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Che cos’è l’Abisso?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo necessariamente parlare del soggiorno dei morti, cioè di quello che la bibbia chiama sheòl.

Lo sheol, secondo quanto ci dice Gesù in Luca 16, è diviso in due settori: uno è quello che gli ebrei chiamano il paradiso inferiore o semplicemente paradiso.

Abisso, che cos’è? (IlRitorno.it)

Un luogo elevato dove le anime dei giusti – in uno stato di pace e di gioia – attendono la risurrezione; l’altro è posto che si trova in basso, ai piedi di una voragine, nelle tenebre, dove i perduti attendono nell’angoscia e in sofferenze (secondo me emotive) il giorno della risurrezione per essere distrutti nel fuoco della geenna:

Matteo 10:28 “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna”.

Matteo 18:9 “Se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che aver due occhi ed essere gettato nella geenna del fuoco”.

Questo luogo tenebroso può essere identificato con quello che comunemente si chiama inferno, ma non con la geenna. La geenna sarà il luogo dell’annientamento di ogni cosa e di ogni essere malvagio. Come ho avuto modo di spiegare in un altro articolo, il verbo tradotto in Mt. 10:28 con “perire”, in greco è “apòllumi” che vuol dire annientare, disintegrare e quindi non ha nulla a che vedere con le fiamme eterne.

Circa le fiamme eterne bisogna ribadire che ci troviamo di fronte ad una traduzione che non rende il vero significato del testo. Non dimentichiamo che coloro che hanno scritto il nuovo testamento erano ebrei che avevano accettato Gesù come Messia; e che vivevano, ragionavano e pensavano come ebrei.

Nel pensiero ebraico le “fiamme eterne” hanno vari significati:

  • Fiamme che ardono per l’eternità
  • Fiamme che bruciano per un tempo lunghissimo
  • Fiamme i cui effetti sulla cosa bruciata sono eterni

Da tutto il discorso fatto da Gesù e da Giovanni nell’apocalisse, risulta evidente che le fiamme della geenna hanno le caratteristiche dei punti due e tre (vedi mio articolo sull’inferno). Del resto secondo San Giuda, Sodoma e Gomorra “portano la pena di un fuoco eterno” (Giuda 7) , ma nessuno può affermare che le due città stanno bruciando ancora.

L’abisso invece è una parte dell’inferno, è il posto più profondo e oscuro dove vengono segregate le anime più malvagie e, prima del millennio, anche Satana:

Apocalisse 20:1-3 “Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po’ di tempo”.

Le parole sull’abisso

Informazioni sull’Abisso (IlRitorno.it)

Il profeta Isaia paragona il soggiorno dei morti a una fortezza:

“In quel giorno, l’Eterno giudicherà l’esercito di lassù, e giù sulla terra i re della terra; essi saranno riuniti assieme come si fa dei prigionieri nel carcere sotterraneo, saranno rinchiusi in punizione nella prigione per moltissimi giorni.” Is. 24:21,22

“Ora, al lettore del tempo, la parola prigione suggeriva l’idea di una fortezza dalle spesse mura con, al piano inferiore, un vasto e lussuoso salone dove gli amici del re attendevano di essere ammessi alla sala del trono, o di partecipare al banchetto del re, o di avere accesso agli appartamenti di corte; e nei sotterranei, le prigioni. Queste erano poste a vari livelli di profondità e venivano assegnate ai detenuti a seconda della gravità del crimine commesso: alcune erano asciutte e con un po’ di luce, altre buie, umide e profonde, scavate nella viva roccia. Le “segrete“ erano le più tenebrose e profonde di tutte; lì venivano incatenati e lasciati marcire i criminali che si erano macchiati dei più efferati delitti”. (Roberto Sargentini, Harmaghedon, p. 259)

Questo non vuol dire che i demoni e i malvagi si troveranno nella stessa “cella”, ma che saranno nella stessa “prigione”, cioè all’inferno. Satana con gli angeli ribelli saranno rinchiusi nella parte più oscura e tetra dell’inferno, nelle segrete, che la parola di Dio chiama “abisso”.

Quando Gesù tornerà, risusciterà i salvati e li porterà con i redenti vivi su nel cielo. Poi, dopo un determinato tempo, tornerà per combattere contro Satana e a prendere possesso della terra:

Apocalisse 19:19-21 “E vidi la bestia e i re della terra coi loro eserciti radunati per far guerra contro colui che cavalcava il cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu presa e con lei il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti ad essa, con i quali aveva sedotto quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia e quelli che avevano adorato la sua immagine, questi due furono gettati vivi nello stagno di fuoco che arde con zolfo. E il resto fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni”

Gesù con i suoi eserciti vince la guerra, sbaraglia i suoi nemici e getta la bestia con il falso profeta (l’anticristo finale e il suo alleato satanico) nello stagno di fuoco, mentre Satana viene rinchiuso nell’abisso:

Apocalisse 20:1-3: “Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni”.

Il Signore quindi prende a regnare con la Chiesa (Ap.5:9,10) sulle nazioni, cioè sui sopravvissuti alla guerra di Harmaghedon ( i quali a differenza della chiesa non sono immortali, ma mortali e imperfetti) dando inizio al millennio. Dopo il millennio Satana viene sciolto dalla sua prigione e andrà per il mondo a sedurre le nazioni. Molti lo seguiranno ed egli attaccherà in armi il campo dei santi, ma sarà sconfitto e gettato nello stagno di fuoco:

Apocalisse 20:7-10 “Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, [nei secoli dei secoli] (trad. esatta: per un tempo lunghissimo)”.

Nello stagno di fuoco saranno gettati anche i malvagi per essere annientati, cioè uccisi per sempre:

Apocalisse 20:15 “E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”.

La morte e il soggiorno dei morti – quindi anche l’abisso – saranno gettati nella geenna:

Apocalisse 20:14 “Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco”.

È importantissimo notare che la geenna, cioè nello stagno di fuoco, è la morte seconda . Lì si muore per l’eternità. In un mio precedente articolo ho già spiegato la profonda differenza che c’è tra la prima morte e la morte seconda: dalla morte seconda non c’è risurrezione. Viene distrutto tutto, il corpo e l’anima. Avviene quello che ha detto Gesù: la disintegrazione dell’anima e di tutto l’essere umano. Per questo il Signore distrugge alla fine di tutto anche la morte e il soggiorno dei morti. Non servono più. Soprattutto il soggiorno dei morti non ha più anime da conservare: la morte e i malvagi non esistono più, sono stati annientati, annichiliti, svaniti per sempre.

“Egli ha anche custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il grande giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro antica dignità e abbandonarono la loro dimora.” (Gd. 6)

“Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò nel Tartaro per esservi custoditi fino al giorno del giudizio.” (2 Pt. 2:4)

Redazione

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