scritta alla lavagna 70 x 7

DOMANDA 1: Gentile Signor Ronca, le volevo chiedere se potrebbe spiegarmi alcune cose nel Vangelo di Matteo che mi sono poco chiare.  TESTO: Matt 18:15: Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; 16 ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché  ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. 17 Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano. Perché Gesù usa il termine chiesa? Forse è inteso come assemblea? Suppongo che gli ebrei si radunassero nelle sinagoghe all'epoca, quindi perché chiesa?

RISPOSTA: Si, in questo caso è inteso come ASSEMBLEA (ecclesia). Gesù nei Vangeli usa questo termine tre volte ed è da intendere come LA COMUNITÀ di coloro che si riuniscono, confessano la loro fede in Lui come il Messia promesso e il Figlio di Dio. Per maggiore chiarezza negli scritti cristiani oggi si fa una differenza tra “chiesa” (minuscolo) e “Chiesa” (maiuscolo); dove per Chiesa “maiuscolo” si intendono tutti i cristiani del mondo che credono in Gesù Cristo, e chiese minuscolo si intendono le comunità denominazionali, oppure chiesa comunità locale come ad es. “Romani 16:5 Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro. …..”; Filemone 2 “alla sorella Apfia, ad Archippo, nostro compagno d'armi, e alla chiesa che si riunisce in casa tua”. Gli ebrei si radunano sempre nelle sinagoghe; ma gli ebrei convertiti al cristianesimo (la prima chiesa apostolica era composta di giudei convertiti a Cristo) venivano allontanati e poi perseguitati (lo stesso Saulo, poi divenuto Paolo, era un giudeo che all’inizio imprigionava e faceva lapidare i cristiani); per cui erano costretti a riunirsi nelle case. In seguito queste riunioni divennero comunità più numerose, simili alle nostre chiese evangeliche locali attuali.

DOMANDA 2: "Sia per te come il pagano e il pubblicano". Da quel che ho capito gli ebrei non potevano avere relazioni speciali con i pagani e con i pubblicani proprio perché i pagani adoravano dèi stranieri e i pubblicani erano considerati trasgressori della legge ebraica perché erano ebrei corrotti. In che senso intendeva Gesù in questa risposta a Pietro?

RISPOSTA:  Si. secondo MacArthur, in questo passo, possiamo considerare “pagano” come idolatra e “pubblicano” come traditore.

 

DOMANDA 3: Matt 18:21 “Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» 22 E Gesù a lui: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.” Quando Pietro usa il termine "mio fratello", intendeva un qualsiasi appartenente al popolo ebraico compresi i suoi fratelli biologici?

RISPOSTA:  La Scrittura non specifica questa differenza, dunque ritengo che l’insegnamento sia da intendersi in modo ampio. Non è tanto la classificazione delle tipologie delle persone giudaiche che è in discussione, quanto il modo letterale giudaico di intendere la Scrittura biblica prima di Gesù, che in questo caso prevedeva il perdono solo per tre volte. La mentalità giudaica (ancora oggi) è molto concreta, non di tipo elaborato e fin troppo filosofico come per noi occidentali, e applicava esattamente il numero tre e le parole bibliche così come erano scritte. In questo caso  appunto si potevano fare “tre perdoni” e poi basta. Se da una parte tale mantenimento letterale è un bene perché permette a tutti di leggere il testo originale, dall’altra è fondamentale che l’interpretazione sia guidata dall’amore in un’apertura mentale che solo lo Spirito Santo può dare (Spirito Santo che, per oi cristiani, è lo stesso ispiratore di tutta la Bibbia).

Gesù fa riflettere sul concetto di perdono che è piuttosto complesso: in pratica si dovrebbe perdonare “70  volte 7” che simbolicamente è un modo per dire “sempre”. Ma questo perdono totale, a sua volta non dobbiamo applicarlo in modo “giudaico” nel senso che va applicato sempre comunque con chiunque, bensì dobbiamo discernere i vari spessori e il senso del perdono di Dio. Va bene liberare sempre il nostro cuore da ogni risentimento rancore e vendetta ed essere in pace con tutti (dentro noi stessi); tuttavia in quanto ad accogliere fattivamente l’offensore, e riprendere tutto esattamente come era prima, come non fosse successo niente, dipende se chi ha offeso si è pentito oppure no. Se chi ha offeso persiste nel suo comportamento deleterio non solo contro di noi ma anche contro gli altri fratelli, allora gradatamente questa persona deve essere alloontanata  (ma senza vendette o rancori). Personalmente ritengo che il perdono sia un versamento miracoloso della grazia di Dio nel nostro cuore per i meriti di Cristo. Come tale non credo che una persona da sola, senza la grazia, sia veramente in grado di perdonare. Almeno io non ne sarei capace.

DOMANDA 4: “Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello”.  Il Signore Gesù si riferisce ai fratelli in fede che abbiamo oltre ai membri delle nostre famiglie?

RISPOSTA: Si, anche oltre, ma dipende da quanto in noi operi la grazia e lo Spirito Santo e dal suo atteggiamento verso il cristianesimo stesso. Se uno è veramente “nato di nuovo” è condotto dallo Spirito Santo, Il Quale corregge educa e conduce cuore spirito nostro e comportamento della nostra persona. Questo significa che se quello fa una cosa che la mia coscienza mi rivela essere sbagliata verso Dio, non è che io possa continuare la preghiera con lui come se niente fosse. Esempio: nelle chiese cristiane (cattoliche ortodosse e protestanti) c’è chi dice il rosario e chi invece non lo dice perché ritiene sia un peccato. Se uno insiste a pregare Maria col rosario, io che sono evangelico, pur non nutrendo odio e rancore contro lui, non sono affatto tenuto a “camminare con lui” nella sua dottrina, anche se lui si definisce “cristiano” o “fratello”. Questo costituisce una differenza sostanziale, non una lotta. Il giudizio poi spetterà al Signore.

 

DOMANDA 5: Dio ci vorrebbe tutti fratelli in un'unica fede, cioè quella in Lui. Forse per questo Gesù nel verso 35 usa il termine "al proprio fratello", proprio perché davanti al Signore siamo tutti fratelli, figli di un solo Padre?

RISPOSTA:  Teoricamente si, è come lei dice. Adesso è il tempo in cui il Signore sta raffinando purificando la Sua vera Chiesa (maiuscolo). Però non si tratta dell’accoglienza bonaria di tutte le fedi in una super-religione mondiale tipo ecumenismo, in cui tutto è messo insieme senza cambiare nulla; ci sono invece dei parametri molto precisi per essere accettati dal Signore e rientrare in quella che Lui considera Chiesa-Sposa, che poi rapirà. Questo si evince, come detto altrove, nello studio che abbiamo già fatto nei messaggi alle sette chiese di Apocalisse, presente nel nostro sito.

 

Un fraterno solito. Continui a studiare così. Dio la benedica.

 

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