calzatura romana

“Mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace” (Efes 6:15)

La traduzione letterale di questo versetto è «Avendo i piedi calzati con la preparazione dell'evangelo della pace» (Diodati), una frase dalla comprensione non immediata. [1]

La maggior parte degli studiosi sono abbastanza concordi nell’interpretarlo non tanto con la predicazione del Vangelo, quanto con la prontezza a combattere per mezzo delle cose che il Vangelo della pace produce (zelo, alacrità, fuoco, ardore); “Questo versetto non parla della diffusione del vangelo, perché i credenti descritti nel vv. 10-16 stanno fermi, non in movimento. Si riferisce invece alla stabilità o al passo sicuro che perviene a un credente dal vangelo che gli dona la pace e che gli permette di affrontare la battaglia”[2]

I sandali del guerriero si indossano, ma la forza è l'agilità che deriva dal vangelo della pace.

Può sembrare una contraddizione: come si va in guerra se i “piedi zelanti” sono rivestiti di pace?

In effetti nel nostro tempo abbiamo visto l’ipocrisia di eserciti di nazioni ricche mandati a combattere “per la pace nel mondo”, quando dietro c’erano e ci sono interessi di altro genere. Essi non indossavano sandali leggeri come quelli romani che vedete nella figura all’inizio, ma scarponi pesanti, da guerra, non certo agili e “pronti” alla vera pace. Chi ha fatto questo, pur parlando un linguaggio di pace (magari persino con riferimenti cristiani) non ha combattuto per difendere la pace che ci insegna il cristianesimo.

Per avvicinarci al significato che consideriamo più vero ci può essere utile un riferimento di Isaia: “Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Il tuo Dio regna!» (Isaia 52:7)

La battaglia contro Satana ed i suoi agenti è a monte: il cristiano ha già gustato il Vangelo, la buona notizia della salvezza, del regno di Dio che giunge, che è giunto nel cuore, che troverà nel riempimento dello Spirito Santo la sua forte espressione di potenza e che si realizzerà completamente al ritorno del Signore. E’ l’aver accolto in sé il Vangelo (ingerimento, introiezione) che, nella consapevolezza della pace del Signore provata e “gustata”, ci rende coraggiosi, agili e pronti all’annuncio della pace. “Egli rende i miei piedi simili a quelli delle cerve, mi rende saldo sulle mie alture” (Salmi 18:33).  Lo studioso G. Luzzi traduce questo passo con: “I piedi calzati delle buone disposizioni”.

Quando entreremo nelle case e nei cuori di persone che si aprono a Cristo dovremo portare le cose di Cristo ed il Signore ci ha già detto come comportarci: “In qualunque casa entriate, dite prima: "Pace a questa casa!" Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi”. (Luca 10:5-6)

E’ questa la buona disposizione, noi dobbiamo proiettarci in questo stato d’animo: portare l’annuncio della pace di Gesù, della liberazione dal male, della salvezza per la grazia, dell’attesa del ritorno del Signore…  Questo è il nostro compito. Quando nascono polemiche, questioni, liti in merito alle parole… basta! usciamo da lì mantenendo sempre lo stesso stato d’animo di portatori di pace. Se restassimo in un ambiente di lite, durezza scritturale, confutazioni continue, resteremmo intrappolati e diverremo anche noi come loro, perdendo i “sandali” che il Vangelo della pace ci aveva fatto indossare; e indosseremmo invece gli “anfibi”, i pesanti moderni scarponi da guerra contro tutto e tutti.

 


 

[1] Riflessioni alle lettere paoline di Giov. Luzzi – 1908  

[2] Commentario “Investigare le Scritture”

 

 

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