in preghiera

Geremia 42:10 Se continuate ad abitare in questo paese, io vi ci stabilirò e non vi distruggerò; vi pianterò e non vi sradicherò; perché mi pento del male che vi ho fatto. 11 Non temete il re di Babilonia, del quale avete paura; non lo temete", dice il SIGNORE, "perché io sono con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano. 12 Io vi farò trovare compassione davanti a lui; egli avrà compassione di voi e vi farà tornare nel vostro paese". 13 Ma se dite: "Noi non rimarremo in questo paese"; se non ubbidite alla voce del SIGNORE vostro Dio, 14 e dite: "No, andremo nel paese d'Egitto, dove non vedremo la guerra, non udremo suono di tromba, e dove non avremo più fame di pane, e abiteremo laggiù", 15 ebbene, ascoltate allora la parola del SIGNORE, o superstiti di Giuda! Così parla il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "Se siete decisi a recarvi in Egitto, e se andate ad abitarvi, 16 la spada che temete vi raggiungerà laggiù, nel paese d'Egitto; la fame che vi spaventa vi starà alle calcagna laggiù in Egitto, e là morirete. 17 Tutti quelli che avranno deciso di andare in Egitto per abitarvi, vi moriranno di spada, di fame o di peste; nessuno di loro scamperà, non sfuggirà al male che io farò venire su di loro".

Geremia 44:16«Quanto alla parola che ci hai detta nel nome del SIGNORE, noi non ti ubbidiremo, 17 ma vogliamo mettere interamente in pratica tutto quello che la nostra bocca ha espresso: offrire profumi alla regina del cielo, farle delle libazioni, come già abbiamo fatto noi, i nostri padri, i nostri re, i nostri capi, nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme; allora avevamo abbondanza di pane, stavamo bene e non vedevamo nessuna calamità; 18 ma da quando abbiamo smesso di offrire profumi alla regina del cielo e di farle delle libazioni, abbiamo avuto mancanza di ogni cosa; siamo stati consumati dalla spada e dalla fame. 19 Quando noi offriamo profumi alla regina del cielo e le facciamo delle libazioni, è forse senza il consenso dei nostri mariti che le facciamo delle focacce a sua immagine e le offriamo delle libazioni?»

I passi che ho preso in esame fanno parte del Libro di Geremia, nell’antico testamento. È interessante riflettere sull’atteggiamento del popolo di Dio di fronte alle parole del profeta. Invito a leggere i capitoli 42, 43 e 44 per intero. Possiamo facilmente constatare che lo stesso comportamento ribelle è stato nell’intimo nostro, quando non conoscevamo il Signore. Ad ogni modo, la cosa che mi ha colpito nel passo del capitolo 44 è stata la risposta data dal popolo al profeta Geremia. Nonostante l’esortazione ad ubbidire al Signore e a fare un passo indietro, riconoscendo di aver peccato, i rappresentanti del popolo senza alcun ritegno osarono proferire parole molto offensive nei confronti di Dio. Affermarono che era meglio servire altri dèi piuttosto che l’Eterno! In poche parole, dissero che era più redditizio offrire profumi a divinità straniere.

Non riuscivano a comprendere il grave torto che stavano facendo all’Iddio che li aveva tratti dalla schiavitù nel passato.

Purtroppo l’ingratitudine verso il Signore è una costante nella storia dell’umanità. Esattamente come il popolo si lamentava con Geremia del fatto che stavano affrontando gravi disgrazie perché, secondo loro, avevano indispettito la regina del cielo, anche noi nel corso della nostra vita abbiamo incolpato il Signore delle nostre avversità. Anche Geremia si struggeva per il comportamento dei suoi fratelli, poiché molte volte era stato anche messo in prigione e maltrattato per le parole che il Signore gli aveva ordinato di riferire in sua vece, affinché il popolo si ravvedesse.

Un’altra cosa che ha destato la mia attenzione è stata la semplicità della risposta di queste persone. So che può suonare strano definire la loro reazione, diciamo così, molto spontanea ma se notate essendo stati messi di fronte ad una scelta, hanno detto esattamente ciò che pensavano di fronte all’evidenza dei loro misfatti, senza fare giri di parole. Loro credevano che la migliore cosa da fare fosse agire contrariamente a quanto consigliato dal profeta. Nonostante più volte fossero stati avvisati delle conseguenze di quel comportamento scellerato, preferirono il peccato e i piaceri che il mondo dell’epoca offriva loro.

A questo punto vorrei portarvi una breve riflessione riferita ai nostri giorni. A differenza del popolo ai tempi di Geremia, che sfacciatamente dichiarò di non voler seguire il Signore, non ho mai incontrato nella mia vita persone che pur peccando lo ammettessero così dichiaratamente, rifiutandosi quindi di fare la volontà di Dio. Anzi, ci sono persino credenti, se così vogliamo definirli, che predicano bene e razzolano male. Siamo arrivati al punto di non poter nemmeno dire ad un fratello: “Non ci si deve comportare in questo modo perché il Signore nella Sua Parola dice che è sbagliato”. Molte persone messe di fronte a sbagli commessi non fanno altro che giustificarsi, usando anche la Parola di Dio come qualcosa che avvalora il loro comportamento, citando spesso alcuni passi racchiusi nei Vangeli. Voglio ricordare che noi non dobbiamo giudicare i fratelli, ma il peccato che viene da loro commesso se il Signore ci mette in cuore di farlo notare.

Il discorso è diverso per le persone che non conoscono Dio e che non hanno fatto un’esperienza personale con Lui. Parlare del Signore non è sempre semplice, ma credo che dobbiamo dare per primi una buona testimonianza a cominciare dal nostro comportamento cristiano. Se i non credenti ci osservano fare la volontà di Dio sotto i loro occhi, riconosceranno sicuramente una certa differenza tra noi e loro. E proprio queste differenze nel comportamento, magari li invoglieranno a farci delle domande e probabilmente si creerà l’opportunità di parlare del Signore Gesù. Ovviamente questo discorso vale nel migliore dei casi, perché incontreremo sicuramente molte difficoltà durante il cammino. Ricordiamoci che il nemico delle anime nostre le studierà tutte pur di ostacolarci e scoraggiarci.

In questo mondo dobbiamo essere anche noi come il profeta Geremia, dobbiamo esortare i fratelli in Cristo che hanno conosciuto la grazia ma che si sono allontanati a tornare al Signore. E nel momento in cui ci fosse un rifiuto da parte loro, preghiamo Dio affinché il loro cuore si volga verso di Lui nuovamente.

Rispondimi, SIGNORE, rispondimi, affinché questo popolo riconosca che tu, o SIGNORE, sei Dio, e che tu sei colui che converte il loro cuore!» (1Re 18:37)

V.D.S.

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