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Come sappiamo se abbiamo il dono dello Spirito Santo?

La domanda è difficile da trattare. Sono dell’idea che l’unico modo sarebbe quello di partecipare a riunioni di fratelli guidate dallo Spirito di Dio e vivere e crescere affinandoci in questa esperienza.

“…Il discorso centrale è lo Spirito Santo che ci guida in tutto. Non dobbiamo pensare come essere umani, ma pensare con l’intelligenza dello Spirito Santo. È lui che ci guida e ci aiuta a avere un rapporto migliore tra di noi, un rapporto di tolleranza e di amore per il nostro prossimo. Ma dobbiamo interrogarci proprio, se abbiamo in noi lo Spirito Santo o no. Come facciamo per saperlo?”

Abbiamo il dono dello Spirito Santo? (IlRitorno.it)

Cercherò comunque di dare qualche cenno sperando di non complicare di più l’argomento.

Nei primi periodi del cristianesimo, al tempo di Paolo, il battesimo dello Spirito Santo era accompagnato da segni particolari (doni o carismi), visibili constatabili, come il dono delle lingue, guarigione, discernimento degli spiriti, liberazione-esorcismo, profezia, consolazione, ecc.

Oggi non è più così facile avere questa certezza, almeno per due motivi:

1) La fede cristiana pur se conosciuta in tutto il mondo, è diventata generica, blanda, “annacquata”, debole, scarsa. I doni dello Spirito risentono di questa debolezza e, quando ci sono, appaiono più deboli. Non perché lo Spirito sia debole, ma perché è l’uomo a confidare meno nello Spirito di Dio. Purtroppo, più che seguire lo Spirito Santo, gli uomini e le chiese spesso preferiscono seguire i loro ragionamenti.

2) Man mano che la fede si fredda, l’inganno del diavolo aumenta. Egli sa “copiare” molto bene gli stessi segni dello Spirito e attraverso lo spiritismo, la magia, evoca doni APPARENTEMENTE simili.

”Or vi era un tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un personaggio importante. Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: «Questi è “la potenza di Dio”, quella che è chiamata “la Grande”». E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva incantati con le sue arti magiche.” “Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, dicendo: «Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo».” (Atti8:9-11; 18-19)

La cosa che sorprende è che questo mago Simone, prima di voler comprare lo Spirito Santo, era stato già battezzato: “Simone credette anche lui; e, dopo essere stato battezzato, stava sempre con Filippo; e restava meravigliato, vedendo i miracoli e le opere potenti che venivano fatti” (Atti 8:13). Sembra impossibile ma la Scrittura ci fa capire che anche le persone battezzate e credenti possono avere comportamenti tipici della magia.

La differenza tra la magia e i doni dello Spirito Santo è semplice: con la magia l’uomo pensa di poter possedere un potere da poter utilizzare a suo piacimento. Un esempio è la fantasiosa “bacchetta magica”, in potere del mago, che la gestisce come gli pare. Lo Spirito Santo invece, è Dio-Spirito, non può essere posseduto, ma può operare opere potenti (miracoli) inserite nel piano di salvezza della redenzione dell’uomo. IN questo piano ed in queste opere l’uomo di fede può anche essere coinvolto, se Dio vuole, ed avere MOMENTANEAMENTE una potenza amplificata perché agisce nel nome di Dio stesso quando prega e quando opera. Poi basta, l’uomo è sempre uomo, non ha nulla di “super”.

Allora per riconoscere se abbiamo lo Spirito o no come si fa?

a) Per prima cosa abbiamo degli insegnamenti scritturali, tutte le manifestazioni devono avere origine, modo e fine in Dio rientrando perfettamente negli insegnamenti della Bibbia. “….in lui viviamo, ci moviamo, e siamo….” (Atti 17:28)

b) La Chiesa è come un corpo ed ogni dono è per il bene comune e deve essere riconosciuto dal corpo come proprio. Chi dunque pensa di avere il dono dello Spirito Santo deve essere inserito nella Chiesa di Dio e riconosciuto dai fratelli che già hanno questo dono (la Chiesa di Dio non è sempre coincidente con la denominazione o la chiesa specifica che noi frequentiamo).

Romani 12:4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro. 6 Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; 7 se di ministero, attendiamo al ministero; se d’insegnamento, all’insegnare; 8 se di esortazione, all’esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.

c) Ma senza entrare troppo nella teologia, vorrei qui parlare invece della “comunione spirituale con Dio”, se così si può dire. Nella “comunione spirituale” lo Spirito stesso ci educa alla coscienza di noi e dell’eternità.

Il bambino quando cresce, tra le prime cose raggiunge la coscienza di sé. Una consapevolezza di essere, di esistere, di costituire una persona. Questa raggiunta identità, secondo me, si ha anche per lo Spirito di Dio: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”. (Apocalisse 2:17)

Chi ha ricevuto lo Spirito Santo, è da Dio conosciuto; e tramite questo Spirito può aprire una finestra nell’eternità, arrivando, per rivelazione, a conoscere cose degli uomini e di Dio.

Un dono incredibile

Ne consegue che chi non ha ricevuto questo dono non ha questo tipo di conoscenza.

Il dono dello Spirito Santo (IlRitorno.it)

Vorrei fare un esempio:

Io sono italiano. Della mia zona di origine ho acquisito caratteristiche somatiche, psicologiche, linguaggio, mentalità. Mettiamo che debba vivere all’improvviso all’estero, per esempio in Cina. Io dovrei parlare un’altra lingua e vestire in un altro modo per potermi integrare. Però se per strada passasse un italiano, forse lo riconoscerei. Ma se anche avessi dei dubbi, appena quell’uomo si mettesse a parlare riconoscerei senza dubbio la mia lingua e ne sarei tanto contento. Se oltre alla lingua parlasse anche il mio dialetto, allora si raddoppierebbe la nostra gioia e ci sentiremmo meno soli in quel paese lontano.

È simile per chi è nello Spirito: può riconoscere “quelli del suo paese”, quelli che hanno Dio vivo e sentire come l’appartenenza alla stessa famiglia.

Diverso sarebbe invece per un cinese, perché davanti a lui un italiano sarebbe identico ad un francese o a uno spagnolo.

In pratica voglio dire che solo chi ha già ricevuto lo Spirito Santo può riconoscere un altro che a sua volta lo ha ricevuto. Mentre chi non lo ha ricevuto può solo avere una idea teorica o fantasiosa di cosa sia lo Spirito Santo.

Un altro esempio: quando suona un’orchestra, o quando c’è un grande coro con tante voci, se c’è uno strumento stonato o una voce stonata te ne accorgi subito. E’ una nota orribile e stridente. Chi segue il cristianesimo ma non è guidato dallo Spirito Santo è così: fuori dall’armonia divina; una nota stonata terribile.

Le chiese evangeliche di tipo per esempio pentecostale danno giustamente molto risalto alle preghiere di adorazione. In queste preghiere si avverte spesso la presenza dello Spirito di Dio in svariati modi. Le persone possono lodare, esprimersi in lingue, esprimere dei passi profetici, ecc. tutto questo è particolarmente toccante quando è gestito dallo Spirito Santo, che guida la riunione di adorazione. Appena però uno prende la parola e non ha questo Spirito si avverte subito come una caduta spirituale, ecco la nota stridente.

Difficile fare degli esempi, queste cose si provano vivendole, comunque potrebbe essere una cosa di questo genere:

La lode e ogni espressione carismatica deve portare gloria a Dio ed edificazione alla Chiesa; qualcuno però potrebbe credere di parlare in lingue e manifestare solo dei suoni strani e dissonanti; oppure potrebbe fare una bella preghiera apparentemente corretta, ma razionale, di quelle “costruite a tavolino” del tutto fuori tema, per esempio mentre si loda Dio e si è in una fase di “addolcimento” dei cuori, in momenti soavi, ecco uno che si alza e dice: “..e ti prego Signore pensa ai nostri capi politici e fa che il comune di questa città approvi la legge sui parchi pubblici..”

C’è da dire un’altra cosa: lo Spirito di Dio può riempire, attraversare il cuore di una persona in un certo momento, ma non è detto che quella persona sia SEMPRE nello Spirito; può darsi che in un altro momento dica una cosa non del tutto esatta. Infatti lo Spirito è come un “vento trasversale” che può “attraversarci”. Ma noi siamo comunque carnali e non sempre siamo “in linea” con lo Spirito di Dio.

Pietro e la verità

Ecco per esempio due momenti piuttosto vicini in cui Pietro prima dice a Gesù una verità ispirato dallo Spirito di Dio e poi dice una cosa ispirata dal diavolo:

Matt 16:16-17Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.”

Matt:16:22-23 “Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: «Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai». 23 Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini»”.

L’unico modo dunque per riconoscere se abbiamo o no in noi lo Spirito di Dio, oltre che la coerenza con la Scrittura e alla riprova dei fratelli, è la conferma di Dio, l’attestazione dello Spirito Santo stesso, che ce lo riprova in vari modi. Tale attestazione non ha regole precise, perché si serve anche di segni ed indicazioni individuali che solo l’interessato può capire; tuttavia esiste, ed è piuttosto chiara per chi la riceve, perché chi vive in Cristo, vive anche in Dio, vive anche nello Spirito ed è un legame molto stretto, come tra madre e figlio, che supera tutto, persino la nostra vita.

Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno. So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio”. (Atti 20:22-24)

Redazione

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