Lettura e meditazione della Bibbia

DOMANDA: “...essere cristiani non significa essere né cattolici né evangelici… resta comunque il fatto che le fonti inquinate non provengono da Dio altrimenti si accetterebbe implicitamente una sottospecie di gnosi… a questo punto come fare per evitare le contaminazioni di personaggi dubbi e doppi nell'operare?”

RISPOSTA: 

Prima di sviluppare il centro della risposta, una piccola chiarificazione sulla parte iniziale: “…essere cristiani non significa essere né cattolici né evangelici…”

Non metterei sullo stesso piano evangelici e cattolici. I cattolici pregano i morti (che io considero peccato alquanto grave) gli evangelici (protestanti) non lo fanno. Una bella differenza di base. Che poi alcune chiese evangeliche (i protestanti non sono una chiesa unica ma un insieme di chiese anche molto diverse l’una dall’altra) commettano altri errori di diversi generi è un altro discorso. Noi, comunque, pur senza una denominazione specifica, restiamo evangelici di base.

Ora passiamo alla parte centrale della domanda: “…resta comunque il fatto che le fonti inquinate non provengono da Dio… essere cristiani non significa essere né cattolici né evangelici… a questo punto come fare per evitare le contaminazioni di personaggi dubbi e doppi nell'operare?”

  1. Parti da un punto di vista generale: Dio potrebbe far parlare persino i sassi, se volesse e se lo ritenesse utile. Egli sa come formare le oasi nei deserti dove non c'è niente di buono.  In altri termini può servirsi di qualsiasi cosa per poter trasmettere un pensiero edificante, col Suo Spirito al nostro spirito; il Suo pensiero o pungolo, o input, saprà poi - dietro la Sua guida - come diventare edificazione e mezzo di conversione e poi di crescita e poi di consacrazione in noi stessi.
  2. L’esame delle fonti dipende dalla maturità che abbiamo nel momento in cui acquisiamo l’informazione edificante (ad esempio sento una notizia biblica da parte dei T.d.G, poi un’altra dai cattolici, poi un’altra dagli evangelici).

Mi spiego: Nel 1972-73 ascoltai alcune predicazioni dei T.d.G. Mi sembrarono interessanti e risvegliarono in me degli interessi di un libro chiamato Bibbia che la nostra chiesa tradizionale si guardava bene dal far conoscere “casa per casa” come facevano loro. Ad un certo punto qualcosa della loro dottrina cominciò ad “andarmi stretta” (ricordo bene che predicavano che nel 1975 ci sarebbe stata la fine del mondo; profezia che colpì molti cristiani, ma che a quanto mi consta non si è avverata). E non approfondii più certe questioni con loro, ma andai avanti.

Poi, intorno al 1980 in una transizione interiore difficile, ricevetti delle preghiere da parte di un gruppo cattolico (i “carismatici”) che dopo una preghiera lessero sulla Bibbia un passo che per me fu basilare. Anche se erano cattolici, anche se pregavano pure la madonna e i santi, in quel momento in cui non avevo bene messo a fuoco le differenze tra le preghiere a dio e quelle alle persone morte, quella loro preghiera ebbe un buon effetto, nel senso che la “benedizione”, o edificazione che ricevetti, dura tuttora.

È chiaro che se adesso andassi ai culti dei T.d.G o facessi dei gruppetti di preghiera coi cattolici in cui si evocano dei morti chiamati “santi”, non sarebbe la stessa cosa di allora, perché la mia coscienza che da allora si è un poco maturata, me lo impedirebbe. E ritengo che il Signore non sarebbe contento di me se tornassi da loro, perché mi ha insegnato ad essere cristianamente più attento, ad avere maggiore discernimento e maggiore “purezza” di fede cristiana.

La “tolleranza” di Dio insomma dipende anche dalla nostra maturità: se capiamo poco (non perché siamo sciocchi ma perché abbiamo pochi elementi e poca conoscenza spirituale per discernere) allora il Signore in quel momento baderà meno alle virgole e ai puntini sulle “i”; invece, si preoccuperà di darci le informazioni di base per mandarci avanti. Dopo poi, quando abbiamo imparato bene la tabellina, e ci troviamo a fare un’operazione matematica, è chiaro che certi “errori”, o inavvertenze, che prima erano sottolineati appena con la matita blu, adesso saranno sottolineati in rosso.

Tu, allora con la maturità che hai adesso, farai delle scelte ed avrai un giusto discernimento per il periodo presente. È normale che certi comportamenti del passato li vedrai chiaramente non li rifaresti perché ora li vedi con altri occhi.

Però attenzione a non dogmatizzare tutto:

  • In primo luogo, quello che saprai domani potrebbe vedere come relativo e ristretto quello che adesso vedi come perfetto;
  • In secondo luogo, se continui ad osservare il passato ti giudicherai in continuazione, sia te che gli altri che non son arrivati magari alla libertà o alla maturità che tu hai al presente. I giudizi sono come azioni troppo forti che causano sempre delle controreazioni a chi li dà.

Conclusione: Vivi il tuo presente cristiano attenendoti a quello che adesso, al presente, hai acquisito come verità accettata. Non andare con la mente troppo nel passato o nelle opere del passato di altri, come per fare contestazioni assolute. Magari potresti eventualmente considerare che quelli che sbagliano, si trovano ora, come ti trovavi tu nel tuo passato.  Non è che vadano cacciati o scomunicati o giudicati. Si può fornire loro qualche input, qualche mezzo di riflessione che permetta loro, se vogliono, di crescere nel modo giusto verso gli insegnamenti scritturali cristiani. Tuttavia dopo una, due, tre volte che vedi che continuano a indurirsi o addirittura a volerti riportare indietro, allora basta; rimani educatamente a distanza senza battibeccare. Rispondi se vuoi alle loro domande ma evita il “corpo a corpo” ed evita di andare in crisi quando ti dicono cose opposte a quelle in cui credi. Da un certo punto di vista questi sono anche utili, perché se non sai superare queste cose e ne rimani invischiata e torni indietro, allora vorrebbe dire che la tua fede è ancora debole; quindi, dovrai rafforzala (con preghiere ad esempio) prima di accettare scontri dottrinali (che secondo me sono sempre dannosi e distraggono dalla strada giusta).

Agli inizi della fede vediamo ogni piccola verità come una certezza assoluta, una scoperta di fede che resterà all’infinito inalterabile. Non è che sia sbagliato, fa parte della crescita edificare su cose che consideriamo “fisse” dunque sicure e stabili. Tuttavia, ciò nonostante, dovremmo pian piano diventare meno esclusivisti, meno dogmatici. Possiamo dire insomma che il Signore può servirsi pure di un musulmano per insegnarci la tolleranza, l’ubbidienza e l’umiltà (a me è successo) ma questo non vuol dire che il Signore dichiara buono per noi l’islamismo. Il Signore ha cura di te. Punto. Si può servire di tutto e tutti, punto. Non siamo qui per dare giudizi. Punto. Sii coerente e decisa nel proseguire la tua strada, accogliendo quello che la tua coscienza illuminata di oggi ti suggerisce come “buono”; mentre allontana quello che la stessa coscienza ti suggerisce come “non buono”. Tutto qui; poi prosegui. Sei su una strada evangelica? Hai un pastore niente male? Ok allora senza guardare troppo al microscopio gli eventuali errori marginali (che comunque ci saranno), fa in modo che questo percorso ti porti quello che ti deve portare. Questo è da privilegiare, da mettere come titolo, al primo posto. Poi (fermo restando quanto detto al primo posto) se arrivano questioni secondarie, domande critiche o altro da parte di cattolici o altri di altre denominazioni, ricordati che queste cose non sono al primo posto, ergo sono argomenti secondari e come tali vanno presi senza fare confusione; puoi pure parlarne ma fai in modo che non tolgano ossigeno o troppo tempo alle cose primarie che devono comunque restare al primo posto.

R.R.

 

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