Doppia faccia e crisi esistenziale espresso in grafica vettoriale

"Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure." (Tito 1:15)

Bastò lasciare soli un momento gli israeliti nel deserto perché tornassero allo stato idolatrico bestiale (1). Per noi uomini moderni che ci siano allontanati da Dio non è diverso. La ricerca dell’Amore [Amore come sinonimo di Dio (2)] è diventata, usando termini freudiani, “perversione” intesa come “tensione al puro godimento” (3). Mai parole come “Dio e Amore” sono state tanto usate come oggi e mai sono state tanto sconosciute nel loro senso più compiuto.

Se non siamo perfettamente uniti al Cristo (la vite e i tralci) non portiamo frutto. Senza la Sua guida perdiamo la via, ci corrompiamo facendo posto al peccato; il peccato inteso come tutto ciò che si trova nell’assenza di Dio.

Il Signore è la Via, la Verità, la Vita (4); per cui in una via diversa dalla Sua, c’è la Sua assenza, il peccato, ed ecco la “per-versione” intesa come “altra direzione, altro ‘verso’ da quello di Dio”. “Perversione” e “conversione” indicano due cambiamenti radicali del nostro percorso della vita: uno generalmente inteso verso il male, ed uno verso il bene che ci indica Dio.

Il concetto di” normalità” dunque dipende da quale strada noi decidiamo di percorrere: se siamo cristiani, credenti, fedeli a Dio allora è “normale” e “giusto” seguire la Sua volontà e ci “convertiamo” dal mondo; vale a dire fermiamo il nostro camminare inutile e vuoto appresso alle passioni mondane, torniamo indietro attuando una “conversione di marcia” e seguendo gli insegnamenti cristiani.

Se invece crediamo solo in noi stessi allora sarà “normale” e “giusto” seguire solo quello che dice la nostra volontà, priva dei suggerimenti di Dio.

Per chi non ha in sé le radici della fede e non accetta i confini tra ciò che secondo Dio è giusto e sbagliato, sarà più che normale cercare solo il proprio piacere, il proprio successo.

Non facciamo qui questioni di giudizio ma di scelte, e avendone noi fatta una, di quella parliamo a chi come noi vorrebbe condividere la stessa fede.

Dio ci rende liberi, ma se la libertà non si esprime con un atto di volontaria sottomissione a Lui da cui trarre Sapienza, allora risulta essere troppo elevata per poter essere gestita bene dall’uomo terreno, il quale subito ricade a contemplare se stesso. O peggio.

“Il SIGNORE disse a Mosè: «Va', scendi; perché il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è corrotto; si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si son fatti un vitello di metallo fuso, l'hanno adorato, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: "O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto"»”. (Esodo 32:7-8)

Viviamo un’epoca molto difficile. I “valori” dei primi anni del 1900, (Dio-Patria-Famiglia) forse perché poco capiti, andarono in crisi a metà secolo (in Italia nel 1968); in seguito, a parte pochi movimenti pacifisti presto degenerati, questi vecchi pseudo-valori contestati, non trovando una buona elaborazione culturale e cristiana, invece di evolversi ritrovando Dio, sparirono quasi del tutto, lasciando le persone senza vere alternative.

Quello che adesso i giovani del nuovo millennio si ritrovano ad ereditare ed amministrare è solo il vuoto, l’assenza di tutto, con la conseguente necessità di avere tutto.

A questa profonda e terribile carenza i nostri giovani cercano di sopperire in vari modi, ma con drammatici risultati sociali. Alla giusta equazione: crisi personale = discernimento delle cause = scelta della soluzione, viene sostituita l’altra: crisi = istintiva, rapida e spesso violenta ricerca della soluzione.

In pratica non c’è più lo spazio intermedio che era riempito dal discernimento e poi dalla scelta.

La “fame di Dio” non è riconosciuta come tale, ma solo come fastidiosa inquietudine che ti logora, che non ti fa essere “solare” sorridente, di successo; come tale è dunque da “curare” o “coprire”, come fosse una patologia; ed ecco il sorgere delle tecniche orientali, pratiche yoga, terapie, innamoramenti sentimentali continui, ecc…; Ma così facendo come potrà “sfamarsi” lo spirito dell’uomo?

Questo sistema di cose condizionato da internet, i social network e dalle cronache televisive con effetti sempre più speciali, ti bombarda di emozioni e non ti fa più pensare.

La sana inquietudine interiore, utilissima all’anima che cerca il Creatore, finisce davanti alle chat-online, dove tante persone sole combattono il vuoto del loro cuore cercando amori ideali che i “media" hanno confezionato attentamente (5) e che alla luce della realtà non esisteranno mai come ce li vogliono far immaginare. Alle crisi esistenziali sempre più profonde e ai vuoti dell’anima non si può trovare soluzione in nessun piacere superficiale.

In parte le responsabilità principale di questo è di chi, essendo chiamato da Dio a dare “cibo” nutrimento spirituale, non lo fa (6).

R.R.


(1) Esodo 32

(2) 1 Giovanni 4:8

(3) Wikipedia.it

(4) Giovanni 14:6

(5)  Nel linguaggio corrente i “mass media” o  “comunicazioni di massa” sono il complesso delle informazioni e dei mezzi  (stampa, radio cinema, televisione, Internet, ecc,)  che le producono e le diffondono, rivolgendosi a un pubblico ampio e fortemente eterogeneo. (enc. encarta)

(6) "Gesù disse loro: «Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua. Matteo 14:16 Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!»" (Giovanni 4:34)

 

 

 

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