Silent Hill non è solo un videogioco, un libro spiega come la saga sia qualcosa che va oltre lo schermo videoludico.
Con l’imminente uscita per Ps5 del remake del secondo capitolo e al cinema del terzo capitolo della saga cinematografica si torna a parlare di questo straordinario videogame.
Era il 1999 quando su un mercato consolidato dal successo di Resident Evil della Capcom, la Konami provava a tirare fuori un altro survival horror molto differente da questo ma che avrebbe di fatto lanciato un vero e proprio dualismo andato avanti per decenni e ancora vivo oggi.
Sviluppato dal Team Silent il videogame nasce grazie alla mente eccelsa di Keiichiro Toyama che crea un videogioco estremamente grottesco e in grado di colpire alla gola il pubblico, lasciandolo senza parole. Scritto in maniera impeccabile apre una saga con diversi episodi che ancora oggi sono cult.
In comune c’è il filo rosso di questa città dove c’è solo nebbia, nevica in continuazione e il mondo si trasforma spesso in uno dell’orrore. Non possiamo che immergerci nella lettura di questo libro che è davvero straordinario e che ci racconta molto di questa splendida saga.
Silent Hill il motore del terrore di Bernard Perron è un libro straordinario, intenso che ci porta dentro l’incubo del videogame della Konami con uno stratagemma davvero molto interessante.
Questo perché riesce a farci capire che questo videogame, come tanti altri, riescono ad andare oltre il semplice schermo del gioco e del film, per diventare un’esperienza multidisciplinare.
Il saggio si interroga sul mondo del survival horror partendo dal capostipite di questo genere e cioè lo splendido Alone in the dark anche questo ritornato ai suoi splendori di un tempo recentemente.
Ci troviamo dunque di fronte a una serie di prodotti culturali che vanno analizzati da vicino e che ci possono offrire degli spunti non di poco conto. Oggi trovarsi di fronte a un videogame del genere non è poca cosa e ci fa ragionare sotto diversi punti di vista di fronte a uno schermo che ci fa viaggiare nel tempo e nell’orrore.
Insomma leggendo questo saggio capirete molto di più della saga, ma non nell’analisi della saga quanto nell’analisi di un’ideologia intelligente e ben strutturata sotto diversi punti di vista. Impossibile negare che ci troviamo di fronte a qualcosa di molto interessante sotto ogni punto di vista.
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