Come ogni volta che si affronta il paragone tra un film e un libro ci sono delle differenze sostanziali anche per quanto riguarda Povere Creature.
Il romanzo di Alsdair Gray è infatti decisamente differente dal film di Yorgos Lanthimos, andiamo a vedere perché.
Sicuramente la pellicola del regista greco era molto attesa per un pubblico che apprezza sempre di più il suo cinema. Un film che lo vedeva tornare a lavorare con Emma Stone e che permetteva al regista greco di fare un altro passo in avanti in una carriera davvero da illuminato per i tanti che lo considerano il nuovo Stanley Kubrick.
Il film è tratto da un bellissimo, e molto complicato, romanzo di Alsdair Gray che in Italia è stato portato da Safara con una traduzione curata da Sara Caraffini e la prefazione di Enrico Terrinoni. L’edizione è ben curata con la presenza anche di numerose illustrazioni che ci fanno calare meglio nella particolare atmosfera del racconto.
Il pubblico ha dimostrato una grande attenzione nei confronti di una pellicola che dissacrante come il solito ha creato anche qualche polemica all’interno di un tessuto sociale non proprio pronto ad argomenti così delicati. Ma andiamo a vedere da vicino le differenze tra il libro e il film.
Sono numerose le differenze tra il film e il libro di Povere Creature. Yorgos Lanthimos ha scritto la sceneggiatura insieme a Tony McNamara in un racconto davvero pieno di colpi di scena, riuscendo a portare sul grande schermo un racconto non proprio facile da illustrare per immagini.
Si parte dall’ambientazione che nel film è a Londra, ma nel libro a Glasgow, una scelta puramente registica in questo caso anche se il greco ha girato gran parte del film in Ungheria. Ma la differenza più sostanziale è che il libro cambia punto di vista in continuazione, quasi ogni capitolo è analizzato a partire dalle riflessioni di un personaggio differente, mentre il film ci racconta tutto attraverso gli occhi di Bella Baxter.
Proprio lo stesso Lanthimos riferì al The Guardian di aver deciso di raccontare tutto questo attraverso gli occhi di Bella perché gli sembrava fosse l’unica possibilità concreta e accettabile per il suo romanzo. Un racconto dunque che sfrutta l’intelligenza di una performance di livello con protagonisti avvincenti e di grande spessore narrativo sotto ogni punto di vista.
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