Sacca porta monete su tavolo

DOMANDA: Matteo 17,24-27 parla della tassa al tempio. Gli incaricati della riscossione chiedono a Pietro se Gesù paga la tassa (questo significa che non era obbligatorio pagare). Pietro risponde "Si", ma Gesù appare contrariato, per il seguente motivo (se ho ben capito): Le tasse devono essere pagate dagli estranei e non dai figli dei re. Quindi Gesù non dovrebbe pagare perchè è il Figlio di Dio e il Tempio appartiene al Padre (il Re). Comunque Gesù decide di pagare per non scandalizzare gli incaricati alla riscossione.

RISPOSTE: 

1) Risposta del fratello Gianni Cellitti:

Pace caro fratello.

Il testo citato di Matteo 17:24-27 può offrire diversi spunti di riflessione. 

Nel risponderti vorrei inquadrare il testo da un punto di vista prima di tutto storico:

Secondo la legge mosaica ogni Giudeo, compreso nel censimento dei figli d’Israele, che avesse avuto più di vent'anni doveva pagare al tempio una tassa di mezzo siclo o due dramme ogni anno per sostenere le spese del tempio. Tant’è che ritroviamo questo comando in Esodo 30:13-14 sotto forma di offerta diretta al SIGNORE. 

Ora probabilmente, alla luce di questo, la domanda degli esattori rivolta a Pietro riguardo al pagamento della tassa per il tempio da parte di Gesù sottintendeva l'accusa che, in qualche modo, egli non ubbidiva alla legge. 

Ma come hai ben sottolineato tu stesso, alla luce della verità rivelata che Gesù è il Figlio di Dio, e il Re dei re, Egli non era in alcun modo tenuto a pagare la tassa al tempio, sarebbe equivalso a dare un tributo a se stesso! (Nota che mette in evidenza anche il carattere divino dell’onniscienza di Gesù: prima che Pietro potesse parlargli dell’accaduto Egli già sapeva della discussione e lo anticipa.)

Ma allora perché Gesù, vero Dio, decise di pagare ugualmente le tasse? Il testo ci dice per non “scandalizzarli”. In questo aspetto, personalmente credo ci sia qualcosa di più di quanto, a prima vista, si potrebbe pensare. Possiamo infatti ricavarne qualche riflessione utile:

  • Gesù non voleva creare in alcun modo discussioni e controversie su problemi di minore importanza. Israele avrebbe dovuto primariamente riconosce che Gesù era (ed è) il Messia promesso e da loro tanto atteso. Proprio rispetto a questo Gesù considerava l’esenzione dalla tassa per il (Suo) tempio, un qualcosa di secondario. Similmente anche noi oggi, sulle orme di Cristo, non dovremmo creare discussioni su questioni inutili o di poco conto rispetto a ciò che di più importante c’è. Dopo tutto come anche afferma MacDonald nel suo commentario “Se si fosse trattato di mettere in questione qualche principio divino, Gesù non avrebbe certamente pagato.”

  • Gesù in questo episodio ci offre anche un esempio diretto e vissuto della Sua sottomissione alle autorità di governo. Come discepoli di Cristo dovremmo fare lo stesso: benché liberi dalla legge dobbiamo rispettare e sottometterci alle leggi del nostro paese come anche Gesù (pur non essendo in alcun modo dovuto) ha fatto.

  • Gesù non portava con se del denaro e probabilmente neppure Pietro ne aveva con se in quel momento. Ciononostante, in maniera miracolosa, confidando senza esitare nelle parole di Gesù, Pietro trovò nella bocca del pesce appena pescato il denaro necessario per sé e per Gesù. In qualche modo il Signore ci darà la possibilità di pagare le tasse dovute alle autorità, per cui nel medesimo modo anche noi confidiamo in Lui.

Un fraterno saluto.

G.C.


2) Risposta della sorella V.D.S.

Gentile fratello, cercherò di darti una risposta con l’aiuto e la guida dello Spirito Santo.

Dalle note di MacArthur: “Una tassa di mezzo siclo, equivalente all’incirca al salario di due giorni di lavoro, veniva riscossa una volta l’anno dagli uomini che avevano un’età superiore ai 20 anni per la manutenzione del tempio. (Riferimenti: Esodo 30:13.14; 2 Cronache 24:9). Dal momento che i re non tassavano i propri figli, tecnicamente Gesù in quanto Figlio di Dio era esente dalla tassa, come dice nel versetto 26. Ma, per evitare di creare scandalo, Egli pagò per sé e per Pietro (versetto 27). [Confrontare Romani 13:1-7; Tito 3:1; 1 Pietro 2:13-17] Lo statere valeva 2 dramme.”

Dal Commentario “Investigare le Scritture” sui versetti in questione: “I capi religiosi cercavano un pretesto per accusare Gesù, allora Pietro ricevette l’ordine di andare a fare una cosa che gli piaceva molto, cioè il Signore lo mandò a pescare. Egli doveva gettare l’amo per catturare un pesce speciale. Il pesce avrebbe tenuto in bocca uno statere, cioè una moneta da 2 dramme che era l’ammontare esatto della tassa da pagare per lui e per il Signore. Ora, Matteo non conclude questa storia ma si può immaginare che Pietro fece quello che gli era stato ordinato: prese il pesce, trovò la moneta e pagò l’imposta. In questo modo il Signore dimostrò la propria sottomissione alle autorità di governo.”

Tu dici: “Gli incaricati della riscossione chiedono a Pietro se Gesù paga la tassa (questo significa che non era obbligatorio pagare)”
Ci possono essere diverse interpretazioni, io (V.D.S) ti darò la mia che magari potrebbe essere anche molto soggettiva: Gli scribi e i farisei cercavano sempre di accusare Gesù quindi, in tutti i Vangeli, dove compaiono sia in vesti di dottori della legge che in veste di esattori, penso che le loro domande fossero al solo scopo di umiliare e screditare il Figlio di Dio, da loro non riconosciuto.
La situazione descritta in Matteo 17 poteva essere compromettente, “scandalosa” perché a seconda di come Gesù avrebbe risposto, poteva dar adito ai farisei ipocriti di dire che Lui era contro la legge di Roma o del re (che era comunque sottoposto a Roma) che imponeva le tasse: ma Dio sa sempre come provvedere una soluzione in ogni problema. Un problema “pratico” fu risolto da un intervento divino. Pietro fu mandato a pescare un pesce per trovare lo statere. Interessante notare che a Gesù piacque coinvolgere un suo discepolo in questa situazione, per fargli sperimentare ancora una volta la potenza che viene dal Cielo.
Per il resto è interessante questo passo che hai scelto di includere nell’email e sarà di aiuto anche ad altri.
Dio ti benedica, un saluto fraterno.

V.D.S.

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