Raggio di sole su specchio d'acqua

Considerazioni utili prima di un avvicinamento ragionato all’Apocalisse

“Fui rapito dallo Spirito nel giorno del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una tromba, che diceva:" (Apocalisse 1:10)

Essere “rapiti dallo Spirito” è qualcosa che andrebbe spiegato e, per quanto possibile, cercato di capire, prima di procedere all’interpretazione del libro.

Anche se tutti si sentono di scriverne, io credo che possa tentare di spiegare questo fenomeno solo chi ha avuto la grazia immeritata di averlo già sperimentato. Le spiegazioni teologiche, scientifiche o intellettuali non servono a niente.

Per avvicinarci almeno un poco, partiamo da un normale sogno, di quelli che facciamo tutti. Avrete notato che ne esistono di molti tipi, tuttavia possiamo tirar fuori alcune caratteristiche comuni: Non c’è una logica umana e razionale. L’essere in un posto o in un altro non dipende sempre da una scelta ponderata: “adesso vado lì, adesso mi sposto di là...”, magari ci si trova già in certi posti senza sapere come. La scena può cambiare improvvisamente, apparentemente senza motivo: la persona con cui parliamo può trasformarsi e diventare un’altra, mentre noi continuiamo a vivere la stessa storia. Capita nel sogno che ciò che pensiamo, quello viviamo e quello esiste ed è. Questo particolare e delicato fenomeno della fantasia ha sempre affascinato l’uomo che non se lo sa spiegare. Diciamo che c’è una parte di noi che non dorme e che si manifesta attraverso delle immagini o dei simboli o delle emozioni che ci raffiguriamo durante la notte.

Questo fenomeno se rapportato alla grandezza di Dio, seppure nel nostro piccolo, ci fa riflettere sul significato della creatività divina. Se io, infatti, in un sogno penso di essere al mare e subito mi trovo là, ne vedo il colore ne percepisco il moto ondoso, lo sento attorno alla pelle mentre nuoto… se io che non sono nulla posso provare questo in una scintilla di fantasia, pensate a Dio, con la Sua potenza, quando crea… Lui pensa e la cosa che ha pensato avviene, è realtà. Ma non andiamo troppo oltre sui sogni, fermiamoci qui.

Passiamo alle visioni. Con questo termine possiamo intendere sia dei sogni, intesi come “visioni notturne” in senso generale, sia immagini o scene molto forti che possono accadere in particolari momenti. Fanno parte di questa categoria le allucinazioni per patologie psicologiche, per stati di droghe, l’ipnosi indotta, gli stati di estasi raggiunti con tecniche di contemplazione mistica, ma anche visioni spontanee mandate da Dio o da altre creature spirituali. Non sempre è facile riconoscere ciò che viene da Dio. Attualmente tra protestanti e cattolici ci sono marcate differenze di interpretazione su questi fatti. Noi qui ci limiteremo a dire questo: possono esistere delle visioni spirituali spontanee, che possono coinvolgere emotivamente e fisicamente le persone che le provano ed anche eventuali spettatori.

Nelle visioni, a differenza dei sogni, lo spirituale penetra nel reale e “si impossessa” per così dire, della persona in oggetto, la quale vede e prova più che realmente ciò a cui assiste, ed entra in una realtà spirituale diversa da quella degli spettatori. Alcuni veggenti che io vidi, ad esempio, agli occhi delle persone che erano attorno rimasero in stato di visione pochi secondi, ma la spiegazione di ciò che videro e sentirono i veggenti invece, parlò di un tempo molto più lungo. Tali apparizioni vanno comunque sempre studiate da persone in grado di farlo, con l’aiuto del dono del discernimento degli spiriti che il Signore concede a molti.

Ed ecco ora possiamo arrivare al rapimento propriamente detto, riferendoci esclusivamente all’operare di Dio in questo senso (1).

Il rapimento di un’anima da parte di Dio è sempre un atto d’amore e porta sempre frutti buoni; tuttavia, vi troviamo più le caratteristiche di un amore passionale, intenso, irruento, e perfino violento, che afferra l’anima e la strappa per un poco dal mondo e dalla vita terrena.

L’anima così rapita è trasformata fortemente e messa in grado di percepire parte della divinità, che altrimenti la brucerebbe con la sua potenza immensa.

Percepire il Signore senza morire (benché a volte ci si arrivi molto vicino) è un qualcosa che per grandezza, potenza, intensità, bellezza, dolore e gioia insieme, non si può spiegare, dunque non ci provo nemmeno.

Resta il fatto che in questo caso è la persona che viene catapultata in uno spazio, in una realtà molto diversa, dove comunicazioni, sensazioni, azioni e tempo non sono paragonabili a quelli che conosciamo. Sono infinitamente di più.

Il fatto di assistere alla gloria del Signore, per esempio, non è solo un assistere ma anche un farne parte, un “cibarsene”, un respirare quella essenza di luce viva tangibile e benedetta. Sperimentare il significato della parola unione-comunione, in questo modo, è un dono grande, ma anche pericoloso per la nostra vita. Chi, infatti, potrà desiderare di tornare a vivere alla maniera umana dopo aver sperimentato quella presenza del Signore?

R.R.

(Continua... la 2° parte uscirà l'8 gennaio 2023)
 


(1) La “possessione diabolica”, più comune di quanto si pensi, ha caratteristiche molto diverse: negli stadi più avanzati tende a possedere e schiavizzare le anime e a distruggerle  dopo essersene servito. 

Per approfondimenti:

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