spirale aurea in un paesaggio

"voi dunque siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Matteo 5:43,48)

In questi pochi versi del capitolo 5 in Matteo viene descritta la condizione per la quale noi possiamo essere ritenuti perfetti da Dio. Se paragonata alla perfezione che offre il mondo, in questa, troveremo solo dissonanze che mettono in risalto una "perfetta apparenza" di saggezza o di bellezza esteriore: vanta solo noi stessi. Mentre quello che Gesù ci dice è che se desideriamo seguire il modello di Dio, dobbiamo puntare il nostro sguardo verso quelle cose che rispecchiano il suo carattere e che appaiono pazzia per il mondo. 

Anche per un credente che da molti anni cammina con fede, a volte, risulta difficile mettere in pratica questa parola perché la dura lotta interiore, a cui è chiamato ogni giorno, non è solo tra la sua fede e il mondo, ma anche tra la sua volontà e quella di Dio. Siamo richiamati continuamente dal Signore nel badare a come parliamo poiché sta scritto: "se uno non pecca nel parlare è un uomo perfetto" (Giac. 3:2).

Se pensiamo alla perfezione come un punto di arrivo quotidiano, useremo lo stesso metro del mondo. E poiché la parola ci ricorda nello stesso verso, in Giacomo 3:2, che "manchiamo tutti in molte cose", possiamo capire che c'è altro che dobbiamo considerare per piacere a Dio. Ogni atto che compiamo volontariamente parte sempre prima dalla nostra mente (dove anche noi decidiamo di accettare la salvezza o di rifiutarla). Ecco che l'intenzione di un atto volontario può cambiare il risultato dell'azione, ma da sola non basta. L'impegno invece è quell'atto volontario che ci tiene svegli ed efficaci per il regno di Dio, aiutandoci ad aggiungere alla nostra fede tutte quelle qualità che sono indispensabili per un buon parlare: virtù, conoscenza, autocontrollo, pazienza, pietà, affetto fraterno e amore (2 Pietro 1:5,11). Ma se noi avessimo l'intenzione e l'impegno, senza considerare che il luogo dal quale entrambi partono deve essere rinnovato, potremmo cadere con facilità in una mente non rivolta verso Dio, ma che potrebbe agire per sua volontà. Infatti sta scritto "Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà" (Romani 12:2).

Una mente rinnovata, che pensa con l'intenzione di piacere a Dio e si impegna per la sua causa, è capace di rendere un buon parlare da cuore a cuore poiché il Signore dice ''metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti'' (Ebrei 10:16) e "dall'abbondanza del cuore la bocca parla" (Matteo 12:32).

Per cui se la domanda sta nel capire cosa ci rende perfetti sebbene manchiamo tutti in molte cose, possiamo riconoscere che una mente che desidera rinnovarsi, secondo la volontà di Dio, è una mente capace di nutrire il cuore con buone intenzioni che si impegneranno per piacergli, rendendo un buon servizio. Questa è una perfezione che va ricercata ogni giorno, contraria al mondo, e l'obiettivo finale non è per se stessi ma sempre per lo scopo di Dio: un operato efficace per il quale un giorno riceveremo la giusta ricompensa.

 Ludovica Ferrari

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