Amore e Parola di Dio

DOMANDA: Leggevo questa frase: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso» (Luca 10:27). Questo significa che Gesù riassume tutta le legge in due soli comandamenti, giusto? In pratica Dio è amore e l’amore è centrale in entrambi. 

RISPOSTA: In linea generale è giusto, tuttavia non basta. Diciamo così: anche se ci servissimo di TUTTE le espressioni presenti nella Bibbia riguardo a Dio, tutte le definizioni su di Lui sarebbero incomplete, inappropriate e limitanti. Dio è amorevole, come è anche giusto, paziente, onnisciente, onnipresente, eterno, misericordioso, santo, fedele, buono, saggio, geloso, guerriero, ecc. 

Voglio dire che nella predicazione cristiana occidentale si è sempre più messo in evidenza SOLO l’amore di Dio. Non che sia sbagliato, ma predicare solo questo significa (come poi è accaduto) far passare in secondo piano concetti anch’essi fondamentali come il pentimento, il ravvedimento, la conversione, il comportamento adeguato che la fede induce, la cancellazione di ogni forma di legge morale, la non considerazione del giudizio (che sarà dato in base alle opere), il disimpegno nello studio delle profezie, ecc.

L’idea che Dio sia amore in tutto e in tutti, in qualunque modo essi siano, se non spiegato bene, fa passare un messaggio “buonista” in cui tutto è permesso. Che Dio ci ami è vero, ma che ci sarà un giudizio alla fine è anche vero. Non è che Dio sarà contento nel vederci condannati per aver peccato, certo sarà dispiaciuto e sofferente; immaginiamo quanto dolore avrà provato nel vedere il Figlio Suo morto sulla croce per aver preso su di Sé il peccato. Ora La croce di Gesù non significa che io posso peccare perché tanto Lui mi ha salvato. Significa invece che io, essere umano terreno che giacevo nel mio peccato originale, per i Suoi meriti ho LA POSSIBILITÀ di essere salvato, se Lo riconosco come Signore e cambio la mia vita seguendo i Suoi insegnamenti. LA SALVEZZA non è una adesione teorica ad uno che si è definito Messia e Salvatore, ma è un processo lungo di cambiamento della nostra persona. La salvezza per fede è grande e immensa, ma se poi vivendo sulla terra non si traduce in un cambiamento reale di comportamento (e dunque di opere) a che serve? La persona che sia viziosa, pervertita, degenerata, avrà un bel dire “tanto Dio mi ama”, perché amare Dio significa anche FARE quello che Lui dice («Perché mi chiamate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?» Luca 6:46).

Adesso tornando a noi, consapevoli di una predicazione in atto fin troppo “facile” e “buonista” delle chiese moderne per avere più credenti (e più “decime”), diamo uno sguardo anche alla legge.

Cominciamo col dire che Gesù non ha affatto cambiato nemmeno una virgola della Legge Regale (quella morale del decalogo per intenderci) come dice in: Matt 5:17 «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. 18 Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure uno iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto.

Che poi il decalogo resterà in vigore fino alla fine dei tempi lo testimonia Apocalisse 11:18 Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra». 19 Allora il tempio di Dio che è in cielo si aprì e nel suo tempio apparve l'arca del suo patto.

Ora è vero che tutto si riassume in “ama Dio e il prossimo tuo”, ma questa sintesi va spiegato proprio sul decalogo (preso dalla Bibbia non dai vari catechismi), altrimenti diventa uno slogan. Infatti, in un normale studio (che le Chiese dovrebbero fare sempre) si vede come i primi quattro comandamenti indichino l’amore verso Dio:

Esodo 20:2 «Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù.
3 Non avere altri dèi oltre a me.
4 Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, 6 e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
7 Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
8 Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. 9 Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, 10 ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; 11 poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.

Mentre i rimanenti sei indichino l’amore verso il prossimo:

Esodo 20:12 Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.
13 Non uccidere.
14 Non commettere adulterio.
15 Non rubare.
16 Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
17 Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo».

Da come si vede non è stata abrogata la Legge, ma è stata meglio espressa, completata, adempiuta. (1)

Sintetizzare certe volte va bene quando parliamo del Signore, ma non sempre; infatti nel caso del decalogo, il tentativo cattolico nel catechismo di fare un riassuntino per rendere tutto più facile a memorizzarsi, ha fatto si che si cancellasse un comandamento intero (il secondo) e si dividesse in due un altro (il decimo) per far tornare il conto di dieci; così ancora adesso ne paghiamo le conseguenze per l’infiltrazione nel culto di quelle chiese, delle preghiere verso i morti o verso gli angeli o le statue o le icone d’oro. La Parola di Dio è bella tutta, non c’è niente da sintetizzare. Ogni “miglioramento” dell’uomo che va a cambiare Sua Parola produce solo guai. 

Vorrei anche aggiungere che la frase di cui stiamo parlando (Luca 10:27), fu portata a Gesù da un tendenzioso dottore della legge: Luca 10:25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?»; non era stata posta per sapere, bensì per mettere alla prova Gesù. In pratica Gesù risponde ad un fanatico dottore della legge di quelli che credeva di sapere tutto, che non solo non capiva la Legge ma non capiva nemmeno Dio, bisogna tenerne conto. Il problema dei “sapienti” giudei al tempo di Gesù è che avevano fatto della Legge un idolo e non avevano considerato la base d’amore che vi stava dietro. Ai giudei SI DOVEVA ricordare l’aspetto amorevole dell’Eterno in Cristo, che per amore si avviava a morire. Avevano esagerato nella pesantezza della legge che “in nome di Dio” metteva tutti a morte. Nel caso nostro dove la parola “amore” è talmente idealizzata-inflazionata che ciascuno se ne serve per il suo tornaconto, i toni devono essere diversi: abbiamo esagerato con l’amore dovunque; quindi, non sarebbe male per noi oggi, riequilibrare la bilancia e tornare ad un serio e sano comportamento morale (non ho detto moralista) secondo i dettami del Signore. (2)

Concludendo, la risposta più adeguata, valida per tutti noi, alla domanda dell’ipocrita dottore della legge giudeo “che devo fare per ereditare la vita eterna?”, secondo l’indicazione del mio commentario che condivido pienamente, sarebbe questa:

Giovanni 3: 1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da lui e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni miracolosi che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. 7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» 10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? 13 Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo. 14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.

R.R.


(1) Approfondimenti sul decalogo li potete trovare in questo mio libricino gratuito in pdf: “AVVICINIAMOCI AI DIECI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO” in https://www.ilritorno.it/images/documenti/libri/PIC%2010%20comand.pdf

(2) Approfondimenti su quanto sopra accennato sono approfonditi nel nostro video 147) IL BUONISMO RELIGIOSO - RAGIONAMENTO E FEDE - parte 2

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