Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano? Un approfondimento interessante su un tema da sempre molto controverso
Premessa: le domande sulla resurrezione dove si usano termini come “spirito” “anima” e “corpo” sono tra le più frequenti e più difficili. Possono essere un mezzo di edificazione oppure di distrazione a seconda da come cerchiamo la risposta.
Evitiamo subito fantasiose ipotesi basate sulle filosofie che vanno alla moda e manteniamoci all’interno della Scrittura biblica. I termini “spirito, anima e corpo” vengono espressi da Paolo soprattutto in 1Tessalonicesi 5:23. Sarebbe bene dunque, prima di continuare, avere di questo una maggiore conoscenza.
Il cap. 15 della 1 lettera ai Corinzi tratta il fondamentale argomento della resurrezione. Il punto più corrispondente a quanto chiedi, mi pare la domanda «Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano?» (v.35). Da come l’apostolo sviluppa la lettera si capisce che le due domande vengono affrontate in due punti abbastanza separati:
a) come sarebbe avvenuta nei vv.36-49;
b) come sarebbe stato il corpo risorto nei vv.50-58;
L’apostolo scrive immaginando una specie di dialogo con domande e risposte -uno stile tipico di Paolo e molto efficace- ma è quasi certo che i fedeli della chiesa di Corinto gli avessero realmente chiesto quanto lui espone. Non dimentichiamo mai che l’esposizione dell’apostolo non è una lezione di teologia generale, di quelle che il dottore fa dalla cattedra, ma è essenzialmente una lettera di risposta a dei quesiti reali, fatti veri, che erano accaduti o stavano accadendo.
Gli insegnamenti teologici ci sono e sono tanti e il linguaggio non è facile, ma si inseriscono per così dire nella “posta”, in una lettera vera e propria. Tutto “il tono” dunque, il la terminologia e le affermazioni tengono conto del momento e della personalità dei destinatari della lettera.
Noi pure in fondo quando spieghiamo qualcosa a qualcuno, se davvero vogliamo essere capiti, lo facciamo cercando di metterci il più possibile al livello culturale sociale (alto o basso) della persona a cui stiamo parlando, con espressioni ed esempi alla sua portata e rappresentativi del fatto in questione.
Ma quindi… come risuscitano i morti?
La risposta in fondo è semplice: umanamente è una domanda che sembra giusta, normale, ma spiritualmente (e qui si parla di cose spirituali) non ha molto senso. Paolo si serve dell’esempio della semina e del raccolto.
Dimentichiamoci di essere occidentali e di aver visto centinaia di puntate di “Quark” o di altri documentari scientifici; nella semina noi mettiamo sottoterra dei semi; semi di qualche millimetro, inerti, a disfarsi al buio, sotto la terra; di loro non vediamo nulla non sappiamo più nulla, sono sotto la terra.
Potremmo quasi dire che “non esistono” nella vita di tutti i giorni che si svolge alla luce del sole. Poi improvvisamente ecco che escono delle piantine rigogliose! Certo sappiamo che tra seme e pianta c’è una relazione, ma quello che sta in mezzo, tutto il processo di trasformazione, il semplice ortolano non lo sapeva.
L’esempio dunque è molto semplice: metti sotto la terra una cosa e ne esce fuori un’altra! In un certo senso per il contadino del tempo era una cosa sorprendente. Allo stesso modo vi è un corpo umano che va sottoterra, che non è più alla luce del sole. Poi vi è un corpo risorto che invece è diverso dal quel seme di prima.
Tra i due corpi c’è una relazione ovviamente, ma la cosa è in fondo incomprensibile. Domandare “come sarà il seme” non è spiritualmente molto corretto, perché la pianta, pure se viene dal seme morto, non è il seme; seme e pianta sono due cose diverse, pure se hanno una relazione.
Capire la trasformazione che avverrà in noi come “risorti” credo sia fuori dalla nostra portata. Le chiese discutono da centinai d’anni e gli studiosi presentano varie interpretazioni. Io ammetto la mia limitatezza e per quanto mi è possibile guardo a Gesù con meraviglia credendo che, come era risorto Lui per primo (la nostra “primizia”), così dopo saremo noi:
1 Cor 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. 21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. 22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; 23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; 24 poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. 25 Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. 26 L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte.
Per usare terminologie più adatte alla nostra epoca, mostrando la complessità della cosa, potremmo suggerire gli esempi di diverse “dimensioni” [vedi il ns scritto LE DIMENSIONI E IL TEMPO con una simpatica animazione]