Aiutare (comporre puzzle)

(Continua da: SUICIDIO: INGANNO DELL’UOMO E DOLORE DI DIO (3° parte) – NO SUICIDIO)


COSA FARE DI FRONTE A QUALCUNO PRESO DALL’INGANNO DEL SUICIDIO?

Essendo, dal nostro punto di vista, il suicidio un inganno del maligno, la soluzione sta nel far prendere coscienza alla vittima della verità della sua situazione.

La modalità ovviamente cambia a seconda della persona e del caso; faremo qualche esempio generico, ma lungi da noi l’idea di dare degli standard.

Cose da NON fare:

  1. Mai dire frasi fatte, parole di circostanza; se non si sa cosa dire è molto meglio tacere.
  2. Non preoccuparsi del fare e del dire; ciò che conta è essere presenti. Un amico silenzioso ma che sta vicino a te vale molto di più di tanti predicatori e psicologi.
  3. Non trattate il depresso con commiserazione come un “deficiente”; anche se fuori sembra alienato è una persona attiva che sta soffrendo molto e sta combattendo una fortissima lotta interiore dalle alterne vicende.
  4. Non fate i saccenti. Se non avete mai provato i sintomi della depressione grave limitatevi ad essere presenti e implorare il Signore dentro voi stessi. Evitate le prediche; evitate le soluzioni dello psicologo fai-da-te improvvisando esperimenti sulla sua pelle.
  5. Non date retta a quello che il depresso grave vi dice; a volte vorrà stare solo, ma in certe condizioni la cosa è sconsigliabile. Vi potrebbe pure rispondere male ed offendere: evitate di rispondere per le rime; non siate di fronte ad una persona in perfetto stato di salute mentale: le sue contorte richieste d’aiuto e la sua rabbia contro il mondo hanno le manifestazioni più contraddittorie e strane.
  6. Evitate ironie ed accuse; soprattutto evitate di caricarlo del senso di colpa che forse già lo sta soffocando.
  7. Evitate di essere ansiosi e di farvi vedere tragicamente preoccupati.
  8. Evitate illusioni; La mancanza d’amore è una costante in chi è depresso. A volte se volete aiutare una persona dell’altro sesso sappiate che questa tenderà ad idealizzarvi e a vedervi come l’amore che non ha mai avuto. Evitate di prestarvi a questa suggestione: Satana se ne serve per esaltare questa sua vittima al momento presente e deluderlo ancora di più dopo un giorno o due. Non andate da soli in questo caso a trovare persone dell’altro sesso e limitate le effusioni fraterne e le frasi d’amore cristiano: verrebbero senz’altro travisate. Siate consapevoli che potreste fare più del male che del bene.

Cose buone da fare:

  1. Esaminate voi stessi; “osservate” il sentimento che vi lega a questa persona; assicuratevi che sia un sentimento fraterno, sereno e cristiano. Assicuratevi di pregare prima, durante e dopo la eventuale visita.
  2. Parlate poco; Il depresso ha una sensibilità spinta all’estremo; è una sensibilità distorta ma forte: è come una spugna di tutte le emozioni che lo circondano che lui amplifica in un meccanismo alterato. Piange con facilità. In quel caso non lo impedite, restategli vicino ed ascoltate la voce del Signore quando e se sia il caso di dire qualcosa.
  3. Siate pazienti e costanti nella fede e nella speranza, senza farvi coinvolgere dalla disperazione che avvertite; Percepire il cuore di un depresso grave è come trovarsi su un baratro in caduta libera senza paracadute. Dovete essere preparati e coraggiosi: voi non dovete e non potete cadere, perché la preghiera e la presenza dello Spirito di Dio vi accompagnerà sempre. Se state lì è per un motivo: perché Dio attraverso di voi vuole comunicare qualcosa di importante a quella povera anima. Sforzatevi di ascoltare bene la voce del Signore. Il dono del discernimento e l’amore nel saper esporre la sapienza delle cose di Dio è fondamentale.

Il punto centrale:

Siamo di fronte all’ultima fase dell’inganno di Satana. Egli sta per tirare i fili e portare alla morte questa povera persona. Non è il caso di evidenziare i suoi errori, ma di essere consapevoli che siamo di fronte ad una guerra nascosta tra Satana con i suoi spiriti del male da una parte e Gesù coi Suoi angeli dall’altra. Come con Giobbe, Satana sta accusando quella persona davanti a Dio, cercando di dimostrare che Lo rinnegherà togliendosi quella vita che è il più grande dono del Creatore. Gli dirà “ecco la creatura in cui tu hai fiducia: non crede in te, si ribella a punto tale che preferisce morire piuttosto che credere a Te. In quest’uomo non c’è nessuna gratitudine, non merita di vivere!” Allo stesso tempo dirà all’uomo: “Muori! Non vedi che nessuno ti salva? Non passerà mai la tua malattia, soffrirai così e pure peggio, ogni giorno che passa, per sempre. Questa è la vita che ti volevano donare? Vale la pena viverla? Guardati come sei ridotto non c’è speranza per te. Domani sarà peggio di oggi. Nessuno ti ama. Lasciati andare e muori, tutto è meglio piuttosto che questa vita odiosa in cui si soffre soltanto!”

Dio invece vuole liberare, guarire, rivelarsi e salvare. Proprio in questo ordine: liberare quell’anima dal dominio di Satana che lo spinge alla morte; guarire le ferite di quel cuore su cui Satana ha costruito la sua strategia della disperazione; rivelarsi e portare amore, verità, luce in quel cielo buio senza nemmeno una stella; salvare in un attimo quell’anima appena il suo pensiero si apre alla speranza in Cristo.

Tu che ti avvicini ad una povera anima così ridotta, sappi che forse sei uno degli strumenti che Dio usa; devi essere consapevole della grande e potente attività salvifica che Dio sta per fare. Se ha chiamato te, renditi conto dell’importanza della missione, ma senza insuperbirti, perché tu non farai nulla, sarà tutta la potenza di Dio ad operare; però potresti rovinare l’opera di Dio aggiungendo o sminuendo quello che lo Spirito metterà nel tuo cuore. Tu devi solo essere fedele, volere bene, e restare fermo nella fede.

Il Signore darà a te un cuore pieno di serenità e speranza perché metterà il Suo Spirito di pace dentro di te e poi ti accosterà a quest’anima ingannata e malata. Il solo accostamento produrrà dei frutti, senza che tu faccia niente. Il sorriso di una persona serena che ti vuole bene è il sorriso di Gesù; è la roccia sicura a cui questo povero naufrago potrà aggrapparsi.

Quando parlare?

Una persona abituata ad ascoltare sa che non deve prendersi troppo spazio e percepisce il momento in cui può esprimersi. Nel caso di un depresso grave la sua mente non è più sotto il suo controllo, sta sfuggendo, è ottenebrata e flagellata. Certo è più difficile ascoltare e parlare, ma il Signore allora ti darà qualcosa in più: il seme di Dio non è ancora morto nella coscienza di chi sta male e vi sono sempre degli squarci di particolare lucidità, momenti che durano poco, ma che tu potrai percepire. In questi istanti di tregua e di grazia la pace di Dio attraverso te entrerà nel cuore malato e gli darà sollievo. Le tue parole potranno dire la verità: “Io voglio che tu viva, per me sei importante, per il Signore sei importante, non cedere! Io prego per te! Anche se ora non ti sembra possibile sappi che sei ingannato. Ciò che percepisci è stato alterato e modificato al solo scopo di farti morire. Chi ha fatto questo vuole allontanarti dall’amore di Dio che tanto invece ti sta cercando. Non devi fare nulla, solo resistere ed aprire il tuo cuore dicendo: “sì o Dio mio, salvami! Tirami fuori da questo inferno!”

Intanto prega perché quell’anima sia liberata dal maligno, perché lo sarà. 

(Continua... la 5° parte uscirà il 24 gennaio)

 

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