I truffatori sono abili ad approfittarsi di ogni debolezza della vittima. E così anche la disoccupazione può essere usata contro i malcapitati.
Secondo gli ultimi dati, riferiti a maggio, la disoccupazione in Italia è al 6,8% con un inquietante 20,5% tra i giovani. E se una persona normale vedendo questi i dati pensa al fatto che il Paese sta vivendo un’emergenza occupazionale, un truffatore vede in questo dati un’opportunità.
Solo così possiamo contestualizzare l’ultima truffa che legata a WhatsApp, dove presunti responsabili delle risorse umane vanno a caccia di lavoratori per grandi aziende per poi far partire una macchinazione a suo modo geniale. Ma andiamo a vedere come funziona questa nuova truffa (e come evitare di cadere nella rete dei malintenzionati).
È una truffa che i malintenzionati stanno provando a mettere in atto con insistenza, se è vero che il sottoscritto ha ricevuto più volte messaggi via WhatsApp (ma anche via sms) ed email per essere cooptato.
Tutto inizia con un’offerta di lavoro allettante da parte di un presunto responsabile delle risorse umane: alcuni scrivono che si tratta di presunti HR di WhatsApp, ma mi è capitato anche di ricevere “offerte” simili legati ad altri giganti del settore IT. Nel messaggio si viene invitati a candidarsi come Social Media Specialist per il mercato europeo, pur non avendo mai inviato alcun curriculum a Meta (l’azienda madre di WhatsApp, ma anche di Facebook e Instagram) o espresso interesse per alcuna loro posizione.
Basterebbe questo per evitare di proseguire: le aziende (tutte le aziende, a maggior ragione quelle enormi come Meta) non contattano persone di cui non hanno il CV, per il semplice fatto che non sanno chi siamo – sebbene crediamo di essere il centro dell’universo.
Qualora però proseguissimo, e ce lo ha raccontato bene un collega di Wired, entreremmo nel processo di selezione – laddove i campanelli di allarme si moltiplicano, a partire dal link per fissare una call che punta a un indirizzo che nulla ha a che fare con il sito ufficiale Meta.
Nonostante l’indirizzo sia palesemente fake, il sito è pressoché identico al portale ufficiale delle carriere di Meta, con annunci di lavoro differenti e località inesatte: siamo dinnanzi a quello che sembra il più classico esempio di phishing, ma questa truffa ha un altro nome e si chiama Task Scam.
Ma cos’è questo nuovo tipo di truffa? Negli ultimi anni, la truffa chiamata “Task Scam” si sta diffondendo sempre più, soprattutto tramite piattaforme come WhatsApp. Secondo un’indagine condotta da EuroNews, questa truffa ha già sottratto oltre 100 milioni di euro a vittime inconsapevoli in tutto il mondo. I cybercriminali, spesso utilizzando numeri di telefono provenienti dall’Asia, propongono offerte di lavoro che promettono guadagni facili e orari flessibili. Tra le attività più comuni offerte c’è l’interazione con i social media, come mettere “mi piace” a post o seguire account, con la promessa di guadagnare fino a 300 euro all’ora in criptovalute.
Il processo sembra inizialmente innocuo: la vittima è invitata ad aprire un portafoglio per criptovalute, in cui vengono accreditati piccoli compensi iniziali, solitamente inferiori ai 50 euro. Tuttavia, per aumentare i guadagni, viene richiesto un aggiornamento a pagamento del profilo, il che consente ai truffatori di ottenere i dati finanziari della vittima.
Per proteggersi da questi raggiri, è fondamentale adottare alcune precauzioni di base (che sono la base, in ogni caso, per un comportamento consapevole sui mezzi digitali). La polizia postale consiglia di non rispondere a messaggi provenienti da numeri sconosciuti, evitare di cliccare su link sospetti e, soprattutto, non fornire mai informazioni personali o dati bancari a nessuno, e ancor meno chi promette guadagni facili e immediati.
Quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente vera non è. E se i truffatori sono esperti nel rendere credibili le loro comunicazioni, con la giusta attenzione si può evitare di diventare vittima di queste frodi online.
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