Spighe di grano

DOMANDA 1: Quindi mi pongo la domanda: Come mai in moltissime comunità cristiane (anche Evangeliche) si fa tanto clamore intorno alla ne-cessità di una “santità personale” fondata sull' adempimento di “buone opere” ? (tralascio l'interpretazione che la Parla di Dio ha delle nostre opere …). Questo adempimento sostituendosi in pratica, alla Grazia permanente (di quel Dio che non ritira mai i suoi doni...) viene inteso come il mezzo per conservarci, quando non addirittura, per procurarci (ciò è assurdo, blasfemo!) il Suo per-dono per i nostri ipotetici meriti, che diventano quindi la causa originaria della misericordia di Dio, che invece ci proviene solo dall'unico efficace e valido riscatto operato da Gesù, e dalla inestingui-bile benevolenza del Suo e nostro Padre?

RISPOSTA 1: Buongiorno caro fratello F. M. Come vedi per l’aumento della posta (lode al Signore) adesso collaboriamo in un gruppetto. Io sono la sorella V.D.S.

Hai scritto che in moltissime comunità cristiane si parla di santità personale fondata sull’adempimento di buone opere. La santità personale di diverse comunità o di diversi predicatori non sempre coincide con il concetto di santificazione del credente in Cristo.

Metto di seguito i punti essenziali della falsa dottrina dell'”iper-grazia” riassunti dal fratello Stefano Battilocchi, in un video di Youtube pubblicato un paio di anni fa e che potete trovare a questo link: htps://www.youtube.com/watch?v=qtZTSK1wJfU

Potrebbe essere utile. I punti essenziali di questa dottrina sembrano essere:

  1. Crede nella teologia dell'esenzione. Una volta salvato e nato di nuovo, il credente è esente dal giudizio del peccato perché il suo castigo è caduto interamente su Gesù, quindi non può perdere la salvezza.
  2. Crede che il peccato possa causare solo danni alla nostra vita terrena ma non in quella eterna.
  3. Crede che dal momento che Gesù ha adempiuto la legge, il credente non è più sotto la legge di Dio e quindi non è chiamato ad osservarla.

Inoltre, crede che si sia salvati solo se si crede, non occorre il ravvedimento. Oltre a ciò, questa dottrina dice che non solo i peccati del passato sono perdonati ma anche quelli futuri.

Compiere buone opere ha diverse interpretazioni. Le buone opere sono una conseguenza di un’esperienza personale col Signore, perché è Lui che ci indica quali sono e come compierle. Le buone opere approvate da Dio sono quelle che producono un frutto alla Sua gloria. Un frutto non sempre materiale ma soprattutto spirituale. Probabilmente nelle comunità evangeliche di oggi, il senso è stato frainteso. Come hai detto anche tu, è per i meriti di Cristo che abbiamo ottenuto il perdono per i nostri peccati, non per le opere “affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9)

In riferimento alla “grazia permanente, di quel Dio che non ritira mai i suoi doni…” che hai citato, vorrei che riflettessi sul pensiero che Dio mi ha messo in cuore di trasmetterti.

28 Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri; 29 perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili (Romani 11:28-29)
Nel brano di Romani 11 qui sopra, possiamo comprendere che la grazia è il dono che Dio ha fatto al genere umano affinché si ravveda, è un qualcosa che il Signore ha messo a disposizione affinché ne venga compreso il significato profondo. Il periodo della grazia ha un termine e l’uomo può accoglierla oppure no. L’Iddio del cielo e della terra avrebbe potuto scegliere di contendere per sempre con l’uomo, ma avendo quest’ultimo una scadenza terrena non avrebbe avuto possibilità di salvezza. I doni e la vocazione erano stati rivolti in primis agli Ebrei per poi estendersi a noi “gentili”. La grazia che Dio ci ha offerto in Cristo Gesù è sicuramente un dono ma anch’essa come abbiamo detto ha un termine. Benché il Signore aspetterà sino all’ultimo istante che l’uomo si ravveda per salvarlo, verrà il tempo in cui il mite Agnello di Dio tornerà come Leone della tribù di Giuda per giudicare l’umanità (giudizio delle nazioni da non confondere col giudizio universale) e governare questa Terra nel millennio. Il dono della grazia è irrevocabile perché Dio l’ha stabilita per la salvezza di chiunque crede; e anche la vocazione o la “chiamata” al sacerdozio è rivolta a tutti coloro che si ravvedono e riconoscono in Cristo Gesù il loro Salvatore, Infatti, dice: Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; (1Pietro 2:9)

Sin dall’inizio gli Ebrei erano stati designati per far conoscere Dio ad ogni altro popolo che abitava la Terra. Purtroppo, vennero meno a questo dovere perché divennero ribelli al Signore e ai Suoi comandamenti. Ad ogni modo, il popolo che Dio si è acquistato è composto da gentili e giudei perché dei due popoli ne ha fatto uno solo (Efesini 2: 11-18)

La grazia è un dono che rimane per tutti quelli che, compunti nel cuore, la capiscono e l’accolgono. La grazia non viene meno, ma l’uomo carnale potrebbe cadere. Qualora spegnesse lo Spirito Santo, per esempio, non ci sarebbe più salvezza per lui.


DOMANDA 2: Forse che la Santità cioè la Consacrazione, (praticamente lo stato di Grazia), prescindendo dalla nostra connaturata indegnità, non ci viene gratuitamente attribuita dalla libera, spontanea mo-zione dello Spirito Santo di cui siamo e saremo sempre benedetti oggetti, nonostanti tutti i nostri tradimenti carnali, possibili ed opposti ai pur presenti (per la nuova nascita), aneliti del nostro spirito rigenerato, che Paolo con sincera umiltà evidenzia in Romani?

RISPOSTA 2: La santificazione è un frutto derivante dalla conversione. È il frutto del ravvedimento. Una scelta consapevole di camminare con Dio e di allontanarsi da tutto ciò che può dispiacergli. La santificazione del credente è strettamente personale e senza di essa nessuno vedrà il Signore, come è scritto in 2 Corinzi 7:1 “Poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio".
Come anche in Ebrei 12:14 Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore
La consacrazione si riferisce all'atto di dedicarsi a uno scopo o a un obiettivo specifico. Consacrare sé stessi significa dedicare la propria vita a qualcosa della massima importanza. Santificazione e consacrazione vanno di pari passo per noi credenti in Cristo, sapendo che è la salvezza per i meriti di Gesù che produce in noi questa volontà.
Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna. (Romani 6:22) 


DOMANDA 3: A causa di un gravissimo peccato commesso, pur es-sendomi subito pentito sinceramente ed aver chiesto perdono a Dio, a causa del rimorso, e del-li'imperfetto insegnamento sulla Grazia e di quello frainteso sulla “santità”, ricevuti fino ad allora, ho vissuto poi per diversi anni nel doloroso convincimento di aver perso la mia salvezza, e di non essere assolutamente in grado di condurmi con la “santita” che la chiesa mi richiedeva (il che poi è verisimo se consideriamo che la nostra carne è incapace di operare il bene e che la Santità (= Con-sacrazione) non può essere una nostra opzione o imposta da parte di altri, bensì una onorevole investitura per il servizio, donata ai suoi figli da parte di Dio Padre. Così intervenne lo Spirito Santo che si servì di Walter (mi sto richiamando alla tua giusta affermazio- ne che il Signore può servirsi di chiunque) ,facendomi scoprire “casualmente” i video in cui Walter esaltava il concetto di assoluta gratuità personale con gli attributi di una Salvezza perfetta e pe-renne, comprataci da Gesù a prezzo della Sua vita fisica e spirituale, e le parole del fratello Walter Biancalana mi benedissero giungendomi come fresca rugiada su un cuore ormai gravemente ustio-nato dal rimorso e dalla disperazione di un non più recuperabile perdono. Lo Spirito Santo mi fece an-che assimilare profondamente*), ilconcetto di Grazia immeritata ed immeritabile che oggi con-vintamente, proclamo anch'io nel mio piccolo... Come potrei dimenticarmelo!

RISPOSTA 3: Non sono molto d’accordo sull’idea che hai riguardo la consacrazione ed anche la perdita della grazia, forse, andrebbe approfondita meglio. Che una persona credente amata da Dio sia perfetta è impossibile (“Romani 3:10 com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno.”); l’uomo può peccare può anche cadere (vedi il peccato grave di Davide). Che questa persona però possa perdere la grazia intesa come possibile salvezza, mi pare oltremodo difficile, salvo nel caso della “bestemmia contro lo Spirito Santo”; argomento questo troppo lungo e complicato per trattarlo adesso. 

Perciò, io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. E a chiunque parli contro al Figliuol dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo, né in quello a venire (Matt 12:31); in verità io vi dico: Ai figliuoli degli uomini saranno rimessi tutti i peccati e, qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha remissione in eterno, ma è reo d'un peccato eterno. Or egli parlava così, perché dicevano: Ha uno spirito immondo (Marco 3:28-30); E a chiunque avrà parlato contro il Figliuol dell'uomo sarà perdonato; ma a chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato. (Luca 12:10) – L’argomento è stato accennato anche nel video di Renzo Ronca:  “34) LA DIFFICILE MATURITA' DI FEDE prima del ritorno di Gesù - PARTE 2- sorprendente insegnamento”, e si trova qui: https://www.youtube.com/watch?v=52a49fHWrcw 

Affermi se non ho capito male che la consacrazione-grazia è una investitura donata da Dio per il servizio, e che non possa essere una nostra opzione. Credo invece che il Signore nella Sua Parola inviti tutti alla consacrazione, e cioè a fare la Sua Volontà tenendo ben presente che si tratta di una risposta ad una chiamata specifica ad uscire dalle vie di questo mondo. Ciò comporta sempre una nostra scelta. Siamo sempre noi a scegliere se servire Dio o meno. Penso che il mandato ricevuto dai credenti in Cristo sia quello scritto nei Vangeli “Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Una persona “nata di nuovo” in Cristo, riceve questo tipo di investitura o “incarico”, ma sta sempre a lui decidere se portarlo avanti o no.

Un fraterno saluto caro fratello. Che Dio ci benedica insieme.

V.D.S.

 

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