Adorazione

A volte attraverso la ripetizione di suoni e frasi incomprensibili, se non c'è chi interpreti, rischiamo di lodare Satana...

"Ci sono nel mondo non so quante specie di linguaggi e nessun linguaggio è senza significato.  Se quindi non comprendo il significato del linguaggio sarò uno straniero per chi parla, e chi parla sarà uno straniero per me. Così anche voi, poiché siete desiderosi di capacità spirituali, cercate di abbondarne per l'edificazione della chiesa. Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare" (1 Corinzi 14:10-13)

Nei nostri movimenti cristiani evangelici di risveglio di tipo pentecostale (per gli evangelici) e carismatici (per i cattolici) è abbastanza frequente sentire durante il culto l’uso del dono delle lingue, soprattutto nelle preghiere e nell’adorazione; ma sarà capitato a molti di voi talvolta, di aver sentito lingue intonate e lingue, diciamo così, “stonate”, per non dire di peggio. Non si tratta affatto di una cosa buona, ma di qualche dissonanza che non ha nulla a che vedere con l’unione nello Spirito di Dio. Purtroppo ho avuto modo di constatare che è tollerato spesso l’uso pubblico delle lingue a voce alta senza nessuno che le interpreti. A questo proposito le indicazioni dell’apostolo Paolo, per le comunità molto carismatiche come quella di Corinto, sono molto chiare:

“Se c'è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l'uno dopo l'altro, e qualcuno interpreti. Se non vi è chi interpreti, tacciano nell'assemblea e parlino a se stessi e a Dio.” (1 Corinzi 14:27-28)

Non è un dogma ovviamente, noi protestanti non ne abbiamo, ma credo che l’affermazione dell’apostolo sia da prendere in seria considerazione, chiedendo al Signore maggiore discernimento. Negli ultimi tempi infatti la facilità del parlare in lingue (siano esse vere o presunte) o di usare parole strane si è molto diffusa, sia dentro le chiese che fuori. Satana è abilissimo a farci credere una cosa per l’altra e, scimmiottando questo dono, e servendosi di qualcuno che lui può condizionare emotivamente, produce parole, suoni, suggestioni affascinanti e dall’effetto ipnotico, o comunque accentra l’attenzione su effetti che però non conducono a dare gloria a Dio.

Facciamo degli esempi anche esterni alle chiese:

  • In alcuni film e documentari dove si assisteva a qualche attività esoterica (generalmente a sfondo sessuale o dichiaratamente spiritistico) compaiono spesso come delle lingue misteriose o suoni appena sussurrati… a volte sembrano cantilene a bassa voce ripetute in continuazione, che richiamando qualcosa di simile a nostre parole quotidiane. Queste simulano una solennità “magica” e una atmosfera quasi irreale in cui ti viene spontaneo lasciarti andare… Ma non dobbiamo farlo!
  • In certi stage per la formazione di personale manageriale, o per migliorare la nostra intelligenza, si usano tecniche sofisticate con dei suoni studiati apposta per condizionare la mente che, assieme a degli slogan registrati, sottopongono le persone ad un vero e proprio piccolo lavaggio del cervello. Non se ne esce rafforzati e più efficienti, ma psicologicamente più deboli perché dipendenti da sistemi nascosti che controllano noi.
  • In alcune religioni orientali la ripetizione mnemonica di suoni e frasi incomprensibili che viene ritenuta “preghiera” (o “magia” a seconda dei punti di vista) produce degli effetti apparentemente piacevoli alla nostra mente e aiuta le persone in “meditazione” a distaccarsi sempre più dal mondo.  Io non credo che Gesù intendesse la santificazione come un distacco dal mondo fatto in questo modo.
  • Nelle musiche rock di complessi anche famosi, sembra siano noti alcuni messaggi subliminali di tipo blasfemo e satanico in frasi che i ragazzi ripetono a pappagallo: messaggi che tradotti lodano Satana e lo adorano come loro dio deridendo la croce e Gesù. Non tutti i ragazzi che ripetono il ritornello ne sono consapevoli. Tuttavia o consapevoli o inconsapevoli, Satana li ha messi nel sacco e questo a lui basta.

COME FARE ALLORA PER PREVENIRE QUESTO RISCHIO ALMENO NELLE CHIESE?

La cosa importante che noi cristiani ci dobbiamo sempre cercare è la coscienza e la consapevolezza di ciò che entra nel cuore e ciò che esca dalla nostra bocca. Ci dovremmo sempre chiedere: “ma cosa sto realmente dicendo?”. In certi casi nelle frasi in lingue che vengono dette in chiesa anche in preghiera si sono avute delle sorprese. Chi ha saputo e potuto interpretare, ha sentito parole con assonanze simili a parolacce e derisione allo Spirito Santo e al Signore.  Diciamoci sempre: “ma cosa sto dicendo? Sono consapevole di quello che esce dalla mia bocca? C’è qualcuno che in chiesa sappia eventualmente interpretarlo?” Anche il pastore dica: “Ma cosa sta dicendo questo fratello? È davvero la lingua degli angeli? Sono in grado di appurarlo? C’è qualcuno in chiesa che lo sappia fare?” In caso negativo, se non c’è chi interpreti, nel dubbio, atteniamoci rigorosamente all’insegnamento biblico di chi, come Paolo, sapeva parlare molte più lingue di tutti ed evitiamo il più possibile di proferire cose che non sappiamo cosa significhino: 

"Io ringrazio il mio Dio, perché parlo in lingue più di voi tutti. 19 Ma nell'assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila parole in altra lingua" (1Corinzi 14:18)

R.R. (prima pubblicazione 2022)


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