Mano e fiore

Come fa un genitore ad amare tutti i suoi figli in modo unico particolare? Non ce lo sappiamo spiegare ma l’amore è così: unico per ciascuno. La famiglia ideale per come l’ha pensata Dio e per come ce l’ha donata è tutta composta di amore: l’”amore-casa” come in un insieme, che però racchiude la particolarità di singoli amori: tra marito e moglie, tra moglie e marito, tra padre e figlia, tra figlia e padre, tra figlio e madre… ecc  Ed ognuno di questi amori è unico, serio, irripetibile, forte, geloso, generoso, perdonatore, giusto, felice.

A seconda dei momenti Dio riversa su di noi un amore come quello di in padre o di una madre o di uno sposo che ammira la nostra anima come una sposa. 

La nostra anima quando scopre l’amore del Signore può avere reazioni diverse:

  • ne rimane intimorita, lo desidera ma lo sfugge allo stesso tempo come se avesse pudore vergogna paura… “..distogli da me i tuoi occhi, che mi turbano..” (Cantico 6:5a); «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore» (Luca 5:8)
  • oppure può ricambiare senza più guardare il mondo, con un profondo coraggioso amore fatto di totale sofferto silenzioso sentimento, come la donna che entra in casa di Simone il fariseo e si mette ai piedi di Gesù: “... e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio...” (Luca 7:38).

Per ognuno di noi l’amore ricevuto da Dio e a Lui ricambiato è diverso, molto intimo; come in fondo è diversa ogni storia d’amore. L’intimità tra due persone è una conoscenza riservata assolutamente all’interno della coppia. Nessuno può vedere e capire i significati di certi sguardi o di gesti o di parole particolari che assumono vita solo tra due persone. Una affinità in cui uno percepisce subito le gioie e il dolore dell’altro e immediatamente li fa propri. Tra il tuo corpo ed il suo non c’è più differenza, come tra lo spirito tuo ed il suo.

Anche con Dio avviene qualcosa di simile in maniera spirituale. Spirituale non significa che il corpo sia assente, anzi esso sente e partecipa come può sentire un corpo, coi suoi sensi, partecipando come può a questa pienezza interiore divina. E’ come se l’anima venisse elevata ed il corpo la seguisse come trascinato, “sentendo” l’abbraccio divino.

Non ci si deve scandalizzare se nell’amore di Dio accolto e ricambiato è presente passione desiderio piacere e gelosia. Come non ci si deve meravigliare se da questa passione possano a volte scaturire tante lacrime. Gioia e dolore non sempre hanno confini definiti.

Certo la conoscenza che Dio ha di noi è diversa da quella che noi abbiamo di Lui. Ricordate la volta scorsa questo passo?

Esodo 33:17 Il SIGNORE disse a Mosè: «Farò anche questo che tu chiedi, perché tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente». 18 Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» 19 Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». 20 Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere». 21 E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; 22 mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».

Dio conosce tutti noi avendoci desiderati concepiti creati assistiti ed amati fino alla Sua offerta in Cristo per la nostra salvezza; però ci sono anime che Lo seguono in modo particolare e che si lasciano da Lui avvolgere in modo totale… a loro è aperta una intimità particolare. Come Mosè, un uomo che Dio conobbe “personalmente”.

L’intimità tra due persone non è immediata; si raggiunge dopo anni di convivenza. 

Dio desidera rivelarsi all’uomo. Lo ha fatto in Cristo mostrandosi come noi, scendendo nella nostra umanità, ma il suo scopo non era solo quello di divenire umano e finirla lì, bensì quello di elevare l’umanità alla gloria Sua, glorificando tutta la nostra persona. E’ come uno scendere per raccoglierci e poi sollevarci.

Ma non poteva avvenire immediatamente questa unità-conoscenza a causa del nostro peccato, ci voleva un cammino nel deserto, una conoscenza graduale che in qualche modo ci purificasse dalle nostre impurità. In fondo anche Mosè stette nel deserto 40 anni prima di incontrare il Signore, ed anche il popolo di Dio camminò nel deserto per una generazione intera prima di giungere alla mèta.

La sofferenza in un certo qual modo è come il sudore quando facciamo ginnastica,  è ciò che viene rilasciato mentre noi ci purifichiamo e santifichiamo. Per questo non dobbiamo averne paura, è una conseguenza del nostro progressivo staccarci dal mondo per prepararci all’abbraccio di Dio.

«Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere» Nessuno di noi ha mai visto Dio-Padre.

Non abbiamo termini per poterlo spiegare, ma la perfezione di Dio e la Sua potenza sono tali che se noi, come siamo adesso cioè con un corpo carnale, lo vedessimo, ne saremmo distrutti. E’ per questo che Lui limita la Sua gloria in base alla nostra purezza e permeabilità.

R.R. (prima pubblicazione 2016 / ultimo aggiornamento 2024)

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