I tatuaggi sono contro la volontà di Dio? Sì. Dalla lettura della Bibbia i tatuaggi sul corpo sono contro la volontà di Dio.
Vista la moda recente che ha spinto un’infinità di persone a farsi dei tatuaggi, vorrei che ci ragionassimo insieme tirandoci fuori da questa corrente.
1) Perché seguire la volontà di Dio? Perché la volontà di Dio coincide col nostro bene. Tutti gli insegnamenti e le prescrizioni del Signore non sono la cieca ubbidienza ad un despota, ma hanno una motivazione: sono sempre finalizzati al nostro bene. Questo si può provare: dalle indicazione igieniche ai comandamenti, ai pensieri, non c’è una istruzione un insegnamento che –seguendolo- non aumenti il nostro benessere nel corpo e nello spirito. La volontà di Dio infatti è “buona, gradita, perfetta”, anche se negli ultimi tempi l’uomo si allontana da Lui e così assapora sempre meno la profondità dell’amore con cui tale volontà è stata espressa:
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Romani 12:2)
2) Hanno ancora valore le prescrizioni bibliche di tipo levitico? Vediamola in questo modo: se acquisto una automobile nuova, specie se è molto complicata, per esempio con motore che va a energia elettrica ed anche a benzina, oppure va ad idrogeno o a raggi solari, a gasolio o a GPL devo stare bene attento a come la uso e soprattutto a che tipo di carburante, olio motore, olio cambio, liquido freni, liquido radiatore, ci metto. Se ho dei dubbi sono costretto a rivolgermi al costruttore. E’ per questi motivi, per indicare a tutti gli utenti un comportamento adeguato che ogni modello di automobile ha un suo libretto di istruzioni. Magari un motore può funzionare con tutti i tipi di olio, ma con qualcuno funziona meglio perché “è proprio il suo”.
Ecco, il nostro corpo è una macchina con delle funzioni molto complesse che ancora ci sono oscure e che solo il “Costruttore” conosce a fondo. Il Costruttore/Creatore-Dio ci ha fornito un “manuale di benessere” sull’uso del corpo e dello spirito nostro affinché tutta l’anima (spirito+corpo) possa “funzionare” bene: tale libretto di istruzioni è la Bibbia.
La Bibbia non solo ci dice come stare bene, ma ci fa capire anche il perché rivelandoci l’evoluzione futura di questo nostro corpo, che per poter sussistere avrà bisogno di un certo tipo di “manutenzione”.
Togliamoci dunque l’atteggiamento di superiorità verso una scrittura antica che si esprime dicendo “tu DEVI fare così e DEVI fare cosà se no muori..” siamo abbastanza intelligenti per capire che non è la forma letterale che conta. Ci sono indicazioni che nessuno ci obbliga a seguire; se lo vogliamo fare facciamolo, se no non facciamolo. Io ho constatato per esempio che chi lo fa (cioè chi segue liberamente gli insegnamenti biblici senza fanatismo) vive meglio e trova molte risposte.
Snobbare la Bibbia come fanno molti intellettuali mi pare poco intelligente: In un mondo dove ci sono appassionati buongustai che dopo aver studiato per anni ti sanno dire mille regole su come si sceglie una bottiglia di vino, come si maneggia, come si apre, come si degusta e persino con quale mano ed in quale punto del calice si deve appoggiare e con quale cibo va bevuto… beh, allora se si dedica tanto tempo a queste cose non proprio essenziali, credo che a maggior ragione sia utile conoscere cosa ci consiglia il Dio-Creatore sull’uso del nostro corpo e del nostro spirito per farlo “funzionare” bene.
3) Cosa dice allora la Bibbia sui tatuaggi e cose simili? Riporteremo alcune frasi utili con dei cenni storici cercando di capire bene.
a) Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il SIGNORE. (Levitico 19:28)
b) Voi siete figli per il SIGNORE vostro Dio; non vi fate incisioni addosso e non vi radete tra gli occhi per un morto, (Deuteronomio 14:1)
“La ricerca storica attribuisce agli antichi Egizi la pratica del tatuaggio in modo sistematico”
«Gli israeliti venivano dall’Egitto, dove “la pratica di farsi tagli sul volto, sulle braccia e sulle gambe nel periodo del lutto era comune tra i pagani ed era considerato un segno di rispetto per il morto, ma anche una specie di offerta propiziatoria verso le deità che governavano la morte e la tomba”. Altra pratica diffusa nel paese che li aveva resi schiavi, era quella dei tatuaggi rappresentati con figure, fiori, foglie, stelle o altri disegni su varie parti del corpo. “Erano realizzati con dei ferri infuocati, talvolta con inchiostri e pittura… È probabilmente associato, secondo Levitico 19:29 al costume di adottare tali segni in onore di qualche idolo, così si spiega chiaramente la proibizione. Perciò, venivano saggiamente vietati perché erano segni di apostasia e inoltre erano indelebili”»
Uno dei significati basilari dunque del tatuaggio era il senso di appartenenza, inteso come possesso, dedizione o schiavitù a qualcuno o a qualcosa. Un “marchio” se così si può dire che legava il corpo marchiato al suo padrone (che poteva essere un’altra persona o un idolo).
“I Romani marchiavano i criminali e gli schiavi. Plinio e Svetonio per esempio scrivono della marchiatura degli schiavi di Roma con le inziali dei loro proprietari e dei ‘servi stimmatici’ cioè dei servi trovati a rubare e punti con la marchiatura a fuoco sulla fronte”
Forse il primo marchio/tatuaggio di cui si parli nella storia dell’uomo vista dalla Bibbia è quello di Caino. Egli dopo l’uccisione del fratello Abele non si pentì e fu scacciato da Dio che mise un segno sulla sua fronte (un marchio dovuto alla sua infamia ma che aveva anche la funzione di proteggerlo dall’odio degli altri uomini) (Genesi 4:8-15).
È significativo che nella Bibbia l’accenno ad un marchio non sia solo nella genesi con Caino, ma anche nell’Apocalisse con il c.d. “marchio della bestia”.
Caino E il marchio della Bestia: due riferimenti ai segni sul corpo non certo positivi che collegano il primo peccato di morte della storia con l’ultimo marchio di Satana (666) che tenta di distruggere l’uomo.
Estendendo il discorso ad oggetti come anelli (il simbolo del teschio delle SS naziste) o ai bracciali (nelle ragazze il braccialetto alla caviglia viene ancora chiamato “alla schiava”) si può riconoscere quasi sempre un’origine di servitù e di catene o di volontaria dipendenza. Ma anche nell’uso del piercing c’è un riferimento alla schiavitù:
«Al tempo dell’Antico Testamento, ad uno schiavo che voleva rimanere presso il suo signore, veniva forato l’orecchio con una lesina, come segno della sua volontaria sottomissione al padrone, che egli “servirà per sempre” (Esodo 21:6 e Deuteronomio 15:17). Può essere qui fatto un parallelo che non sia necessariamente un’affermazione dogmatica? Non potrebbe essere probabilmente un segno del fatto che ci si consegna consapevolmente o no, come schiavi a qualcuno? La Bibbia afferma che esiste uno schiavista invisibile, che lega gli uomini a sé tramite il peccato, ed è chiamato anche Dio di questo mondo (Giovanni 8:34 e II Corinzi 4:4).»
La Bibbia non fa molta distinzione tra il tatuaggio (inteso come incisione di segni vari sul corpo) e i tagli volontari per vari motivi come nell’autolesionismo.
Il confine tra culto dei morti e spiritismo è molto sottile.
Secondo quanto ci insegna il Signore il nostro corpo è come una casa, come un tempio, che se trattato bene, cioè mantenuto pure ed integro, quando Dio-Spirito Santo vuole, può essere vivificato dalla Sua presenza. Vale a dire il soggetto che compie l’azione è Dio.
Nello spiritismo invece il corpo può essere invece usato come mezzo per poter raggiungere stati di esaltazione estatica e di contatto con lo spirito evocato (6). In questo caso il soggetto sarebbe l’uomo stesso che straziando il corpo con dei tagli, o stordendolo con droghe, o facendolo girare con movimenti ritmici che si susseguono per ore, riuscirebbe a distaccarsi dalla realtà e a mettersi in contatto con uno spirito superiore.
Questa differenza ci fa riflettere su un punto fondamentale: secondo la nostra fede il “nostro” corpo in realtà non ci appartiene, non è veramente nostro, ma è di Dio e ci è dato in affidamento e dovremo poi riconsegnarlo assieme allo spirito. Sulla base di come lo avremo usato ci giocheremo la possibilità della vita eterna.
Secondo lo spiritismo invece possiamo disporre del nostro corpo a piacimento per ricavare soddisfazioni di vario genere e persino stati di spiritualità soprannaturali.
Il ragionamento della fede cristiana dunque è molto semplice; è come se Dio dicesse: “Il corpo che ti ho prestato è mio, vedi dunque di trattarlo bene perché ciò che farai al tuo corpo è come se fosse indirettamente riferito a me”
Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio. (1 Cor 6:19-20)
Ecco, tutte le anime sono mie; tanto l’anima del padre come l’anima del figlio sono mie. L’anima che pecca morirà. (Ezechiele 18:4)
Di fronte ad affermazioni bibliche di questo genere penso che se abbiamo fede dovremmo andarci cauti con l’uso disordinato del nostro corpo e il transito di ogni tipo di pensiero nella nostra mente.
La moda dei tatuaggi e dei piercing è recente. Questa, esaltata dai mass media, fa passare come piacevole e originale un pericoloso messaggio che più conformista non potrebbe essere.
«Le riserve si possono ricondurre a tre ragioni fondamentali. La prima ragione è che i tatuaggi possono costituire, specie se praticati senza le dovute cautele, un pericolo per la salute. La seconda ragione è che la moda attualmente in voga è spesso collegata a una cultura della trasgressione e a una tendenza alla esibizione provocatoria ed erotizzata del corpo indubbiamente problematiche per la morale cristiana. La terza ragione è che la cultura che ha incrementato l’attuale moda ha talora radici nell’esoterismo e perfino nel satanismo: un simbolo apparentemente innocuo proposto dalla cultura del tatuaggio potrebbe avere significati nascosti che un cristiano dovrebbe sicuramente aborrire, anche perché si tratta di segni sul corpo che rimangono e che non è facile cancellare.»
Questa moda, a cui ne seguiranno probabilmente altre peggiori, si inserisce nel filone dell’imbarbarimento dell’uomo dovuto al suo allontanamento progressivo da Dio. L’uomo senza la guida di Dio regredisce a forme sempre più tribali e istintive.
«si dovrebbe essere d’accordo sul fatto che il boom dei tatuaggi va di pari passo con il rifiorire di correnti paganeggianti ed esoteriche. Pertanto, è importante notare che la Bibbia parla di queste pratiche in relazione al giudizio di Dio verso i popoli (Geremia 41:5; 48:37). Per tale ragione, i cristiani dovrebbero prendere le distanze da ogni genere di tatuaggio»
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