesu/)

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