Celebrare Dio

“Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno! Così dicano i riscattati del SIGNORE, che egli liberò dalla mano dell'avversario” (Salmo 107:1-2)

Non mi ero mai soffermato sul significato di questa parola “Celebrare”.

Leggo che dal latino celebrare, come primo significato ha: «frequentare, rendere frequentato»; quindi poi è diventato «solennizzare, onorare, celebrare». Può essere usato dunque sia in senso mondano-sociale (celebrare la squadra di calcio che ha vinto, una ricorrenza dello Stato, ecc.) ed anche religioso (celebrare la Pasqua, il Natale, ecc.). Lo ritenevo allora un termine solo per eventi imponenti, a livello nazionale. Però stamattina una cara sorella cristiana, mandandomi questa frase del salmo 107, mi ha fatto capire con due brevi parole, che l’uso di questo termine, per lei e per noi credenti, può essere anche più semplice e forse anche più bello; ha scritto così: Mi sono incontrata con un'amica di chiesa. Prego che possiamo continuare a celebrare il Signore per la sua bontà.

In effetti il versetto non specifica che per celebrare il Signore bisogna essere per forza grandi folle, bastano poche persone, anche fossero solo due, l’importante è che insieme si condivida lo stesso spirito di riconoscenza e di lode al Signore, magari anche con una bella musica o dei canti... perché Egli è buono e ci ha liberati dal male. Lo dobbiamo fare anche in questi periodi difficili perché Egli non si dimentica di nessuno di noi.

R.R. e Cinzia (prima pubblicazione 2020)

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