Freccia giù e freccia su

Una volta in un convegno religioso sentii un sacerdote teologo che ipotizzava due tipi di governo nel mondo: il “regno del no” cioè quello dell’Ingannatore, e di “regno del si” cioè quello di Dio. Oggi, ad una quarantina d’anni di distanza, posso constatare la sua lungimiranza, perché tale divisione si concretizza nei disordini e scontri a cui assistiamo ogni giorno.

Il “regno del no” parte da lontano, appena dopo la creazione dell’uomo: Genesi 3:3 [...] ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». 4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; […]  Si tratta, come vedete, di una negazione della Parola di Dio, di un No a Dio, come se l’Eterno avesse detto una bugia.

Se proseguiamo il versetto vediamo che il serpente si spinge ben oltre: Genesi 3:5 “ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». Con un ragionamento sofisticatissimo e molto più complesso di come appare, non solo introduce la negazione e la ribellione, ma immette nei cuori umani, nel loro DNA, l’orgoglio la superbia, il voler essere come Dio; vale a dire se ci pensate bene, immette l’immagine di sé, del serpente, che prende appunto il posto di un dio sugli uomini, i quali ormai gli assomigliano perché si sono allontanati dal Dio vero. Questa lontananza di fatto non ha realizzato l’elevazione dell’uomo, ma la sua morte, come appunto aveva detto l’Eterno: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete".

Incredibilmente ancora oggi questa diabolica strategia di ribellione e di esaltazione del proprio ego è ciecamente seguita dagli uomini, soprattutto quelli venduti al potere. Il “regno del no” sta portando i suoi risultati: non quelli preannunciati dal serpente “sapienza e conoscenza”, bensì quelli che aveva detto Dio: “se ne mangiate morirete”. L’uomo infatti assapora il frutto del suo peccato: si sta autodistruggendo da solo, come i serpenti che si mordono l’un l’altro. Infatti non c’è un argomento oggi, un significato, una decisione, una ipotesi, un fatto, che non frutti immediatamente un “NO-QUESTO!” “NO-QUELLO!” “NO-TUTTO! e "NO-AL-CONTRARIO-DI-TUTTO!”. Questo è il regno del no. Il regno del serpente che credendosi astuto e sapiente, non fa altro che uccidersi col suo stesso veleno. Prendiamo le distanze da questa frammentazione del “no-tutto!”.

L’uomo non ha assolutamente in se stesso l’intelligenza e la sapienza che crede di avere. L’ha perduta quando ha delegato al serpente il potere su di lui e sulla terra (che l'uomo stesso avrebbe dovuto governare). Tuttavia per un amore immeritato difficile da capire tanto è più in alto di noi, Dio non ci ha abbandonati e ci ha sempre ricordato le verità essenziali:“Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l'intelligenza” (Proverbi 9:10). Poi Lui stesso in forma carnale è venuto nella nostra vita terrena disgraziata in cui ci eravamo cacciati e ha riportato nei nostri la possibilità di ritrovare quella vera intelligenza perduta: 1Giovanni 5:20 “Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.”

Cosa ci compete allora? Pentirci del nostro “no” che alberga ancora nelle nostre anime ribelli, chiedere perdono, e tornare alla casa del Padre come fece il figliol prodigo, sperando che ci accolga ancora; non perché abbiamo dei meriti, ma per i meriti di Gesù Cristo che ha assorbito su di Sé la morte a noi destinata. Ma soprattutto restare fermi nelle promesse del nostro Dio che ha bene espresso nella Bibbia. Rientrare nel “regno del si” è l’unica soluzione che abbiamo per poter vivere, e per farlo dobbiamo ricominciare da dove sbagliammo all’inizio; ovvero dobbiamo tornare a credere nella Parola di Dio.

Questo sistema di cose, irrimediabilmente inquinato-contaminato sotto Satana “il principe di questo mondo” (Giovanni 12:31; 14:30; 16:11) è destinato a finire, volente o nolente. Questo è già stabilito, decretato, secondo la Parola di Dio. Non basta ridurre le emissioni climatiche, non bastano le alleanze politiche dei “grandi”! Quello che è deliberato da Dio accadrà comunque e ci sarà quello che ci deve essere. La Bibbia ne parla diffusamente, basta leggerla in modo onesto, senza condizionamenti.

Allora per quelli che accolgono la porta aperta da Gesù alla salvezza, non facciamo di nuovo lo stesso errore, stavolta crediamoci in quello che Dio ha detto. Dobbiamo decisamente cambiare la linea attuale del nostro comportamento e dei nostri pensieri: Efesini 2:2 ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli.

Tornare a Dio significa prima di tutto accogliere il “si” che Gesù ha detto al Padre in ogni cosa, conoscendo e seguendo sempre la Sua volontà, perché la nostra volontà e conoscenza non comprende più i significati delle parole del mondo e non è in grado di gestire la vera libertà a cui siamo destinati.

R.R. (prima pubblicazione 2-11-2021) 

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