Albero e campo verde

DOMANDA:

Mi sono sempre chiesta perché c'è un popolo "particolarmente" eletto?

RISPOSTA:

Argomento difficile questo, non del tutto risolto tra gli studiosi; potremmo avvicinarci ad una possibile risposta per deduzione, ma sarà uno scritto abbastanza lungo, ci vorrà calma per leggerlo.

Cominciamo col distinguere “eletto” da “giusto” davanti a Dio, poi proseguiremo: 

1) “ELETTO” E “GIUSTO” DIFFERENZE IN EBRAICO BIBLICO

Dalle ricerche che ho effettuato, in ebraico biblico, ci sono diversi termini che possono essere tradotti con “eletto” o “giusto”, ma ognuno di essi ha delle sfumature specifiche che lo distinguono dagli altri. Vediamone brevemente le differenze:

Per “eletto” si usa spesso il termine bāhîr, che significa letteralmente “scelto” o “preferito”. Questo termine si riferisce a una persona o a un popolo che Dio ha scelto per un compito o una missione particolare, come ad esempio Abramo, Israele, Davide o il Messia. L’elezione non implica necessariamente una superiorità morale o spirituale, ma una vocazione e una responsabilità. . Per esempio, in Isaia 42:1 si legge: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto (bāhîr) in cui si compiace la mia anima” (tra poco approfondiremo meglio).

Per “giusto” si usa invece il termine ṣaddîq, che significa letteralmente “retto” o “equo”. Questo termine si riferisce a una persona che agisce secondo la volontà di Dio e la sua legge, che è fedele al suo patto e che pratica la giustizia e la misericordia verso il prossimo. Il giusto è una persona che piace a Dio e che gode della sua benedizione e protezione. Per esempio, in Genesi 6:9 si legge: “Noè era un uomo giusto (ṣaddîq) e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio”.

Come si vede i due termini non sono sinonimi, ma esprimono due aspetti diversi della relazione tra Dio e l’uomo. Si potrebbe dire, in sintesi, che l’eletto è colui che Dio chiama e sceglie, il giusto è colui che Dio approva e premia.

Tuttavia, i due termini possono anche convergere e integrarsi, quando l’eletto risponde alla sua vocazione con la fede e l’obbedienza, e quando il giusto riconosce la sua dipendenza e la sua gratitudine verso Dio.

In questo senso, possiamo dire che Abramo è stato sia eletto che giusto, come testimonia il libro della Genesi.  

2) NESSUN UOMO E NESSUN POPOLO È “GIUSTO” DAVANTI A DIO 

Comincerei col dire che nella Bibbia, sia nell’AT che nel NT è chiaramente detto che non esistono “uomini giusti”:

Genesi 6:5 Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo.

Genesi 6:11 Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza. 12 Dio guardò la terra; ed ecco, era corrotta, poiché tutti erano diventati corrotti sulla terra.

Salmi 14:1 Al direttore del coro. Di Davide. Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene. 2 Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio. 3 Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno.

Ecclesiaste 7:20 Certo, non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai.

L’apostolo Paolo infatti lo dice in modo chiaro:

Giobbe 15:14 Chi è mai l'uomo per essere puro, il nato di donna per essere giusto? 15 Ecco, Dio non si fida nemmeno dei suoi santi, i cieli non sono puri ai suoi occhi; 16 quanto meno quest'essere abominevole e corrotto, l'uomo, che tracanna iniquità come acqua!

Galati 3:22 ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni promessi sulla base della fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti.

L’apostolo Paolo è particolarmente chiaro rispetto anche ai Giudei: Romani 3:9 Che dire dunque? Noi siamo forse superiori? No affatto! Perché abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato, 10 com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno. 11 Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. 12 Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno». 13 «La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode». «Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti». 14 «La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza». 15 «I loro piedi sono veloci a spargere il sangue. 16 Rovina e calamità sono sul loro cammino 17 e non conoscono la via della pace». 18 «Non c'è timor di Dio davanti ai loro occhi».

3) NESSUNA SUPERIORITÀ 

Quanto detto esclude allora ogni eventuale sentimento di superiorità espresso da un popolo che si sentisse migliore di altri per principio.

Allo stesso tempo esclude anche ad altri di considerare “giusto” o superiore un popolo qualsiasi davanti a Dio.

Questo senso di auto-superiorità invece era piuttosto diffuso tra i Farisei al tempo di Gesù che si sentivano fin troppo speciali. Essi furono affrontati senza mezzi termini da Giovanni Battista:

Luca 3:7 Giovanni dunque diceva alle folle che andavano per essere battezzate da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura? 8 Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento, e non cominciate a dire in voi stessi: "Noi abbiamo Abraamo per padre!" Perché vi dico che Dio può da queste pietre far sorgere dei figli ad Abraamo. 9 Ormai la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero dunque che non fa buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco».

Noi cristiani non siamo immuni dallo stesso difetto: la chiesa cristiana di maggioranza di oggi si autodefinisce l’unica e santa e universale; si ritiene solo lei detentrice della verità e dello Spirito Santo (che crede di poter gestire e spiegare agli altri), e presenta se stessa come madre e maestra (mater et magistra) in grado di insegnare al mondo, tramite dei punti di fede imposti e indiscutibili chiamati “dogmi”.  

Per correttezza va anche detto che non meno vanagloriose sono alcune denominazioni protestanti, che credono di essere le uniche salvate proprio per loro definizione dottrinale.

4) “GIUSTO” E “GIUSTIFICATO” 

In modo pertinente, credo che possiamo approfondire il rapporto tra i due concetti di giusto e giustificato, che sono strettamente legati nella Bibbia. Come ho detto prima, il termine giusto (ṣaddîq) si riferisce a una persona che vive secondo la volontà di Dio e la sua legge, che è fedele al suo patto e che pratica la giustizia e la misericordia verso il prossimo. Tuttavia, abbiamo visto, nessun essere umano è perfettamente giusto, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23). Per questo motivo, Dio ha inviato il suo Figlio Gesù Cristo, che è il Giusto per eccellenza, a morire sulla croce per i nostri peccati e a risorgere per la nostra giustificazione (Romani 4:25). In questo modo, Dio solo ci può fare giusti (giustificati) per la Sua grazia, cioè per il suo amore gratuito e immotivato, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù (Romani 3:24).

La giustificazione, quindi, non dipende dalle nostre opere, ma dalla nostra fede in Cristo, che ci dona la sua giustizia.  Come dice Paolo: “Noi riteniamo, infatti, che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge” (Romani 3:28).

Questo significa che non possiamo meritare o guadagnare la salvezza con le nostre azioni, ma possiamo solo accoglierla con fiducia e gratitudine da Dio, che ci ha amati per primo.

La fede, però, non è una semplice adesione intellettuale o una mera accettazione di una dottrina, ma è una relazione personale e vitale con Cristo, che ci trasforma e ci rende capaci di amare come lui. La fede, infatti, si esprime e si dimostra nell’amore, come dice ancora Paolo: “In Cristo Gesù infatti non conta la circoncisione o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo dell’amore” (Galati 5:6). 

In conclusione possiamo dire che il concetto di “giusto” nella Bibbia ha due dimensioni: una verticale, che riguarda il rapporto con Dio, e una orizzontale, che riguarda il rapporto con il prossimo. La prima dimensione è quella della giustificazione, che avviene per grazia in base alla fede in Cristo; la seconda dimensione è quella della giustizia, che si manifesta nelle opere di amore verso gli altri.

Le due dimensioni sono inseparabili e complementari, perché la fede senza le opere è morta (Giacomo 2:17), e le opere senza la fede sono vuote. Solo la fede che opera per mezzo dell’amore ci rende veramente giusti e graditi a Dio.

5) “ELETTO” ED “ELEZIONE” 

E qui siamo davanti ad un punto in cui gli studiosi non hanno trovato un accordo unanime, perché la parola “eletto” è associata spesso alla parola “predestinato(un concetto ancora oggi molto dibattuto).

Israele si è sempre ritenuto un popolo eletto-predestinato; ma a quanto mi consta, da un punto di vista cristiano, quella elezione-incarico-vocazione pur avendola l’ha poi momentaneamente perduta, quando lo Spirito di Dio proprio per l’indurimento eccessivo di quel popolo, si è aperto ai non giudei, tra i quali siamo anche noi. Infatti, dice l’apostolo Paolo: 2 Corinzi 3:14 Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d'oggi, quando leggono l'antico patto, lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito.

Solo poco prima del ritorno del Signore Gesù per il millennio, il rimanente fedele di quel popolo, in base ad una effusione particolare dello Spirito Santo, riceverà quanto Dio ha promesso, come dice in Gioele:

28 «Dopo questo avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. 29 In quei giorni spanderò il mio Spirito anche sui servi e sulle serve. 30 Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco e colonne di fumo. 31 Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell'Eterno. 32 E avverrà che chiunque invocherà il nome dell'Eterno sarà salvato, perché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto l'Eterno, e fra i superstiti che l'Eterno chiamerà». (Gioele 2:28-32) 

Da come mi è dato capire, solo allora quel rimanente fedele giudaico otterrà la grazia di una apertura della mente e del cuore per un pentimento, e così potrà riconoscere ed accogliere il Cristo ed essere accolto da Lui. E solo allora, quel rimanente potrà rientrare nella sua elezione-predestinazione.

6) AVVICINAMENTO ALLA ELEZIONE PREDESTINAZIONE 

Personalmente quando mi metto a leggere i testi teologici di studio sulla predestinazione mi perdo, perché mi paiono troppo complicati. Inoltre non mi piace ridurre temi così vasti al dualismo predestinazione-si e predestinazione-no. Forse dovremmo entrare nell’ordine delle idee che c’è dell’altro che dovremmo sapere, e che probabilmente la completezza dell’argomento è ancora al di là della nostra portata.

Nel mio piccolo credo che l’Uomo creato da Dio nasca già in Genesi con una strada predisposta da Dio, come su un percorso del navigatore in macchina, con una predestinazione, che è la vita eterna con Dio (albero della vita nell’eden). Dopo il peccato e l’estromissione dall’Eden, non è che la predestinazione dell’uomo sia finita, infatti Dio realizza comunque il Suo progetto, ma non sarà per tutti. L’uomo è come se fosse uscito dal binario principale, su un binario morto, e deve ritrovare lo scambio che ci re-immetta nel binario giusto attivo diretto e “vivo”. Lo scambio giusto sulla “ferrovia” è dato come sappiamo da Gesù, il Signore, che appunto si sostituisce a noi nel binario morto per avviarci verso quello “vivo”, dove ritroveremo la predestinazione all’eternità perduta. Gesù sarebbe dunque la ri-connessione, il percorso “ricalcolato e corretto”, il ricongiungimento, il ritrovamento del progetto iniziale di Dio.  

7) PRE-CONOSCENZA

Per avvicinarci a capire l’elezione-predestinazione, forse c’è un modo piacendo a Dio, e si può passare attraverso una riflessione non proprio facile, ma resa abbastanza facile, sul tempo terreno in rapporto a quello di Dio. [1]

In queste riflessioni basilari che vi invito a rivedere e riascoltare, si aggiungerà poi alle parole “elezione-predestinazione” un nuovo concetto fondamentale, che è la “PRECONOSCENZA” divina. Dio conosce prima di noi i fatti, li vede come in un tempo non più lineare come è sulla terra, ma un tempo che si svolge fuori e attorno a Lui (Dio ha creato il tempo, e dunque “i tempi”). Egli vede il tempo AL PRESENTE; un presente in cui in ogni istante ognuno di noi è comunque libero di fare la sua libera scelta. Solo che le nostre vite, le nostre libere scelte, come filmato, sono viste già da Dio, al presente. Cioè Lui vede me ADESSO MENTRE NASCO; vede me ADESSO, MENTRE VADO A SCUOLA di mattina coi libri SOTTO AL BRACCIO; ADESSO mentre faccio l’esame della patente, ADESSO mentre quella notte “si rivelava”; ADESSO IN QUESTO MOMENTO mentre scrivo a voi; ADESSO SEMPRE AL PRESENTE quando la mia vita terra non “sarà” più terrena, ecc.

Quell’”Io sono” dunque, come rivelò a Mosè, è il nome di Dio in quanto è il nostro presente. Egli È con noi in noi IN OGNI TEMPO AL PRESENTE. 

Insomma, i nostri verbi “è, è stato, sarà” al passato e al futuro, davanti a Dio non avranno più solo quel significato univoco fisso; saranno visti, letti, sperimentati, vissuti, come in una “nuova dimensione intersecante” - Prendiamo così per ora questa terminologia. Se Dio vuole potremo riprendere il filo di questo discorso in una delle ultime parti dei video-studi sulla “Gerusalemme celeste”, quella che parlerà delle “dimensioni divine”.

In questo “tempo di Dio” allora, pur essendo sempre liberi di seguire Dio oppure no, Dio ci ha visto/vede in ogni istante come al presente, ma nella nostra libertà. Nel caso mio Egli accosta, in un modo che non so capire, il mio passato di 45 anni fa, quando mi sentivo perduto, al presente di adesso, che sono davanti a Lui fiducioso; per questo mi dice come allora: “non temere perché io sono con te”.

Io sono con te” (lo disse a quel tempo, che per me era al presente) “Io sono con te” (lo dice adesso, che per me è presente).

Ma attenzione, se riuscite a non farvi girare la testa, c’è un altro “adesso”, perché ho ripresto questo scritto di ieri e lo sto proseguendo. Se rimaniamo a ieri non potrebbe più essere “adesso”, ma se potessimo prendere quel momento, ritagliarlo con le forbici e metterlo qui sulla scrivania, sarebbe un “adesso” come l’altro “adesso” in questo momento che sto scrivendo di nuovo. Due “adesso” presenti attivi che si armonizzano nella mia libertà di farli, in un modo che Dio può vedere nell’insieme.

Io credo che sia così la dimensione “presente” di Dio. Lui “vede” al presente le cose che noi facciamo nella nostra vita terrena, che per noi rimangono fissate su una linea dritta che chiamiamo passato e futuro, ma che per Lui sono vive al presente.

8) ALLORA IL CONCETTO DI ELEZIONE

Alla luce di quanto detto allora, anche il concetto di “elezione” ritengo vada visto e corretto. Lo capiremo meglio quando il Signore tornerà, ma credo che Dio stesso, pur potendo fare diversamente ed obbligarci in un modo o nell’altro, preferisca fermarsi di fronte alla nostra libera volontà di amarLo oppure rifiutarLo.

È così poi, su questa autoselezione nostra, che creerà i cieli nuovi la terra nuova e l’uomo nuovo provato e forgiato nella fede.

In pratica posso lasciare che Gesù sia morto senza averne nulla a che fare, come se non mi riguardasse; oppure posso credere che mi abbia riscattato, ed allora rientro nella predestinazione della salvezza verso la vita eterna.

Dopo tutti questi ragionamenti, vedete che non è più tanto facile dire solamente: “Israele popolo eletto” oppure “Israele popolo chiamato all’elezione ma solo alcuni saranno eletti”

Del resto, anche se molti non saranno d’accordo, noi stessi cristiani, sparsi per il mondo, che diciamo di credere e di essere nel Signore, non saremo tutti rapiti, non saremo tutti salvati. [2]

9) IL CONCETTO DI RIMANENTE

Vi è nella Scrittura un concetto più volte ricorrente, in cui vi è un rimanente fedele salvato.

Questo rimanente è vero che è una porzione particolarmente riservata da Dio per Se stesso, ma questa “riserva”, questo “accantonamento”, non può prescindere dall’accettazione della libera volontà dell’uomo chiamato e dalla sua coerenza successiva con l’accettazione espressa.

Tutto Israele è stato chiamato alla liberazione dall’Egitto, ma durante il viaggio nel deserto non fu coerente con la fiducia nel Dio che lo aveva guidato e scelto  fino ad allora; ad un certo punto quel popolo eletto rinnegò la sua scelta ebbe paura (contrario della fede) e tutta una generazione di persone meno due, fu lasciata morire nel deserto, solo i loro figli poterono arrivare: Numeri 14:26 Il SIGNORE parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, e disse: 27 «Fino a quando sopporterò questa malvagia comunità che mormora contro di me? Io ho udito i mormorii che i figli d'Israele fanno contro di me. 28 Di' loro: "Com'è vero che io vivo, dice il SIGNORE, io vi farò quello che ho sentito dire da voi. 29 I vostri cadaveri cadranno in questo deserto; e voi tutti, quanti siete, di cui si è fatto il censimento, dall'età di vent'anni in su, e che avete mormorato contro di me, 30 non entrerete di certo nel paese nel quale giurai di farvi abitare; salvo Caleb, figlio di Gefunne, e Giosuè, figlio di Nun. 31 I vostri bambini, di cui avete detto che sarebbero preda dei nemici, quelli farò entrare; ed essi conosceranno il paese che voi avete disprezzato.

Anche l’apostolo Paolo era predestinato in un certo senso ad incontrare il Signore sulla strada di Damasco già nella sua vita terrena, ma nella vita di Paolo c’è stato anche un grande combattimento in cui poteva probabilmente deviare.

Lo stesso Geremia è vero che si lamenta con l’Eterno per le sue sofferenze nel seguirLo, ma di fronte ai legami d’amore di Dio stesso non ci riesce a dirGLI di no, e si lascia “forzare” dicendoGli di si. 

E lo stesso Gesù, non era forse predestinato? Eppure nel Getsemani o sulla croce, non avrebbe potuto applicare la Sua volontà in modo diverso da quella del Padre? Altrimenti non avrebbe detto: Luca 22:42 «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta».

In pratica da come la vedo io, la chiamata, l’elezione, la predestinazione, esistono, ma a Dio è piaciuto mettere davanti all’uomo prima di tutto la scelta. Scelta che l’uomo è in grado di gestire, infatti dice: 1Corinzi 10:13 Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.

Quindi l’uomo, per volere di Dio, deve essere consapevole e libero di scegliere.

Lo stesso Caino ebbe questa scelta: Genesi 4:6 Il SIGNORE disse a Caino: «Perché sei irritato? e perché hai il volto abbattuto? 7 Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!»

Se proviamo infatti a leggere questi altri passi in Deuteronomio, chiaramente rivolti al popolo eletto, ci accorgiamo che è di fronte ad una scelta fondamentale tra vivere (seguendo l’elezione e dunque accettando tutto di Dio con tutto se stesso), oppure seguire la strada dell’autonomia da Dio, e dunque morire:

Deuteronomio 30:4 Quand'anche i tuoi esuli fossero all'estremità dei cieli, di là il SIGNORE, il tuo Dio, ti raccoglierà e di là ti prenderà. 5 Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri avevano posseduto e tu lo possederai; ed egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. 6 Il SIGNORE, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti affinché tu ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua, e così tu viva. 7 Il SIGNORE, il tuo Dio, farà cadere tutte queste maledizioni sui tuoi nemici e su tutti quelli che ti avranno odiato e perseguitato. 8 Tu ritornerai e ubbidirai alla voce del SIGNORE; metterai in pratica tutti questi comandamenti che oggi ti do. 9 Il SIGNORE, il tuo Dio, ti colmerà di beni; moltiplicherà tutta l'opera delle tue mani, il frutto del tuo seno, il frutto del tuo bestiame e il frutto della tua terra; poiché il SIGNORE si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, 10 perché ubbidirai alla voce del SIGNORE tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi precetti scritti in questo libro della legge, perché ritornerai al SIGNORE tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua. 11 Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te12 Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". 13 Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". 14 Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica. 15 Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano.

Quanto detto sull’elezione a Israele, non riguarda solo Israele ma tutto il popolo che ama Dio.

Tutti noi in un certo senso siamo da Dio chiamati a vita eterna; o direi meglio, dopo l’Eden siamo tutti RI-CHIAMATI a tornare in quello stato del cuore che è unito a Dio, per poter entrare, dopo, nella “terra promessa”, ovvero nei “cieli nuovi e terra nuova”, cioè un nuovo sistema di vita eterna.

La questione della scelta o elezione di Israele come tutte le cose della Scrittura dell’AT viene ad essere spiegata a sviluppata e resa comprensibile dalle rivelazioni del Signore Gesù, continuate dallo Spirito Santo in chi lo accoglie: pensate infatti a quando dice: Giovanni 15:16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga […]

10) ELEZIONE PER TUTTI?

Allora l’elezione-predestinazione, non è potenzialmente dentro al cuore di qualsiasi persona avvicinata dal Signore?

E il Signore avvicina solo alcuni? Parla solo ad alcuni? (altra domanda difficilissima).

Da come posso capire io, parla a tutti, perché tutti eravamo perduti dopo la condanna per il peccato nell’Eden, e ci viene detto che il Signore è venuto a salvare i perduti: 19:10 Perché il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

SICURO CHE GESÙ SI RIVOLGEVA DAVVERO A TUTTI?

Vi riporto delle frasi dell’apostolo Giovanni, e osservate in pochi capitoli quante volte usa la parola “chiunque”:

Giovanni 3:15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.

Giovanni 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Giovanni 6:40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

Giovanni 11:26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?»

Giovanni 12:46 Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 

11) PRIMA LA SCELTA

Alla elezione-vocazione-chiamata dunque, che sembrerebbe rivolta a tutti, viene sopraggiunta e lasciata all’uomo la libertà non solo di aderivi, ma anche di restarvi integro con coerenza; altrimenti non avrebbe detto “Matteo 22:14 Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.

12) VOSTRE RIFLESSIONI TRA ANIMA E DIO 

Mi rendo conto che ci troviamo di fronte ad altezze/profondità infinite della grazia e dell’amore di Dio, e della sua giustizia, per cui probabilmente ognuno di noi dovrà cercare le risposte nel suo cuore, lì dove risiede l’intimo rapporto misterioso con l’Eterno. Vi lascio allora così, con nulla di acquisito e dogmatico, ma con delle possibilità da sviluppare nelle vostre preghiere personali, nell’ascolto e nel parlare intimo tra anima e Dio.

Preghiamo il Signore affinché ci riempia del Suo Spirito Santo rendendoci capaci di capire.

R.R.


[1]

  1. DOSSIER: IL TEMPO TERRENO E IL TEMPO DI DIO - PREDESTINAZIONE E PRECONOSCENZA di Renzo Ronca -  pdf - 32 pag 32;
  2. VIDEO YOUTUBE:  7) "TEMPO TERRENO E TEMPO DI DIO"durata 13 min - RR - Pubblicato il 22 mag 2016 - Riflessione biblica sulla grandezza dell'Eterno. Cerchiamo di capire come il Signore potrebbe vedere il tempo terreno. 

[2] Vedi i nostri studi sull’Apocalisse nei messaggi alle sette chiese (22L) APOCALISSE - RIVELAZIONI DI GESU’ RISORTO ALL’APOSTOLO GIOVANNI), in special modo Filadelfia e Laodicea, che per molti rappresentano il tipo della chiesa rapita salvata e della chiesa non rapita.

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