Quando nelle chiese, soprattutto pentecostali, si dà spazio ai quei preziosi momenti di adorazione in presenza dello Spirito di Dio, i cuori dei fedeli come fossero uno solo, all’unisono, si aprono alla presenza di Dio vivo.
Non si spiega questo dono sublime e sereno, che non avviene sempre; si può solo dire “grazie della Tua presenza Signore nostro”. Ma chi lo ha provato ha percepito un pezzetto di paradiso e sentirà per molto tempo la nostalgia struggente di Dio.
La musica è nata per trasmettere l’armonia dell’Eterno che ci solleva accanto al Suo trono, sulle Sue ginocchia ci accarezza.
Le voci degli angeli tra dolci armonie esistono davvero e potremo un giorno ascoltarle mentre ci prendono per mano.
Provare questa gioia con i fratelli e le sorelle significa lasciarsi andare alla musica, sciogliersi, essere in una vera comunione nell’unico Dio, nell’unico Amore che da Lui scende si accosta e poi a Lui risale sollevandoci mentre sparisce ogni inquietudine umana.
Ma anche da soli nella nostra stanzetta questi momenti di adorazione armonia e comunione con il Signore si possono provare, se Dio vuole. Può essere anche il silenzio a riempirsi di armonie, o può essere un canto evangelico che si ripete e sembra trascinarci in alto. Anzi, quando siamo soli nella nostra stanza, in un certo senso abbiamo meno inibizioni e possiamo alzare le mani, piangere, inginocchiarci, lasciare che il nostro corpo esprima la nostra devozione al Signore vivo, che viene a trovarci.
Sono momenti importanti, che dobbiamo favorire, ricercare, perché ci rafforzano. Nessun fanatismo, nessuna magìa. Abbiamo bisogno della presenza del Signore, di poterLo recepire, senza essere troppo “incendiati”; perché se lo spirito nostro è pronto ed anela a questa unione potente, il nostro corpo può arrivare fino ad un piccolo gradino, poi non ce la farebbe ad andare oltre e potrebbe subire dei danni.
Anche il Signore desidera l’unione con noi ma conosce bene le nostre fragilità terrene come un vaso di terra, e ci viene vicino quanto basta, affinché noi possiamo sempre più sentire la Sua presenza e allo stesso tempo restare vivi nel corpo.
Quando dopo il rapimento, saremo con Lui, allora anche questo corpo terreno sarà trasformato e allora si che Lo vedremo per come veramente è (cfr. 1 Giovanni 3:2) e vedremo noi stessi per come ci aveva concepiti l’amore di Dio.
R.R